Animalista ternano chiama ”La Zanzara” e polemizza con Cruciani su sperimentazione: l’audio

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La Zanzara CrucianiLa vita di un topo vale quanto quella di un essere umano? Ha ragione Caterina Simonsen o Susanna Penco? Gli animali devono essere impiegati o no nella ricerca scientifica? Sono più pazzi i nazi-animalisti o i nazi-cacciatori? In un’Italia dilaniata dalla crisi economica, da una classe politica grottesca e predatoria, da una burocrazia orwelliana e da una corruzione sistematica, sembra che gli italiani non abbiano da porsi domande più importanti di quelle che riguardano la sperimentazione animale: è infatti questo l‘argomento più scottante delle ultime settimane. Ieri anche un cittadino ternano ha dato il proprio contributo con un colorito intervento alla trasmissione radiofonica “La Zanzara”.

Caterina. Il dibattito, per le proporzioni che ha assunto, somiglia ad una lite sul colore del centro tavola mentre la casa brucia: di questo passo (se non viene spento “l’incendio” della crisi) in Italia non rimarrà nessun potenziale sperimentatore sugli animali, i ricercatori votati al martirio sono sempre meno, la maggior parte emigra all’estero. Mettendo da parte l’incomprensibile scala di interessi della popolazione italiana, più interessata all’arredo che alle fiamme, questo è il breve riassunto delle puntate precedenti: a metà dicembre una ragazza di 25 anni, studentessa di veterinaria e malata di tre diverse gravi e Caterina Simonsenrare patologie, ha pubblicato una foto su Facebook (quella riportata qui a fianco). E’ stato il finimondo: quanto scritto sul cartello ritratto nella foto (“Io Caterina S. ho 25 anni grazie alla vera ricerca, che include la sperimentazione animale. Senza la ricerca sarei morta a 9 anni”) ha attirato l’attenzione di milioni di utenti di Facebook.

Insulti. Soprattutto la foto ha raccolto migliaia di commenti di questo tenore: “Per me potevi pure morire a 9 anni, non si fanno esperimenti su nessun animale, razza di bestie schifose”. Nel giro di pochi giorni si è acceso un dibattito più infuocato e partecipato di quelli sulla formazione della nazionale. Da una parte gli animalisti (secondo cui la sperimentazione animale va abolita) e quelli che la stessa Caterina ha ribattezzato nazi-animalisti (animalisti radicali disposti allo sterminio della razza umana pur di difendere tutte le altre specie viventi), dall’altra parte i favorevoli alla sperimentazione sugli animali per la ricerca medica (con i dovuti accorgimenti ed evitando inutili sofferenze agli animali) ed i cacciatori che ovviamente sono entrati (e sono stati tirati) nel dibattito, alcuni dei quali particolarmente risentiti con chi critica il proprio hobby (da alcuni definiti quindi nazi-cacciatori).

La vicenda ha monopolizzato l’attenzione degli utenti dei social network al punto tale che una decina di giorni dopo tutti gli organi di informazione si sono ritrovati a parlare della storia di Caterina, degli insulti dei nazi-animalisti e del dibattito sulla sperimentazione animale. Nemmeno i politici si sono sottratti: ad esempio Renzi ha affermato più volte di stare dalla parte di Caterina mentre la Brambilla ha confermato di essere dalla parte degli abolizionisti.

Susanna PencoSusanna. Se Caterina è diventata, suo malgrado, la bandiera di coloro che sostengono la sperimentazione animale, gli animalisti non sono stati da meno trovando il loro rappresentante in una biologa, ricercatrice e malata di sclerosi multipla. Susanna Penco è divenuta un’icona degli animalisti grazie ad un intervento in cui ha stigmatizzato gli insulti nei confronti di Caterina ma al tempo stesso ha sostenuto che sia “proprio la sperimentazione sugli animali ad allontanare le soluzioni e la guarigione per i malati”. Uno a uno palla al centro? Già, perché la partita non è affatto finita, il dibattito ha accompagnato la fine del 2013 e non si è spento in questi primi giorni del 2014. Anzi, proprio ieri anonimi animalisti hanno portato lo scontro a livelli più inquietanti: hanno affisso alcuni manifesti all’esterno dell’Università di Milano in cui alcuni ricercatori che eseguono sperimentazione sugli animali sono definiti “assassini”.

Animalista ternano alla Zanzara. E ieri anche un ternano ha dato il proprio contributo al dibattito: Gianluca (cognome ed altre informazioni non sono note) ha chiamato in diretta la nota trasmissione radiofonica di Radio 24 “La Zanzara”: ne è uscita fuori una polemica (fatto usuale per la trasmissione in questione) con il conduttore Giuseppe Cruciani. Sei minuti (nel mezzo un’interruzione che abbiamo tagliato nell’audio qui proposto) di provocazioni, insulti e linguaggio scurrile che possono essere di qualche interesse per gli appassionati al dibattito sulla sperimentazione (gli animalisti troveranno dichiarazioni di cui indignarsi) ma saranno soprattutto apprezzati dagli amanti del “trash”.

L’audio dell’intervento dell’animalista ternano Gianluca a La Zanzara:

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  • antispecista

    Non mi sembra che il sig. Gianluca dica cose sciocche. I topi, come le scimmie, così come gli esseri umani sono in grado di percepire il dolore, giacchè dispongono di un sistema nervoso centrale. Perché, quindi, dovremmo ritenerci in diritto di arrecar loro del dolore? Perché “sono diversi da noi”, come dice cruciani? Se ne deduce che su chi è diverso da noi possiamo prevaricare tranquillamente e senza curarci della sua percezione del dolore, che è uguale alla nostra? In effetti logiche del genere non sono così distanti da altre logiche prevaricatorie che hanno dato vita a sopraffazioni tra le più svariate.
    Un cruciani sessista, in un contesto dove è lecita ad esempio la prevaricazione sulle donne, potrebbe tranquillamente asserire “Perché, lei (interlocutore uomo) si ritiene uguale a una donna? E’ una c*****a! Noi siamo diversi dalle donne, possiamo prevaricare su di loro”
    Allo stesso modo, un cruciani schiavista nell’ 800 avrebbe potuto asserire “Perché, lei (interlocutore bianco) si ritiene uguale a un nero? Le sembra che noi siamo uguali ai neri? No! Siamo diversissimi. Ciò legittima la prevaricazione sugli stessi”.
    Specismo ed antropocentrismo sono fenomeni complessi, che andrebbero analizzati con attenzione. Sono fenomeni sui quali si dibatte da millenni (si pensi a Plutarco, Seneca, Adorno e La Scuola di Francoforte etc..). Liquidarli come c*****e a prescindere, come fa cruciani, è riduttivo e banalizza volutamente una discussione che è tutt’altro che banale per le implicazioni e le riflessioni che ne possono scaturire affrontandola. Mi dispiace, ma penso che cruciani si sia rivelato non-capace di trattare l’argomento nella sua complessità.

