Ast: Marini, Di Girolamo e Polli scrivono a ministro Passera: ”Chieda ritiro proposta Outokumpu”

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Il Governo italiano sostenga formalmente la richiesta a Outokumpu di ritirare la propria proposta avanzata alla Commissione europea di spacchettare e vendere l’Ast e successivamente si avvii un confronto tra il gruppo finlandese, ThyssenKrupp-Inoxum, le istituzioni nazionali e umbre, le forze sociali e sindacali per individuare una soluzione che abbia come obiettivo principalmente “la salvaguardia di una grande e strategica industria italiana”. Lo chiedono in una lettera congiunta inviata al ministro dello Sviluppo economico, Corrado Passera la presidente della Regione Umbria, Catiuscia Marini, il presidente della Provincia di Terni, Feliciano Polli e il sindaco Leopoldo Di Girolamo.

I vertici degli enti locali nella lettera rappresentano al Ministro i punti essenziali della posizione delle istituzioni umbre in merito alla vicenda, sottolineando che raccolgono il largo consenso delle forze sociali dell’Umbria. Ricordano che il piano presentato da Outokumpu prevedeva originariamente la centralità del sito industriale di Terni e che questo, insieme allo stabilimento di Torino, sempre di proprietà della società finlandese, doveva rappresentare il polo produttivo di riferimento del gruppo a livello europeo. Successivamente, ed “unilateralmente Outokumpu – scrivono Marini, Polli e Di Girolamo – ha presentato alla Commissione Europea due proposte che di fatto prospettano lo smembramento e la cessione degli stabilimenti ternani, senza alcuna condivisione, né tantomeno comunicazione con le istituzioni ed i sindacati”.

I rappresentanti delle istituzioni umbre ribadiscono come sia irrinunciabile “il mantenimento dell’unitarietà del sito di Terni in termini di gestione integrata delle attività presenti” e che, grazie agli investimenti per centinaia di milioni di euro effettuati da ThyssenKrupp, le Acciaierie di Terni “sono in grado di assicurare una importante competitività delle produzioni”. Nella lettera, infine, si sottolinea che le Acciaierie di Terni, e il sistema delle imprese collegate, devono poter continuare ad essere presenti sul mercato europeo e globale.

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