Ast, la versione del ministro ”spompo” Guidi: ”Nessun accordo perché azienda e sindacati troppo rigidi”

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federica guidiDopo il fallimento della trattativa sul piano industriale Ast e l’avvio delle procedure di mobilità per 537 lavoratori, interviene per dire la sua il ministro dello Sviluppo economico, Federica Guidi, che ha seguito per mesi la vertenza. In una nota definisce azienda e sindacati “troppo rigidi”, difende l’operato del Governo rivendicando di aver ottenuto la modifica del piano industriale e assicura che proseguirà l’impegno dell’Esecutivo per giungere ad un accordo. Parole che, purtroppo, non riaccendono alcuna speranza e somigliano piuttosto ad una sterile autodifesa, per giunta del tutto inappropriata visti i disastrosi risultati.

Scrive Guidi nella sua nota: “Fin dall’inizio di questa lunga vicenda il Governo si è adoperato per ottenere da Ast l’irrobustimento delle prospettive industriali dello stabilimento di Terni rispetto al piano iniziale. Proprio grazie a questa azione del Governo, il piano è profondamente cambiato: un piano di investimenti di 100 milioni di euro in 4 anni, 10 milioni per la ricerca e lo sviluppo, il trasferimento della linea di laminazione a freddo di Torino, il mantenimento dell’attuale capacità produttiva almeno ai livelli registrati negli ultimi tre anni e la riduzione al minimo del numero degli esuberi previsti dall’azienda”. In realtà il numero di esuberi è rimasto pressoché invariato (da 550-580 annunciati inizialmente ai 537 di oggi) e la maggior parte degli investimenti era già stata prevista nella prima versione del piano industriale di Thyssenkrupp. Insomma, è davvero difficile comprendere cosa abbia da rivendicare il ministro Guidi. 

Continua la nota: “Il Governo ha profuso ogni sforzo per monitorare da vicino e assistere azienda e sindacati nelle trattative di secondo livello, di loro stretta spettanza, come le stesse parti sociali avevano chiesto nell’accordo che avevano firmato il 4 settembre 2014 affinché il confronto si svolgesse al Ministero dello Sviluppo Economico”. Inoltre, aggiunge ancora il ministro, “dopo diversi incontri fra le parti senza alcun esito il Governo, sollecitato dalle parti, ha accompagnato progressivamente il tentativo negoziale cercando di agevolare il raggiungimento di un’intesa. In questo non è stato aiutato dalle rigidità manifestatesi che hanno contribuito a mantenere un clima molto difficile in termini di relazioni industriali tra le parti”. Clima difficile effettivamente confermato da tutte le parti in causa.

Prosegue Guidi: “Nonostante questo irrigidimento su alcuni aspetti della trattativa, il Governo aveva progressivamente individuato i punti intorno ai quali si sarebbe potuta raggiungere un’intesa come era stato auspicato in occasione del primo intervento che aveva già portato al ritiro della procedura di mobilità avviata dall’azienda”. Bene effettivamente il primo lodo Guidi del 5 settembre. Peccato che il proseguo della trattativa sia stato un fallimento dietro l’altro, con lo stesso ministro Guidi che nei successivi incontri è apparso “spompo”, tanto per usare un termine renziano, senza idee, senza efficaci proposte e, ad eccezione dell’impegno per la riduzione dei costi energetici, senza alcuna concreta misura. Lo stesso Renzi deve aver ritenuto inefficace Guidi se, per l’ultima trattativa, ha deciso di affiancargli il sottosegretario Graziano Delrio (su questa mossa si potrebbe tra l’altro aprire un lungo capitolo su retroscena e retropensieri: Renzi e Delrio sono, da mesi, ai ferri corti; il premier, avendo capito la mal parata, ha spedito il sottosegretario a raccogliere una sicura sconfitta?).

Aggiunge il ministro: “Il Governo ha ribadito anche in questa occasione che avrebbe messo in campo tutte le misure relative, tra l’altro, all’efficientamento dei costi energetici in grado, a legislazione vigente, di aiutare il raggiungimento di un accordo. Ancora ieri sera il Governo, nel tentativo di proporre un accordo quadro che mediasse fra punti sui quali permanevano distanze fra le parti, ha richiamato le stesse ad un estremo sforzo di responsabilità finalizzato a proseguire la discussione in un clima meno conflittuale che l’esercizio di atti unilaterali, come avvenuto stamattina, avrebbe inevitabilmente reso molto più difficile”.

Ora Guidi, parlando a nome del Governo, “ribadisce la volontà di continuare ad offrire ogni sostegno affinché le parti raggiungano un accordo che garantisca lo stabilimento produttivo, lo sviluppo e l’occupazione dell’Ast di Terni auspicando che l’avvio delle procedure di mobilità non vanifichi gli sforzi finora compiuti, per cercare una soluzione che salvaguardi il futuro di questo importante sito industriale”. Parole “spompe”.

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  • Alessio Orotsam

    “Io come Dio non gioco ai dadi e non credo alle coincidenze” (da V per Vendetta)

    L’azienda non ha niente da perdere! Ha già deciso di chiudere l’AST a Terni. Io non credo al caso, come quando hanno chiuso la SGL-Carbon a Narni circa un anno fa’ ( coincidenza ! Produceva gli elettrodi necessari agli altoforni dell’acciaieria )
    Quindi l’azienda così ne esce “pulita”, potendo affermare che ci ha provato a trovare un accordo ma i sindacati hanno detto di no.
    E ora signori, tutti a casa senza niente in mano.
    E la Tissenkrup vince!

  • fabio

    La verita’ è una sola stanno chiudendo l’acciaieria perche é troppo competitiva e da fastidio al resto dell’europa gli stanno togliento commesse piano piano e la faranno spegnere come una candela,tutto questo perche abbiamo un governo che fa ridere……