  • Silvia

    Sono d’accordo con il ternano Gianluca ed inoltre il sig. Cruciani era in evidente difficoltà!!!

  • Francy71

    Ottimo interventoooo!!!! Bravo Gianluca! abbasso Cruciani che mangia carne di cani!!!

  • Matteo

    Concordo con quanto detto dal Sig. Gianluca, è evidente inoltre come il conduttore Cruciani dimostri una palese difficoltà nel trattare l’argomento in maniera imparziale,super partes, diciamo…il che di certo non gli rende onore come conduttore radiofonico… Del tutto fuori luogo inoltre, a mio avviso, il continuare a ripetere “Io ho mangiato un cane”, come se il fatto di averlo fatto in Corea del Sud giustificasse la cosa…eh no, caro Cruciani…è come se un misogino dicesse “sono stato in Afghanistan ed ho lapidato una donna perchè la si usa cosi”. Ah Crucia’….se non sai che dire….statte zitto no?

  • Federico

    Non voglio fare il “saputello” ma credo che la conversazione che abbiamo ascoltato tra Cruciani e il sig. Gianluca sia fuorviante e confusionaria per certi aspetti, soprattutto per quanto riguarda la sperimentazione animale. Sperimentazione Animale e Vivisezione sono due cose COMPLETAMENTE DIVERSE.
    Purtroppo Animalisti oltranzisti e media giocano da mesi equiparando le due cose… La sperimentazione Animale è altamente regolamentata e non si lavora con gli animali senza avere una preparazione adeguata!
    La vivisezione (ovvero dissezione di animali vivi) è proibita dalla legge! Dite quello che vi pare, ma al momento la sperimentazione sugli animali è un male necessario per la cura delle malattie umane…e nessun ricercatore si vanta di fare sperimentazione animale, come fa con cattivo gusto Cruciani, raccontando di aver mangiato carne di cane. Purtroppo, per quanto auspicabile, non è possibile fare a meno della sperimentazione animale, perchè al momento non esistono sistemi alternativi in grado di ricreare la complessità di un organismo, per studiare effetti di potenziali farmaci su tumori o i meccanismi di varie patologie.

    • silvia

      Non sono d’accordo inoltre la”sperimentazione Animale” non è sinonimo di risultato nel campo medico, ad ogni modo io non mi sento di appoggiarla qualora garantisse una certezza di risultati.. Assolutamente!

      • Federico

        Cara Silvia, nulla è sinonimo di risultato certo quando si parla di ricerca scientifica, altrimenti non la chiamerebbero “Ricerca”. La sperimentazione animale ha dato un notevole contributo al progresso medico. Senza la sperimentazione animale, ad esempio, oggi non avremmo l’insulina così come la conosciamo…quante persone che conosce sono diabetiche e ne fanno uso sistematicamente? Quante vite sono state salvate? Come crede siano stati messi a punto e testati i farmaci anti-tumorali attualmente in uso? Il cancro fa ancora molte vittime ma se molte persone sopravvivono è anche grazie alla ricerca e alla sperimentazione su animali.

        • Silvia

          Federico io sono in parte d’accordo con lei ma dico che la sperimentazione sugli animali spesso è del tutto inutile, ho copiato alcune parti del sito della LAV:
          “per controllare la tossicità delle sostanze chimiche che ci circondano, ogni anno nei laboratori europei si uccidono circa 700.000 animali.
          Nel corso dei test cani, gatti, topi, conigli, scimmie e tanti altri sono costretti a:

          • ingoiare pesticidi, vernici, colle, disinfettanti
          • inalare vapori chimici
          • verificare su pelle e occhi l’azione corrosiva e irritante dei prodotti

          Tutti gli animali utilizzati muoiono:

          • uccisi dagli effetti dei test
          • soppressi alla fine della sperimentazione

          I risultati di queste prove sono inapplicabili all’uomo perché ogni specie animale risponde in modo diverso alle sostanze con cui entra in contatto.

          Una sostanza che risulta innocua per un ratto, un coniglio, un cane o perfino per una scimmia, può dimostrarsi nociva per l’uomo.

          Numerose sostanze sperimentate sugli animali, ritenute sicure e quindi immesse sul mercato, si sono rivelate pericolose per l’uomo.

          Tra le più diffuse ci sono:
          # l’amianto – il ratto si è dimostrato 300 volte meno sensibile dell’uomo all’insorgenza del cancro per inalazione delle fibre d’amianto, ma nonostante questo rimane la specie più utilizzata nei test di inalazione
          # il benzene – impiegato nei combustibili, nelle plastiche e nelle vernici è innocuo per il ratto mentre è altamente tossico per l’uomo
          # il metanolo – rende cieche le persone ma non gli animali su cui è stato sperimentato.
          Oggi esistono metodi di accertamento e di conoscenza dei reali effetti delle sostanze chimiche sull’organismo umano: i metodi alternativi alla sperimentazione animale
          I test chimici sono cruenti per gli animali e pericolosi per la salute dell’uomo. “

  • cassandra

    Io sono diventata antivivisezionista non solo x
    tutelare

    i miei parenti gravemente malati che non hanno tempo di permettere a

    ricercatori vecchio stampo di pasticciare ancora e ancora sugli animali

    sprecando tempo e soldi, ma anche leggendo le fonti scientifiche e

    universitarie.Consiglio a chi vuole approfondire in maniera ONESTA di
    dgt su google “modelli animali sperimentali” per vedere con quanta
    fantasia si cerca di replicare maldestramente negli animali le patologie
    proprie solo dell’essere umano(anzi, di una particolare parte di esseri
    umani, per cui neanche io sarei un validomodello sperimentale). Es. tratto dalla lezione di “Principi di Oncologia

    Sperimentale”pagina 10: “l’estrapolazione dell’animale all’uomo VA SEMPRE

    EFFETTUATA CON RISERVA,E I RISULTATI DEGLI ESPERIMENTI DOVRANNO ESSERE VERIFICATI CON STUDI SULL’UOMO”.

    Oppure ancora DAL FOGLIETTO ILLUSTRATIVO DI GRISOVINA FP
    (GRISEOFULVINA):“.LE SOMMINISTRAZIONI DI DOSI ELEVATE DI GRISEOFULVINA
    PER LUNGO TEMPO HA DATO LUOGO ALLO SVILUPPO DI EPATOMI NEL TOPO E DI
    TUMORI TIROIDEI NEL RATTO, MA NON NEL CRICETO. IL SIGNIFICATO CLINICO DI
    TUTTO CIO’ NON È NOTO.

