A Terni le tasse più basse del Centro Italia, lo dice la Cgia di Mestre che però mette in guardia per il 2012

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I cittadini ternani pagano meno tasse locali rispetto a quelli di tutti gli altri capoluoghi del Centro Italia e – solo di imposte comunali – versano oltre  il 25% in meno rispetto alla media di tutti gli italiani.

Il dato, che sorprenderà qualche cittadino che percepisce una pressione tributaria in continuo aumento, emerge dall’annuale indagine dell’Ufficio studi della Cgia di Mestre, pubblicata nei giorni scorsi, che prende in esame la pressione tributaria locale per il 2011 nei 109 capoluoghi di provincia italiani. Va però sottolineato che, per quanto riguarda la tassazione applicata dai Comuni, i dati presi in esame sono quelli iscritti nei bilanci del 2010 (e non del 2011). Inoltre, lo stesso presidente di Cgia di Mestre, Giuseppe Bortolussi, fa notare come sia “certo che nel 2012 assisteremo ad una impennata impressionante della tassazione locale, con effetti per le casse delle Regioni e degli Enti locali molto modeste” a causa di nuove tasse come l’Imu che, pur essendo incassate dagli enti locali, “tuttavia, Comuni e Regioni non vedranno neppure un euro di queste maggiori entrate perché finiranno completamente nelle casse dello Stato”.

Nelle classifica pubblicata dalla Cgia, per quanto riguarda i tributi comunali  Terni, con 280 euro pro capite, è risultata tra le 25 città con  imposizione più leggera (86esima su 109), per un “risparmio” medio per ogni cittadino pari al 26,9% rispetto alla media nazionale (383 euro a persona).

Anche sommando tutte le imposte locali (comunali, provinciali e regionali) la nostra città si conferma tra le più vantaggiose per i suoi cittadini: con i suoi 1067 euro annui pro capite Terni infatti si colloca al 77esimo posto tra i capoluoghi italiani, con un “risparmio” rispetto alla media nazionale (1230 euro) di 163 euro annui pro capite, pari al 13,3%.

La pressione tributaria locale nella nostra città risulta la più bassa tra tutti i 23 capoluoghi del centro Italia, nei quali si passa dai 1630 euro a testa di Rieti (+ 34,5% rispetto a Terni), ai 1534 di Frosinone (+ 30,4%), ai 1508 di Viterbo (+ 29,2%), fino ai 1381 di Ancona (+22,7%), ai 1299 di Ascoli (+17,9%), ai 1287 di Perugia (+ 17,1% rispetto a Terni). Nel Centro Italia solo Urbino (1076 euro pro capite) presenta una tassazione locale analoga a quella registrata nella nostra città.

In campo nazionale il primato della pressione tributaria locale più alta spetta a Varese, seguita da Lecco, Bergamo, Monza e Bologna, ma tra le 30 città più “care” risultano anche capoluoghi del Lazio, della Toscana e delle Marche come Rieti, Viterbo, Frosinone, Roma, Massa, Prato, Siena ed Ancona.

“Si conferma così – commenta il Sindaco Leopoldo Di Girolamo – come, pur in una situazione di gravi difficoltà delle finanze dei Comuni, abbiamo conservato un’imposizione molto contenuta, a fronte dell’erogazione di servizi affatto scadenti, anzi che risultano spesso  nei primi posti delle graduatorie nazionali: è il caso, ad esempio, dei servizi educativi e della sicurezza scolastica (ottavi in Italia), del sistema sanitario (20esimi),  dei servizi culturali (14esimi),  delle politiche energetiche comunali (9°), della qualità ambientale urbana (25°). A dispetto di ricostruzioni spesso parziali e di valutazioni del tutto “personali” – conclude il Sindaco – Terni si attesta, come confermano anche dati certi ed indagini di fonti nazionali  qualificate e diverse, su una condizione di buon governo della cosa pubblica, con carichi  fiscali contenuti sulle spalle dei cittadini”.

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