Arriva la scatola nera per le auto, ecco il funzionamento

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Il sistema registra la dinamica degli incidenti nei 40 secondi precedenti e nei dieci secondi seguenti l’impatto. Arriva la scatola nera per le auto a carico delle assicurazioni.

La scatola nera per le auto, quella definita dal progetto Check box dell’Isvap prevista dalla bozza di decreto sulle liberalizzazioni, e che permetterà di risparmiare sulle polizze assicurative, è un dispositivo mobile che può essere installato (a spese della compagnia) sugli autoveicoli per rilevare i dati inerenti la condotta di guida e preservarli in caso di eventuali incidenti. È collegato alla porta diagnostica, la cosiddetta Odb, che ha un’interfaccia standard e rileva tutta una serie di parametri, dalla velocità di percorrenza al regime di rotazione del motore, dalla marcia inserita all’accelerazione laterale. In pratica, dalla on-board diagnostics possono essere prelevati tutti i dati relativi al funzionamento dell’automobile. Non è magia, è possibile farlo anche con uno smartphone, una app (magari gratuita) e un modulo di lettura dei dati della porta.

Ma torniamo al dispositivo Check Box, che funziona a grandi linee come quella montata di serie sugli aerei. È quindi capace di resistere a pressioni e temperature molto elevate e pensata per conservare integre le informazioni registrate in caso di incidente, registrandone la dinamica nei 40 secondi precedenti e nei dieci secondi successivi all’impatto. Il sinistro viene rilevato attraverso alcune informazioni chiave, come la forte decelerazione (comunicata dalla centralina dell’Abs/Esp), o l’apertura dei sistemi di sicurezza (gli airbag) o l’attivazione di sistemi per la riduzione dei danni di impatto (pre safe) presenti in alcune vetture. In ogni modo il dispositivo è in grado di rilevare l’incidente e di registrare, anche con dati georeferenziati tramite antenna Gps, l’avvenuto sinistro e la posizione dove questo è avvenuto.

Una scatola nera per auto può anche essere equipaggiata anche con un modulo radio Gsm/Gprs che collegandosi alla rete cellulare può comunicare i dati in tempo reale. Con il dispositivo, nel pieno rispetto delle norme sulla privacy, le frodi diventano più difficili ed è possibile costruire tariffe personalizzate con conseguenti risparmi di costo. Check box non serve dunque solo per migliorare il rapporto tra assicuratori e assicurati, ma potrebbe contribuire anche ad elevare il livello della sicurezza stradale attraverso la telematica.

In questo campo ci sono già esempi molto avanzati di applicazione della tecnologia e uno di questi si chiama eCall, un progetto nato nel 2009 in seno all’Unione Europea. Concretamente, altro non è che una piattaforma verso cui far confluire le case automobilistiche (e non solo) che si pone l’obiettivo di standardizzare i protocolli di comunicazione quando una vettura si trova in una situazione d’emergenza. Il sistema prevede l’utilizzo di una scatola nera in grado di interagire con i sistemi di bordo, sia per quanto riguarda gli strumenti di sicurezza che per quelli di navigazione, attraverso una rete dedicata. eCall, questo il suo vantaggio più evidente, è in grado di fornire assistenza immediata in caso di incidente o avaria in funzione dello specifico problema.

In caso di impatto, il dispositivo montato a bordo auto può capire la gravità dell’incidente, verificando per esempio l’apertura o meno degli airbag, ed inoltra la chiamata al Centro di raccolta delle chiamate di emergenza (Psap) con il numero unico 112, inviando agli operatori precise informazioni (il luogo del sinistro in primis) utili all’attivazione degli interventi di soccorso. In base alla gravità della situazione, il sistema eCall può essere attivato dagli occupanti del veicolo o si attiva in modalità completamente automatica.

Tornando ancora al progetto Check Box, va ricordato come dall’ultima relazione Isvap, relativa al 2010, si evinceva che la maggior parte delle compagnie assicurative si era limitata a uno sconto minimo sulle tariffe e come, soprattutto, i sinistri causati dai conducenti nel periodo di utilizzo della scatola nera siano stati inferiori alla media.

Riscuotendo però più consenso tra i guidatori maturi, tanto che buona parte del campione sotto esame era costituito da persone di età compresa tra i 55 e i 65 anni, una categoria di conducenti la cui sinistrosità è già normalmente bassa. La tecnologia, questo l’assunto, è disponibile e assicura tutte le funzionalità contemplate dal provvedimento. Casomai è lo sconto minimo obbligatorio (se fosse sostanzioso) che potrebbe ampliare il campione di utenti della “scatola nera” ed aumentare la sicurezza sulle strade.

 

Fonte: Il Sole 24 Ore

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