    Che dire di più a prova che la SA a tutto serve fuorchè alla vera
    ricerca della conoscenza delle nostre malattie e alle relative cure?

    • Federico

      Sono contento che lei sia antivivisezionista. Lo sono anche io. ma sono anche estremamente favorevole alla sperimentazione animale, che ribadisco, è cosa completamente diversa! Lei parla dei ricercatori “vecchio stampo”, come se si trattasse di gente che non ha alcuna intenzione di guardare al futuro e a metodi alternativi…lei crede veramente che questo non sia l’obiettivo di ogni persona che lavora in laboratorio?? Già, secondo lei i ricercatori sono un branco di disonesti e cospiratori…Sarebbe estremamente utile ai fini di questa discussione se lei ci fornisse il nominativo di un ricercatore che considera “innovativo”…mi auguro lei non faccia il nome di Vannoni!
      In ogni caso, la inviterei ad essere più onesta, perché APPROFONDIRE IN MANIERA ONESTA non vuol dire fermarsi al primo risultato della ricerca di Google o al primo bugiardino trovato in casa, considerandole prove schiaccianti a favore della sua tesi. La prima frase che lei ha citato non è tratta da una pubblicazione scientifica rilevante, ma da un semplice file powerpoint appartenente probabilmente ad una lezione universitaria (anche se manca qualsiasi intestazione). La frase in questione è vera, e oserei dire piuttosto ovvia! Oltre che a confermare l’efficacia,infatti, lo studio sull’uomo di nuovi farmaci testati su modelli animali è essenziale anche per definire dosi e modalità di somministrazione più efficaci possibili (solo per fare un esempio banale…)
      Purtroppo non sempre si ottengono i risultati sperati. Non sempre un farmaco promettente in fase di sperimentazione si rivela tale una volta testato sull’uomo. Ma se i suoi parenti gravemente malati sono ancora vivi e hanno forse una speranza di sopravvivere lo deve soprattutto ai numerosi farmaci testati su modelli animali!

      • cassandra

        Federico, mio zio è morto, e forse mia zia ora sembra a posto grazie all’asportazione chirurgica, la mia ex suocera dopo la chemio è morta, il capo di mia madre dopo la radioterapia è morto..e potrei proseguire…detto questo io non ho capito se hai letto il mio commento o dgt risposte standard. Tento di spiegare meglio quello che stride. I prosa dicono “gli animali servono da filtro cosi se una molecola fa male alle cavie non prosegue il suo cammino e non danneggia l’uomo”..peccato che l’esempio della griseofulvina e di tanti altri che puoi leggere aprendo le scatole dei medicinali sottoscrive esattamente il contrario.Infatti la griseofulvina era cancerogena su 2 specie su 3 eppure ha continuato i trial fino ad arrivare in farmacia, perchè tanto si sa che gli animali sono diversi da noi…Dove sarebbe il filtro??Sostanzialmente se una molecola fa male agli animali, prosegue il suo cammino, se una molecola non fa male agli animali, prosegue il suo cammino, quini?Dov’è la discriminante?Posso dirti per esperienza che la discriminante è poter far firmare i consensi (dis)informati ai primi poveracci umani (sia SANI che MALATI, lo sai vero?)che sperimenteranno su di loro le molecole senza saperne nulla. Sarebbero molto più tutelati se potessero contare su dati derivanti da metodologie moderne non basate su un modello farlocco e vetusto come quello animale !

        • Benedetta

          Perché non ci illumina con queste nuove metodologie non farlocche e vetuste che non implicano il modello animale?

          • cassandra

            certo, ti inserisco una parte per motivi di spazio ma, spero che tu abbia voglia di approfondire.
            Bioreattori Multi-Compartimentali Modulari (McmB)
            Co-coltura Integrata Discreta Multiorgano (IdMOC)
            Organs-on-chips: modelli di malattie umane e metastasi su chip
            Body-on-a-chip
            Progetto ESNATS: sostituire gli animali con cellule staminali embrionali
            Progetto InLiveTox: Bioreattori Multicompartimentali e Nanoparticelle
            Piastra microfluidica per colture cellulari 3D
            Cellule umane vs cellule animali
            Studio MEIC
            Modello in vitro di fegato
            Metabolomica “on-a-chip”, sistemi predittivi in tossicologia e organi bioartificiali
            MIMIC: un modello immunologico per la valutazione rapida dei vaccini – un trial clinico in una provetta
            Modello in vitro di diabete con i Bioreattori Multicompartimentali Modulari (McmB)
            Cellule staminali pluripotenti indotte per studi su malattie genetiche
            Co-Colture 3D per ricapitolare la progressione dei tumori in vivo e per la medicina personalizzata
            Sistema di coltura cellulare in 3D “AlgiMatrix” come modello in vitro di tumore per studi sul cancro
            Modelli di cocoltura 3D per studiare crescita, progressione e metastasi del cancro della prostata all’osso
            Sistema in vitro di mielinizzazione e formazione dei nodi di Ranvier
            Fettine di tessuto cerebrale umano in vitro
            Un array microelettrodo microfluidico per elettrofisiologia, stimolazione chimica e imaging simultanei di fette di cervello
            Epilessia “in a dish”
            Schizofrenia “in a dish”
            le Reti Neurali
            Progetto Connettoma Umano
            Progetto Cervello Umano
            L’Atlante Allen
            Integrated Testing Strategy (ITS) e nuove tecnologie nella sostituzione dei test su animali per la valutazione del rischio di sostanze chimiche, cosmetici e farmaci
            Metodi in silico nella scoperta di farmaci (drug discovery) e modelli tridimensionali
            Colture 3D vs 2D: tessuti umani 3D per studi di nefrotossicità
            Co-coltura Integrata Discreta Multiorgano (IdMOC)
            Tossicologia e QSAR
            Progetto InLiveTox: Bioreattori Multicompartimentali e Nanoparticelle
            Progetto ESNATS:
            Simulatore di ADME Simcyp
            Modello di ADME “su chip”
            Co-colture tridimensionali di cellule epatiche primarie in bioreattori per studi sui farmaci in vitro
            Bioreattori Multi-Compartimentali Modulari (McmB)
            Co-coltura epatica microfluidica per studi di metabolismo dei farmaci
            Co-coltura Integrata Discreta Multiorgano (IdMOC)
            Modello in vitro di diabete con i Bioreattori Multicompartimentali Modulari (McmB)
            il Microdosing
            Mini-reni ottenuti da cellule staminali per lo studio delle malattie renali
            Cellule staminali pluripotenti indotte per studi su malattie genetiche
            Sistema funzionale per screening ad alto contenuto di giunzioni neuromuscolari in vitro
            Micro-tomografia a raggi-X
            MIMIC: un modello immunologico per la valutazione rapida dei vaccini – un trial clinico in una provetta
            Modello di granuloma umano in vitro per lo studio della tubercolosi
            Test in vitro su cellule staminali per rilevare la teratogenicità neurale
            Modello in vitro di diabete con i Bioreattori Multicompartimentali Modulari (McmB)
            Mini-pancreas ottenuto da cellule staminali per lo studio del diabete
            Modello in vitro di Cheratocono

