Arrone, Comune autorizza ”di nascosto” la costruzione di una centrale a biomasse, cittadini infuriati

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centrale-a-biomasseGiorni infuocati ad Arrone, piccolo comune in provincia di Terni. L’intera comunità del paese è totalmente unita e schierata contro la costruzione della centrale a biomasse che sta avvenendo in questi giorni nel comprensorio comunale, nella zona industriale in località Isola, nella frazione di Casteldilago. Cittadini infuriati non solo per la costruzione dell’impianto, ma anche per le modalità con cui questa è stata autorizzata: “di nascosto”. Indignazione nei confronti del sindaco, Loreto Fioretti, e della sua giunta rei di non aver informato la comunità di quanto stava accadendo nel proprio territorio visto che la società Espandy S.p.A.,incaricata di realizzare la centrale, aveva ottenuto le autorizzazioni dalla Provincia di Terni per procedere alla costruzione già nel 2011.

Il dibattito pubblico. Tutto questo è emerso solo a febbraio ed ha trovato il culmine nell’assemblea pubblica organizzata da un comitato spontaneo di cittadini presso il teatro comunale di Arrone. Oltre ai numerosi cittadini accorsi all’assemblea, hanno partecipato anche il sindaco Loreto Fioretti e due esperti chiamati in causa per spiegare le possibili conseguenze ambientali di una centrale a biomasse: il dottor Giovanni Vantaggi e il biologo Roberto Pellegrino dell’Università di Perugia.

Il primo, Giovanni Vantaggi, ha illustrato la pericolosità di impianti simili, spiegando che le sostanze prodotte nell’aria da queste centrali possono provocare danni seri per la salute, sulla base di uno studio risalente al 2002. Oltre a ciò, ha aggiunto che produrre olio vegetale per poi bruciarlo ai fini energetici significa devastare l’economia agricola europea. Pellegrino, invece, ha reso noto i dati relativi ad una relazione presentata dalla società Espandy dove emerge che “l’impianto  butterà in un anno nell’atmosfera 6000 tonnellate di anidride carbonica, 22,6 tonnellate di monossido di carbonio, 18.8 tonnellate di ossido di azoto, e 4.5 tonnellate di polveri sottili”. Sulla convenienza dell’affare, Pellegrino ha precisato: “La centrale ha bisogno di 2100 tonnellate di olio per produrre energia, se fosse acquistato olio raffinato meno inquinante, non ci sarebbero più sufficienti margini di guadagno. Quindi, affinchésia conveniente, si sarà costretti ad acquistare olio scadente a basso prezzo e più inquinante”. Infine, ha preso la parola l’avvocato Valeria Passeri sottolineando un ulteriore pericolo: “Con una semplice dichiarazione di inizio attività queste centrali si possono trasformare in veri e propri inceneritori di rifiuti”.

Alla fine degli interventi, era ben viva la rabbia dei cittadini verso il sindaco e la sua amministrazione per non aver informato a tempo debito di quanto si stava concretizzando all’interno del loro comprensorio. Non solo, i presenti lamentavano duramente anche l’ubicazione della centrale che va a sorgere accanto ad un parco fluviale e un panificio. Il sindaco Fioretti, preso atto di quanto esposto durante il dibattito, ha cercato di calmare gli animi dando la disponibilità ad ascoltare ogni parere e ad approfondire la questione. Il primo cittadino ha quindi comunicato che sulla questione si sarebbe svolto un Consiglio comunale straordinario.

Consiglio comunale straordinario. Il consiglio comunale straordinario, con la sala consiliare piena di cittadini, si è svolto in un clima arroventato. Il primo cittadino e i consiglieri hanno riconosciuto che “la mancata informazione di quanto stava accadendo su quell’area, ha fatto trovare tutti di fronte al fatto compiuto” ma, nonostante ciò, pare che ormai non si possa tornare indietro. Magra consolazione: il Consiglio ha approvato un atto di indirizzo in cui si afferma che “mai più impianti che emettano nell’atmosfera sostanze inquinanti potranno essere realizzate sul territorio”.

Riferisce il Messaggero che nei prossimi giorni scadrà la licenza edilizia alla Espandy S.p.A. con il Comune di Arrone, pare, non intenzionato a rinnovarla. Se così fosse, sicuramente la società agirà per vie legali forte, comunque, della autorizzazione concesse dalla Provincia di Terni e dallo stesso Comune. Intanto, però, nei giorni scorsi i cittadini hanno formato un comitato per dire di no alla centrale e continuare a combattere contro la sua realizzazione tutelando la propria salute e il proprio territorio.

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