Ast, dopo accordo è ripresa attività produttiva. Assemblee in vista del referendum

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Ast lavoratori ingressoDopo l’accordo sul piano industriale firmato ieri al Mise da azienda, sindacati e Governo, questa mattina è ripresa l’attività lavorativa in tutti gli stabilimenti dell’Ast e sono terminati i presidi alle portinerie. Oggi sono in programma le prime assemblee in cui saranno illustrati i contenuti dell’intesa ai lavoratori. Assemblee che proseguiranno fino a sabato, poi il 15 dicembre si svolgerà un referendum.

Difficile, se non impossibile, un esito negativo del referendum benché non manchino dubbi sull’effettiva bontà dell’accordo.

azionarato diffusoAggiornamento ore 13,40: Intanto questa mattina la deputata umbra di Scelta Civica, Adriana Galgano, ha presentato a Montecitorio una proposta che da settimane è sostenuta da un comitato di cittadini e operai di Terni: garantire il futuro di Ast mediante una nuova società ad azionariato diffuso, autonoma finanziariamente e legata al territorio. Alla conferenza stampa di presentazione hanno partecipato anche il capogruppo di Scelta Civica alla Camera Andrea Mazziotti, il deputato e collega di partito Alberto Bombassei e i rappresentanti del comitato cittadino Giovanni Ceccotti e Matteo Verticchio (operaio Ast, candidato alle ultime elezioni amministrative nella lista Progetto Terni ed esponente di Socialismo Patriottico).

Galgano ha detto: “L’accordo di ieri è sicuramente un importante primo passo ma affinché l’azienda riprenda il suo ruolo di primo piano, bisogna mettere in campo strategie di lungo periodo, ed in questo senso l’attivazione di una ‘public company’ ad azionariato diffuso, che sblocchi il fondo strategico italiano, diventa fondamentale. Sul tema abbiamo anche chiesto un incontro a Delrio, ma ancora non ha risposto”.

Per Verticchio invece “dopo ieri è chiaro che si vuole portare l’azienda ad una morte lenta. Una fabbrica come questa va riavviata, ma non con la propaganda di certi partiti o di qualche sindacato, ma ricomprandola mettendo in vendita una parte delle azioni”. Le azioni, secondo Ceccotti, “per iniziare dovrebbero essere circa 2.000, da 500 euro l’una, in modo da raggiungere in breve tempo la cifra di 1.000.000 euro da mettere a disposizione dell’azienda”.

Sulla stessa linea Bombassei (che tra l’altro è stato ex presidente di Confindustria), che conclude sottolineando come non sia “contrario a interventi dello Stato, che in America hanno avuto successo, come nel caso Chrysler, ma essendo contrario alla statalizzazione perché va evitata la gestione pubblica, considero quella dell’azionariato diffuso un’ottima idea. Del resto, anche nella stessa Germania, molte multinazionali che funzionano hanno una struttura del genere e non deve stupire come iniziativa”.

Aggiornamento ore 19,15: Sono state tutte molto affollate dagli operai le prime assemblee tenute oggi all’Ast per esaminare l’ipotesi di accordo sul piano industriale. Al confronto hanno partecipato i vertici nazionali dei sindacati dei metalmeccanici, Marco Bentivogli, Fim, Rosario Rappa, Fiom, e Mario Ghini, Uilm. Nelle assemblee sono emersi pareri favorevoli all’accordo ma anche perplessità. Il testo complessivo sarà comunque valutato dai lavoratori con un referendum in programma il 15, 16 e 17 dicembre. Intanto da oggi hanno cominciato a firmare i 290 dipendenti dell’Ast che hanno scelto di lasciare l’azienda con la mobilità incentivata.

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