    • Lorenzo

      Le fonti scientifiche non sono google ringraziando il signore, ma esiste una letteratura ad hoc, con riviste specializzate dove gli addetti ai lavori pubblicano i loro studi e risultati. Funziona così la scienza, capisco che è noioso ma aver letto 2 pagine di wikipedia e altre due su qualche sito di contro informazione non basta. Non ci si può inprovvisare teorici della sperimentazione. Quindi se lei ha in possesso articoli che affermano che la sperimentazione animale è superata li condivida con noi, ma devono essere articoli pubblicati su riviste con un buon impact Factor e non siti sconosciuti.

      • cassandra

        Sono d’accordissimo con lei infatti ho citato lezioni universitarie e foglietti informativi di farmaci e NON siti di controinformazione..inizio a pensare che i Prosa abbiano una serie di risposte standard che copiano e incollano a prescindere dall’argomentazione in corso.

        • Lorenzo

          La maggior parte delle tecniche che cita sopra sono test in vitro, è chiaro che questi servono, come è altrettanto chiaro che rappresentano solo una parte della sperimentazione totale di un farmaco. I test in vitro infatti non sono in alcun modo rappresentativi della totale fisiologia animale o umana, sono molto semplificati rispetto ai complessi meccanismi biologici, quindi è necessario approfondire con studi ulteriori.

  • Benedetta

    Quanta ignoranza. Probabilmente è assolutamente inutile continuare a spiegare a questi “animalisti” che la sperimentazione animale e la vivisezione sono due cose DIVERSE, confuse solo per il gusto di strumentalizzare, per urlare allo scanTalo, come va tanto di moda oggi. Il problema è anche voi, che dite che un topo è un essere UMANO (concetto sbagliato anche dal punto di vista semantico, oltre che logico, ma vabbe’..), usate gli antibiotici per guarire dalle infezioni e antiinfiammatori quando vi fa male qualcosa, tanto per citare le cose più banali, farmaci che avete a disposizione solo grazie alla ricerca scientifica che tanto demonizzate. Non sia mai che vostro figlio si ammali di qualcosa di più grave, perché preferireste salvare la vita di un bel topolino piuttosto che la sua, giusto? (roba da assistenti sociali!) Ma per fortuna ci sono le Iene pronte a raccogliere le vostre eventuali grida disperate….! Quando non si conosce l’argomento di cui si parla (e non basta leggere un paragrafetto per salire in cattedra!) è meglio tacere.

    • Silvia

      Vedi Benedetta in questo dibattito l’unica persona che adotta il termine IGNORANZA sei te ..pertanto a prescindere che ognuno di noi ha le proprie idee, io credo che l’ignorante sia te, pensa, per il modo scortese in cui sbandieri le tue opinioni!

      • walter

        silvia, rispondo a te simpatizzante animalista,

        vorrei che le mie tre gravi patologie curate prevalentemente con medicine provenienti da sperimentazione animale, le prendeste tutti voi animalisti, compresi i vs. cari, ma negandovi poi le tanto vituperate medicine. Uso questa cattiveria che è molto inferiore a quella usata nei confronti della ragazza malata.

        • cassandra

          Walter, che ti piaccia o meno, tu, io , gli animalisti, i miei parenti malati, usiamo medicine che prima di noi sono state sperimentate nei trial clinici su pazienti umani sani e malat, per stabilire realmente effetti e dosi.Per questo e solo per questi dati, se non vengono ritirati, poi ne facciamo uso noi abbastanza tranquillamente..Peraltro, ti do un piccolo consiglio, è sempre meglio usare farmaci in commercio da diversi anni in modo che abbiano finito anche la farmacovigilanza cioè, dopo che assunti da migliaia di nostri cospecifici, siano ancora sugli scaffali delle farmacie e non ritirati a causa di gravissimi danni e alte casistiche di decessi.

          • Lorenzo

            La farmacovigilanza è permanente, non è che ad un certo punto si ferma, parte dalla fase post marketing e dura tutto il periodo in cui il farmaco rimane in commercio. Per favore non mettiamo in giro informazioni sbagliate, se questo è un argomento che non conoscete lasciate stare, fareste solo danni.

          • cassandra

            Certo..infatti la cosa più sicura è appunto prendere farmaci in commercio da anni..proprio perchè, come conferma il tuo commento, più passa il tempo, più umani prenderanno la medicina x, più si saprà tutto su dosi e potenziali effetti collaterali e più io, prendendo il farmaco in questione , sono sicuro..sicurezza che proviene dalla casistica su larga scala della MIA specie.

          • Lorenzo

            Si ma tralasciando il fatto che secondo lei la farmacovigilanza ad un certo punto finiva e questo denota che non ne sa molto di sperimentazione, c’è anche da aggiungere che prima di arrivare in commercio un farmaco deve superare dei test, le dosi tossiche e letali vengono individuate con una certezza pari al 99,99%. altrimenti il farmaco in questione non verrebbe mai immesso in commercio. Questa è la sperimentazione, la farmacovigilanza serve ad individuare reazioni avverse o molto rare o che si manifestano dopo un uso cronico del farmaco o che compaiono dopo 10-15 anni dall’utilizzo, ma si parla di casi rari. Quello che voglio dire è che la scienza non è fatta di punti di vista, ma di teorie e dati che possono essere smentiti attraverso altri studi e dati condotti con metodo. Siccome fino ad ora la sperimentazione fatta in un certo modo ha migliorato la qualità della vita, questo è un dato oggettivo, per ora va accetta a prescindere dai casi personali o da determinate ideologie.

