Ast, 586 licenziamenti sospesi: deciso stop sciopero. Incontrato presidente Senato Grasso

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AST TERNIDopo l’annuncio della sospensione delle procedure di licenziamento per 586 dipendenti, i lavoratori dell’Ast hanno deciso di interrompere anticipatamente lo sciopero: terminerà questa sera alle ore 22 invece che lunedì (giornata di inizio della fermata estiva degli impianti). La decisione è stata presa a larga maggioranza nel corso di un’assemblea che si è tenuta questa mattina nel cortile della fabbrica e alla quale hanno partecipato diverse centinaia di dipendenti. Rsu e rappresentanti sindacali invieranno una però lettera all’azienda in cui chiedono di ripristinare il programma delle manutenzioni previsto nel corso della fermata (che durerà fino al 24 agosto), che l’ad Morselli aveva deciso di bloccare dopo la proclamazione dello sciopero.

INCONTRO PRESIDENTE GRASSO Il Movimento 5 Stelle di Terni fa sapere che ieri pomeriggio una rappresentanza dei lavoratori dell’Ast ha incontrato il Presidente del Senato Piero Grasso “per sollecitare un intervento delle massime cariche istituzionali sul gravissimo momento che vive l’acciaieria ternana”.

Il Presidente è stato messo al corrente che “la proprietà Ast ha deciso la chiusura parziale di uno dei siti siderurgici di eccellenza non solo nazionale, ma europeo: una perdita di oltre 500 posti di lavoro (che superano i 1.000 considerando l’indotto) e perdita di un know how consolidato da oltre 130 anni. tutto questo inoltre pone una seria ipoteca sul futuro di un settore che produce oltre il 20% del PIL umbro”. Grasso, “sollecitato dal senatore Lucidi del M5S e alla presenza anche della deputata Ciprini (M5S) e del senatore Rossi del Pd, ha assicurato un intervento diretto sul premier Renzi, per scongiurare una decisione priva di qualsiasi logica industriale e che potrebbe concretizzarsi già durante il mese di agosto”.

ROSSI “Il presidente del Consiglio Renzi, anche in qualità di presidente del semestre europeo, prenda in mano la situazione per risolvere la vicenda che riguarda l’Acciai Speciali di Terni (Ast)”: è la richiesta rivolta al premier che il senatore del Partito democratico Gianluca Rossi ha ribadito anche intervenendo in aula, a seguito della mobilitazioni di queste ore all’acciaieria di Terni.

“ThyssenKrupp – scrive Rossi in una sua nota – sta prendendo decisioni inaccettabili sulle sorti del sito produttivo: 550 licenziamenti, dimezzamento della produttività e tagli per 100 milioni di euro l’anno sono lo scenario che ha causato le comprensibili e drammatiche proteste di migliaia di lavoratori e di una città intera. Chiedo al presidente Renzi di chiamare Thyssenkrupp a rispondere delle sue reali intenzioni per il sito di Terni essendo il piano presentato dall’amministratore delegato Morselli un disegno esclusivamente finanziario, fatto di tagli occupazionali e di affossamento di produzioni di eccellenza strategica per il nostro Paese”.

TAJANI “Faremo di tutto perché si cerchi di mettere riparo a un errore di politica industriale grave che sta commettendo la Thyssen”. Lo ha affermato il vicepresidente del Parlamento europeo Antonio Tajani a margine di un incontro a Roma, presso la Rappresentanza del parlamento europeo, con il Commissario Ue all’Industria Ferdinando Nelli Feroci, l’altro vicepresidente David Sassoli e le rappresentanze sindacali delle acciaierie di Terni.

Il piano industriale dell’azienda doveva “garantire la competitività” e ciò non è avvenuto, ha sottolineato Tajani, convinto che “si sta danneggiando la competitività di un sito siderurgico quale quello di Terni di alta qualità, importante sia per l’Italia sia per l’Europa. Bisogna intervenire a più livelli: uno è quello europeo, l’altro è quello nazionale, dove serve un intervento del governo, e poi ce ne è uno tra privati. Come vice presidente del parlamento europeo chiedo che si dia vita a una task force per questo sito da parte della Commissione europea cosi come previsto dal piano d’azione sulla siderurgia”, ha concluso.

FEROCI A margine dello stesso incontro, il Commissario Ue all’Industria Ferdinando Nelli Feroci, ha detto: “Ho appreso con soddisfazione le notizie di ieri: il ritiro del piano di mobilità (dell’Ast di Terni) e l’avvio di un tavolo con il governo a partire dal 4 settembre. Per quanto riguarda la Commissione europea – ha aggiunto Nelli Feroci – quello che mi riprometto di fare è di chiedere al vicepresidente Almunia di verificare che il piano annunciato da Thyssen sia pienamente compatibile con gli impegni assunti dalla al momento in cui ha rilevato l’impianto di Terni. Questa è la cosa più importante”.

SASSOLI Sulle stesse posizioni il vicepresidente del Parlamento europeo David Sassoli che si spinge a chiedere “perché non pensare anche ad aprire a protagonisti del mondo della siderurgia internazionale? al fine di rilanciare “il polo della grande qualità dell’acciaio italiano” e risolvere la questione del piano industriale della Thyssen.

Ha proseguito Sassoli: “Dobbiamo impegnare l’Europa su due versanti: un tavolo interistituzionale previsto dal piano per la siderurgia europea e consentire alla Commissione europea di precisare gli attori che possono partecipare al rilancio, alla ristrutturazione e all’acquisto di un’azienda così importante. L’Italia deve fare la sua parte. Il governo ha chiesto con precisione di riscrivere questo piano e l’azienda deve essere aiutata”.

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