          • cassandra

            Lorenzo, domani c’è il superenalotto, per favore mi dai altre 5 percentuali cosi me le gioco?Scherzi a parte ecco qualcosa su cui riflettere prima di dire altre.. percentuali:
            Forane (anestetico)
            Gravidanza: Degli studi fatti sul ratto non hanno mostratoalcun effetto nocivo sulla fertilità, la gestazione, il parto esulla vitalità dei nati. Medesimamente, esperimenti fatti sui
            conigli hanno prodotto coniglietti vitali, nonchè uno sviluppo fetale normale. Si ignora se il risultato di questi studi sia
            applicabile all’uomo.
            SIGNIFICA CHE SOLO QUANDO VERRà PRESO DA UNA DONNA GRAVIDA SI SCOPRIRà SE PER QUELLA MOLECOLA LA DONNA SOMIGLIA FARMACOLOGICAMENTE ALLA RATTA O ALLA CONIGLIA O SE A NESSUNO DELLE DUE SPECIE IN QUESTIONE PERCHè EVIDENZIA TUTT’ALTRO…
            Retrovir :Non si conosce quanto i risultati di carcinogenesi nei roditori siano predittivi per
            l’uomo.
            Cytotec :Un aumento reversibile nel numero di cellule epiteliali gastriche di superficie
            normale si è verificato in cani, ratti e topi. Nessun aumento si è osservato in uomini

            Foy, 100 mg (Gabelato Mesilato)
            (polveree solvente per soluzione per infusione)
            ottobre 2003
            Precauzioni
            d’uso: In alcuni studi condotti nel cane a dosi elevate si è osservata una riduzione del tempo di tromboplastina parziale. Tale
            evento non è stato finora osservato durante la terapia con Foy nell’uomo.

            Aliflus spray
            (trattamento regolare dell’asma)
            dicembre 2004
            Dati preclinici di sicurezza: […] Negli studi sulla riproduzione animale i glucocorticoidi hanno mostrato di indurre malformazioni
            (palatoschisi, malformazioni scheletriche). Tuttavia questi risultati sperimentali nell’animale non sembrano avere rilevanza per quanto
            riguarda la somministrazione nell’uomo alle dosi raccomandate.

            Nimedex
            (trattamento del
            dolore acuto)
            giugno 2004
            Dati preclinici di sicurezza: […]
            Negli studi di tossicità riproduttiva sono stati osservati segni di
            potenziale teratogeno o embriotossico (malformazioni scheletriche,
            dilatazione dei ventricoli cerebrali) nei conigli, ma non nei ratti,
            trattati fino a livelli di dose non tossici per le madri. Nei ratti,
            sono stati osservati un aumento della mortalità nella prole nel
            primo periodo postnatale ed effetti indesiderati sulla fertilità.
            QUINDI? LA DONNA, X QUESTA MOLECOLA, SI COMPORTERà COME UNA RATTA O COME UNA CONIGLIA???NON SI SA SE NON QUANDO GUARDEREMO LA DONNA!!!
            ESATTAMENTE COME PER IL TALIDOMIDE, PER ALCUNE SPECIE NON ERA TERATOGENA, PER ALTRE SI MA NON SI SA COME DECODIFICARE QUESTE OSSERVAZIONI PERCHè NON C’è UN NESSO..OGNI SPECIE è A SE! ADDIRITTURA VEDETE DIFFERENZE COMPLETAMENTE OPPOSTE TRA TOPO E RATTO O TRA SCIMMIA E UOMO! TUTTO SI SCOPRE DOPO CIOè SU DI NOI.
            Zantipres 7.5 mg compresse
            (trattamento
            dell’ipertensione arteriosa)
            luglio 2003
            Dati preclinici di
            sicurezza: […] Nello studio di carcinogenesi condotto nel topo si è
            verificato un aumento dell’incidenza dell’atrofia testicolare; la rilevanza clinica di questo fenomeno non è conosciuta.

            Pritor 80 mg compresse
            (trattamento
            dell’ipertensione essenziale)
            maggio 2002
            Dati preclinici di
            sicurezza: […] Nel cane sono state osservate dilatazione ed atrofia
            dei tubuli renali. Nel ratto e nel cane sono state osservate inoltre
            lesioni della mucosa gastrica (erosioni, ulcere o infiammazioni).
            […] In entrambe le specie sono stati osservati aumento
            dell’attività della renina plasmatica e ipertrofia/iperplasia delle
            cellule iuxtraglomerulari renali. Tali alterazionim anch’esse un
            effetto di tutta la classe degli ACE inibitori e di altri antagonisti
            dell’angiotensina II, non sembrano avere significato clinico.

            Clopidogrel
            Gravidanza e
            allattamento: Studi di riproduzione condotti nel ratto e nel coniglio
            non hanno rivelato alcuna diminuzione della fertilità né danno
            fetale attribuibili a Clopidogrel. Non esistono però studi adeguati
            e controllati su donne gravide. Per la mancanza di dati Clopidogrel
            non è consigliato durante la gravidanza.

            Onco-carbide
            (leucemia
            mieloide cronica)
            giugno 2000
            Avvertenze speciali – Il
            prodotto, come del resto come la maggior parte dei farmaci
            antitumorali, ha dimostrato proprietà cancerogena negli animali, in
            particolari condizioni sperimentali.
            QUESTO è IL MIO PREFERITO!QUESTO, SECONDO IL NOSTRO LORENZO NON ESISTE, SI, STATE LEGGENDO UN OLOGRAMMA….OPPURE CI DEVE ESSERE QUALCHE PROBLEMA CON LE SUE PERCENTUALI..SECONDO IL RAGIONAMENTO DI LORENZO QUESTO FARMACO E’ PERICOLOSO PERCHè NEGLI ANIMALI è CANCEROGENO QUINDI NON VA AVANTI AI TRIAL CLINICI..OPS..NON SOLO VA AVANTI MA… A NOI TRATTA LA LEUCEMIA!!

          • walter

            cassandra, io prendo da circa otto anni nove medicinali diversi per le mie patologie, quattro volte al giorno, tra questi ci sono due medicinali in uso da anni che provengono da sperimentazione animale. Tutto questo perprescrizioni mediche. Io stesso alcuni anni fa, ho fatto da cavia per un anno in un laboratorio di ricerca di una università romana senza purtroppo avere risultati positivi. Oggi, se qualcuno mi dicesse che sperimentando su animali si potrebbero avere risultati, non esiterei un attimo ha firmare.

          • cassandra

            walter, credimi se ti dico che ti sono vicina e ti capisco.. se la sa servisse e tutti i soldi che assorbe fossero ben spesi , in barba all’etica e agli animali, la difenderei a spada tratta..ma puzzano troppe cose.. ti rendi conto che magari tu, i miei amici, i miei cari che lottano per la vita potrebbero aver avuto delle cure che magari la sa ci fa buttare?
            se la sa fosse stata obbligatoria non avremmo avuto neanche la penicellina!
            NONOSTANTE L’INEFFICACIA DELLA
            PENICILLINA NEI CONIGLI, ALEXANDER FLEMING USÒ L’ANTIBIOTICO SU
            PAZIENTI UMANI GRAVI ..PER FORTUNA I PRIMI TEST FLEMING NON LI FECE
            SU CAVIE PERCHÉ LA PENICILLINA LI UCCIDE. HOWARD FLOREY,IL PREMIO NOBEL A CUI SI CO-ATTRIBUISCE LA SCOPERTA DELLA PENICILLINA DISSE: “CHE FORTUNA CHE NON AVESSIMO QUESTI ESPERIMENTI SU ANIMALI,
            NEGLI ANNI ‘40 PERCHÉ ALTRIMENTI LA PENICILLINA NON AVREBBE MAI
            OTTENUTO UNA LICENZA E, PROBABILMENTE, L’INTERA GAMMA DEGLI
            ANTIBIOTICI NON SAREBBE MAI STATA REALIZZATA….QUANTI FARMACI CI
            SIAMO PERSI IN QUESTO MODO GRAZIE ALLA S.A.???

            L’NCI ha dichiarato che la
            società potrebbe aver perso cure per il cancro a causa del modello animale .
            kakkio! queste frasi non le ha dette il presindete dell’Enpa!!!!

        • silvia

          Non rispondo a tanta cattiveria….non scendo a tal livello!

          • walter

            silvia, e quella della brambilla e soci di augurare la morte di una ragazzina pur di non sperimentare su animali, cos’è amore per il prossimo? Ma fammi il piacere!

          • Silvia

            Sono contro ogni tipo di violenza pertanto non posso che condannare la reazione di alcuni animalisti alla provocazione della ragazza malata! ..e non si pesa la cattiveria, dovrebbe non esistere e basta.

      • Benedetta

        Silvia, per esprimere una opinione bisogna avere delle basi, essere informati, aver studiato un certo argomento: in caso contrario, si è ignoranti. E quando si è ignoranti, ripeto, sarebbe meglio tacere. Io per esempio, non mi sognerei mai di andare a dire a un ingegnere che sbaglia a fare i calcoli strutturali di un certo edificio, perché IGNORO quale sia il modo giusto per farlo, dunque taccio. Lei forse oltre ad essere ignorante nel campo della ricerca scientifica e farmacologica, lo è anche nel significato delle parole? Di certo non ha modo di ribattere a quel che ho scritto, per questo si getta nell’insulto, tanto per dire qualcosa. Su, ci dica: Ha mai preso una tachipirina? Un qualsiasi antibiotico? Da dove pensa che arrivino, dal cielo? Ci dica, sono molto curiosa di conoscere la sua opinione al riguardo.

        • Silvia

          Di certo Benedetta c’è modo e modo di esprimere le proprie opinioni nonostante ci si senta superiori culturalmente. comunque é naturale che io abbia preso antibiotici ed aspirine nel corso della mia vita in particolare quando non ero a conoscenza dell’argomento e visto anche che non esiste altra scelta, ma cerco di evitare di comprare farmaci quando non è necessario o comunque di comprare quelli generici ed omeopatici che sono sempre testati sugli animali, ma almeno evito così di finanziare le grandi aziende che si arricchiscono sulla pelle dei poveri animali!

    • cassandra

      Per Benedetta.. io non sono animalista , come ho scritto mi interessano i miei parenti malati UMANI,quindi se la s.a. funzionasse non mi vergognerei di chiamarla con ogni suo sinonimo..questo finto tatto linguistico su cui tanto vi battete/ perbenismo grammaticale mi fa ridere..è come cambiare nome alle supposte e chiamarle “inserimenti ovali nella porzione terminale dall’apparto grastroenterico” perchè qualcuno si offende!…peraltro visto che la lingua italiana ancora non ce la può rubare nessuno, direi che è assolutamente legittimo usare il termine vivisezione poichè , come spero tu sappia, avvengono ancora denervazioni, esposizioni di nervi, inserimento di cannule intragiugulari stabili,intracraniche, sonde fisse, stimoli termici, elettrici su code , zampe, stimoli chimici (vuoi che ti passo qualche studio di farmacologia?), quindi, dato che non parlo di diritti animali ma di cosa serve o no ai malati umani la questione non è quali termini ti aggradano o meno, è se la sperimentazione animale abbia senso nel 2014 o se è una tecnica vetusta, strasuperata e in vigore perchè comoda per tante cose tranne che per i risultati in virtù di ottenere cure x i malati umani.

      • Benedetta

        La differenza tra sperimentazione e vivisezione non è solo linguistica, è sostanziale. Se si passa ai trial clinici umani, su pazienti sani e malati, vuol dire che prima c’è stata una sperimentazione su un modello animale, perché è così che funziona, si procede a step: solo dopo certi risultati negli animali si passa all’uomo. legga il commento sotto in cui si fa l’esempio della talidomide. Una tecnica comoda?! Crede che un ricercatore sia un sadico che si accanisce su un topo per il gusto di farlo? Rendere un servizio così importante all’umanita intera, per di più la maggior parte delle volte sottopagato e da precario, ed essere anche demonizzato da certa gente! Essere contro la sperimentazione animale è anacronistico, incoerente (perché quando state male, anche con un semplice raffreddore i farmaci li pretendete) e, devo ripetermi,da ignoranti, altre qualifiche purtroppo non ci sono. Almeno siate coerenti una volta, se vi ammalate non curatevi, adottate un topo.

        • cassandra

          Se permetti la tua frase “perché è così che funziona,” mi irrita alquanto visto che ho parenti e amici che lottano per la vita..la ricerca deve essere al passo con i tempi e non dormire alla chetichella sul “cosi’ funziona da secoli”.
          Detto questo, dato che parli senza aver probabilmente mai letto i progetti utilizzanti sa (che è lecito chiamare vivisezioni, te ne metto uno, abbastanza soft per non turbare i lettori, come esempio, per farti capire perchè difendo i sinonimi linguistici.
          DA:Università degli studi di Trieste
          La demenza di tipo Alzheimer (AD) rappresenta una delle principali patologie
          che affliggono la nostra società. Purtroppo, i trattamenti
          terapeutici oggi disponibili non sono in grado di bloccare
          l’inesorabile esito della malattia, ma solo di
          rallentarlo. Pertanto, lo studio di nuove strategie terapiche e
          la successiva validazione delle stesse sono obiettivi prioritari
          della ricerca, con robuste analisi da effettuare su modelli
          animali affidabili. Attualmente,
          NESSUNO DEI MODELLI SPERIMENTALI di AD disponibili ricapitola in maniera soddisfacente i deficit funzionali e istopatologici
          propri della malattia. Molti studi si sono concentrati sulla deplezione del sistema colinergico del basal forebrain,
          associata classicamente ai deficit cognitivi; altri,
          facendo per lo più uso di animali transgenici, hanno investigato il possibile ruolo neurotossico del peptide β-amiloide, ottenendo tuttavia solo modeste alterazioni cognitive o
          neurochimiche. La disponibilità di un modello animale adeguato è pertanto fondamentale per valutare l’affidabilità di nuovi possibili approcci terapeutici. Negli ultimi anni
          diversi studi hanno dimostrato un importante coinvolgimento dei
          recettori sigma-1 nelle funzioni cognitive. Come risultato,
          sostanze agenti come agonisti dei recettori sigma-1 hanno
          attratto notevole interesse come promettenti composti ad azione
          pro-cognitiva. In particolare, i sigma-1 agonisti finora testati
          hanno manifestato efficacia variabile nel contrastare e
          migliorare, in vari modelli di malattia, il deficit mnemonico
          indotto da vari trattamenti. È possibile che questi ligandi
          migliorino l’apprendimento e la memoria attraverso un’azione
          diretta su propri recettori, espressi abbondantemente nelle
          regioni corticali e ippocampali implicate nei processi cognitivi,
          anche se non si può escludere una attivazione concomitante di
          altri recettori. Recenti studi hanno anche rilevato livelli
          anormali di proteina TDP 43, una ribonucleoproteina che
          contribuisce a formare aggregati proteici in pazienti colpiti da
          SLA, demenza frontotemporale e anche in pazienti con malattia di
          Alzheimer (più del 200% dei livelli normali). Alcune evidenze
          inoltre ritengono che un contributo importante all’insorgenza
          dei deficit cognitivi spaziali sia dovuto a una concomitante
          perdita di neuroni cerebellari. Tuttavia non è ancora non è
          noto se la lesione cerebellare sia sufficiente alla comparsa di
          questi deficit o se ci sia bisogno di un contemporaneo
          malfunzionamento di altri sistemi neuronali, come appunto quello
          colinergico basale affinché tali deficit divengano apparenti.
          Nel nostro laboratorio, abbiamo recentemente introdotto un
          modello murino che manifesta contemporaneamente alcune delle
          principali caratteristiche comportamentali e istopatologiche
          della malattia di Alzheimer. Lo scopo del lavoro è stato
          caratterizzare i deficit esibiti da tale modello, e su di esso
          testare diverse strategie terapiche. Per quest’ultimo scopo,
          sono stati impiegati due composti non commerciali di sintesi,
          denominati (-)-MR 22 e (±)PPCC, con azione agonista verso i
          recettori sigma-1 e la cui efficacia come neuroprottettori è già
          stata dimostrata in vitro, ma le cui possibili azioni
          pro-cognitive in vivo non sono note. Inoltre, dopo la
          caratterizzazione comportamentale e immunoistochimica, sono stati
          investigati i cambiamenti a livello molecolare di alcune sostanze
          chiave nello sviluppo della malattia quali APP, ChAT e TDP43,
          molecole il cui metabolismo è o sembra essere alterato in una
          situazione patologica di tipo Alzheimer. In particolare si è
          cercato di capire se la somministrazione dei sigma ligandi, oltre
          a migliorare la performance cognitiva, potesse normalizzare
          queste alterazioni proteiche. In esperimenti paralleli, si è
          iniziato a studiare il possibile coinvolgimento dei neuroni
          colinergici cerebellari nell’insorgenza dei deficit cognitivi
          spaziali in un modello murino di disfunzione cerebellare.
          Deplezioni colinergiche selettive e infusioni cerebrali
          localizzate di peptide amiloide 25-35 preaggregato e ligandi
          sigma sono state prodotte, separatamente o in congiunzione, in
          gruppi separati di ratti adulti, in modo da replicare i segni
          cognitivi e istopatologici della malattia e soprattutto
          investigare possibili interazioni tra i vari aspetti che
          potessero alterare, aggravandolo, il quadro generale. In tutti i
          soggetti studiati, frammenti di tessuto dell’ippocampo e della
          corteccia frontoparietale sono stati ASPORTATI e sottoposti a
          procedure di Western Blotting e RT PCR per valutare eventuali
          variazioni di mRNA e/o espressione proteica in seguito ai
          trattamenti. Le rimanenti porzioni sono state fissate ed
          utilizzate per analisi isto- ed immunoistochimiche. Gli animali
          con doppio trattamento (ossia LESIONE colinergica e infusione di
          amiloide) hanno presentato deficit di apprendimento e memoria
          spaziali superiori non solo rispetto ai controlli, ma anche ai
          gruppi che avevano ricevuto il trattamento singolo. A livello
          istochimico gli animali con DOPPIA LESIONE presentavano una
          marcata deafferentazione colinergica corticale e ippocampale
          associata a gravi deplezioni neuronali nei nuclei d’origine e
          alla presenza di numerosi aggregati di proteina amiloide nelle
          regioni di iniezione. Con la tecnica del Western Blot, si è
          anche osservato che gli animali con doppia lesione esprimevano
          livelli aumentati del precursore proteico dell’amiloide (APP)
          non riscontrabili nei soggetti con trattamento singolo. Su tale
          modello, si è investigato il ruolo antiamnesico e
          neuroprotettivo di nuovi composti assimilabili alla famiglia
          degli agonisti dei recettori sigma-1. Negli esperimenti riportati
          nel presente lavoro, i composti (-)-MR 22 e (±)PPCC si sono
          rivelati efficaci nel migliorare le performance cognitive nei
          vari test impiegati, in particolare il primo è stato anche in
          grado di normalizzare anche l’espressione regionale di APP.
          L’azione di questi composti si esercita essenzialmente
          migliorando le performance degli animali durante i test
          comportamentali, mentre non appare modificata la morfologia
          tissutale e la deplezione tissutale degli animali trattati.
          Ulteriori esperimenti sono attualmente in corso. L’azione
          antiamnesica e neuroprotettiva indotta da (-)-MR 22 in vivo è
          interessante e in linea con recenti evidenze che attribuiscono un
          notevole potenziale terapeutico ai sigma-1 agonisti. Gli animali
          trattati infatti hanno esibito livelli di APP prossimi al
          normale; ciò suggerisce un ruolo del signaling sigma-1 nel
          promuovere meccanismi fisiologici di espressione e metabolismo di
          APP, inibendone la possibile azione citotossica. La RT-PCR per
          ChAT effettuata su omogenati di ippocampo ci ha dato una
          ulteriore conferma sulla avvenuta lesione colinergica in seguito
          alla somministrazione della tossina saporina. Mentre la stessa
          analisi per TDP43 sembra rilevare un effettivo aumento nella
          produzione dell’mRNA di questa proteina, perlomeno negli
          animali trattati con la tossina colinergica, anche se sono
          necessari ulteriori esperimenti per stabilire quale sia il reale
          apporto delle lesioni nei cambiamenti visti con la Real Time PCR.
          Gli animali TRATTATI CON IMMUNOTOSSINA SIA NEI NUCLEI DEL FOREBRAIN BASALE SIA IN CERVELLETTO mostrano evidenti deficit
          nelle performance dei test comportamentali di memoria spaziale
          rispetto agli animali LLESIONATI solo in cervelletto o solo nei
          nuclei del forebrain basale, indicando un possibile
          coinvolgimento dei neuroni cerebellari nell’elaborazione delle
          informazioni di cognizione spaziale. Un altro approccio
          terapeutico che si intende testare in futuro è rappresentato dal
          trapianto, nelle aree cerebrali lesionate, di progenitori neurali
          di varia provenienza. Di tali cellule si studierà la capacità
          di integrazione anatomica e di promozione del recupero funzionale
          e di normalizzazione delle alterazioni istopatologiche. Un
          ulteriore approfondimento riguarda la natura della proteina
          amiloide da noi visualizzata nel tessuto cerebrale del ratto.
          Studi futuri serviranno ad appurare se, in presenza di una
          disfunzione colinergica, l’iniezione di proteina amiloide
          esogena preaggregata possa rappresentare l’innesco per un
          processo di reclutamento di Aβ endogena. Infine, verranno
          investigate le eventuali modificazioni che il modello di doppia
          lesione porterebbe al metabolismo della proteina tau. Se, cioè,
          la presenza della deplezione colinergica e l’aumentata
          espressione di APP, e quindi di aggregati di proteina
          beta-amiloide, portino effettivamente a uno squilibrio nel
          balance tra proteina tau fisiologicamente fosforilata e proteina
          tau iperfosforilata, a favore di quest’ultima.
          ……………………………………………………….
          se vuoi ridere vai a vedere i test comportamentali messi in atto per far finta che i topi e i ratti siano più o meno come mio nonno…molto divertente..ma questa fuffa non la voglio pagare con le mie tasse..preferirei che mio nonno venisse sottoposto a Tac, risonanz magnetiche (tecniche non invasine) x vedere effettivamente che succede nel suo cervello di malato naturale e non di malato lesionale come i modelli in questione nell’esempio.

  • Lorenzo

    Il fatto che la ricerca scientifica venga condotta in determinati modi e con determinate metodologie non è un’opinione ma un dato di fatto, visto che ad oggi gli unici modelli di sperimentazione esistenti sono questi, cioè una fase pre-clinica (studi in vitro e in vivo su animali) e poi una clinica (soggetti umani). Altre tecniche non esistono, quindi dal mio punto di vista la scelta è curarsi con farmaci oppure non curarsi, visto che tutti i farmaci ora in commercio hanno seguito questo iter. Guardatevi la storia della talidomide, farmaco anti nausea e sedativo somministrato alle donne in gravidanza, che a causa di una sperimentazione troppo superficiale causò numerosi casi di neonati con gravi danni congeniti agli arti. Dopo una più accurata ricerca, fatta proprio su animali gravidi (topi) si provò la teratogenicità del farmaco. A causa di questo si stimarono circa 1500 casi di focomelia e amelia. Questo accadeva tra la fine degli anni ’50 e ’60, grazie al progresso si è potuto aumentare la qualità e la durata della vita, quando la scienza ci fornirà un modello di sperimentazione valido e sicuro che possa fare a meno della cavia animale lo accetteremo fino ad allora bisogna solo capire quali sono le priorità, io le mie ce le ho chiare.

  • ettore

    ma che bona è la picchia appena appena lavata?

  • Benedetta

    Mi pare che copia e incolla lo stia facendo solo lei, e da un pezzo. Tutti abbiamo, purtroppo, una persona cara che se n’è andata lottando contro una malattia per cui non c’è, ancora, alcuna cura, ma la colpa non è di certo della sperimentazione animale, anzi. Lo scorso anno, tanto per citare la malattia che ha copia incollato per l’ennesima volta, è stato gettato al vento uno studio decennale sull’alzheimer che stava dando ottimi risultati, perché qualche gretto ignorante si è introdotto nei laboratori per liberare i topi e renderli irriconoscibili uno dall’altro, vanificando di fatto il LAVORO di anni. Lei crede che per studiare una malattia tanto complessa basti sottoporre suo nonno o chi per lui a tac e rm! Ma di cosa sta parlando! Ha idea della complessità dell’organismo umano e delle interazioni tra un organo e l’altro? Tutte le alternative alla sa che ha citato, che poi di fatto è sempre la stessa ripetuta alla nausea, non sono assolutamente utilizzabili proprio perché non basta, purtroppo, riprodurre un organo in vitro conle staminali, perché nel nostro organismo non esiste un organo indipendente dall’altro: quindi potrebbe essere alternativo per valutare gli effetti su un singolo organo, ma non sull’intero organismo. Altra cosa che non ha valutato, poi, è l’aspetto economico: in un paese in cui la ricerca è sotto finanziata come il nostro, i soldi per riprodurre un organo in vitro chi ce li da?

    • cassandra

      Santa pazienza, Benedetta! Se uno cita le fonti non vi va bene perchè fa copia e incolla, se non le cita dite che non esistono argomentazioni anti Sa, ma fai pace con te stessa e decidi..Però ti ringrazio di aver introdotto un argomento di cui mi stavo scordando: Ci dici dove trovare NEL DETTAGLIO le fantomatiche miracolose costosissime e sicuramente geniali sperimentazioni che sono andate perse a Milano?..Nel mio lavoro mi è capitato di vedere che una grossa tentazione della gente derubata, soprattutto se assicurata, è quello di ingigantire “il bottino disperso”..sono sicura che non è il caso di Milano..quindi gradirei leggere i progetti di ricerca interrotti e persi nell’occasione da lei citata. GRAZIE
      p.s. tra un insulto di “ignorante” e l’altro, riusciresti mica a rispondere almeno ad una delle domande circostanziate che ho fatto?

    • cassandra

      Ottima osservazione sull’aspetto economico: i soldi per produrre organi in vitro e tutto il resto dei metodi all’avanguardia che languono per motivi finanziari li prendiamo togliendoli a chi passa il tempo a studiare la legatura delle carotidi dei gerbilli..(prima li aiutiamo a risolvere il mistero della cura facendogliele slegare)