Ast, Marini: ”Governo sfidi Thyssen su piano industriale o favorisca cambio di proprietà”

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Catiuscia_MariniQuesta mattina il Consiglio regionale dell’Umbria ha dibattuto sulla situazione delle acciaierie di Terni interessate dal piano industriale lacrime e sangue della Thyssenkrupp che contiene, tra l’altro, il licenziamento di 537 lavoratori. Lungo l’intervento della presidente della Regione, Catiuscia Marini. E il suo discorso segna una piccola svolta: la governatrice questa volta chiede al Governo di dismettere i panni dell’arbitro, di incalzare Thyssen sul piano industriale ed eventualmente di favorire un cambio di proprietà dell’Ast. Un sostanziale cambio di atteggiamento visto che fino ad oggi le istituzioni locali si erano limitate “ringraziare l’Esecutivo per la paziente mediazione” attuata.

In apertura Marini ha detto che quella dell’Ast è una vicenda “particolare, complessa e difficile. E non è semplicemente una vertenza: per la dimensione e le caratteristiche economico-produttive, per la posizione strategica della produzione d’acciaio, per le dimensioni e caratteristiche d’impatto su Terni e sul sistema economico umbro”.

UE Secondo la valutazione della presidente della Regione, su Ast “la Commissione europea, con Barroso e Almunia, si è preoccupata di valutare soltanto l’aspetto del mercato, senza approfondire la questione produttiva. L’attuale amministratore delegato (Lucia Morselli, ndr) non è – ha fatto notare Marini – un ‘acciaiere’, non si preoccupa di fare scelte di politica industriale per la fabbrica ternana. Questo rispecchia certamente le scelte di Thyssenkrupp per il sito di Terni”.

GOVERNO NON SIA ARBITRO Per la presidente umbra, “un ruolo centrale in questa vicenda lo deve giocare chi rappresenta il nostro paese, dalla presidenza del consiglio ai ministeri come sviluppo economico e lavoro. Solo questo livello può esercitare una funzione non solo da arbitro tra azienda e sindacati ma di protagonista centrale, con Regione e Comune, rispetto a Tk. Non si può accettare minimamente il percorso che l’azienda intende intraprendere adesso, a livello locale e regionale dopo l’avvio delle procedure di mobilità, quasi facendo intendere di sostituire in questo una vertenza nazionale. Il confronto deve essere tra Governo e Thyssenkrupp”.

FAVORIRE PASSAGGIO PROPRIETA’ “Più volte Thyssenkrupp ha ribadito che l’acciaio non è più strategicamente centrale per la sua strategia economica in Europa. Il Governo deve capire se ci sarà un’accelerazione del passaggio proprietario, con la presenza di altre multinazionali, favorendo il percorso di interlocuzione con un assetto proprietario più interessato al settore in questione, con investimenti e ricerca”.

TENSIONI COMPRENSIBILI Marini ha poi detto di “comprendere l’attuale tensione, rabbia e preoccupazione dei lavoratori Ast, dell’indotto e di tutta una città”, ed ha sostenuto che “difficilmente possiamo favorire una soluzione positiva se non siamo in grado di costruire un percorso strategico, nel rispetto dei ruoli dei vari soggetti in campo, dal parlamento europeo a quello nazionale, al governo agli enti locali. Tutti questi soggetti si devono alleare evitando derive che fanno l’interesse più spicciolo dell’azienda”.

GOVERNO SFIDI TK Secondo la Marini, “va ricostruito l’obiettivo centrale, a partire dal piano industriale: su questo il Governo deve sfidare Tk, a partire dall’esigenza di nuovi investimenti e dalla certezza sui volumi di produzione sia del caldo sia del freddo. Il nodo del protagonismo del Governo e delle istituzioni è quello del piano industriale: solo qui si può sfidare Thyssenkrupp sull’assetto proprietario. Altrimenti, a partire dal Governo, va favorito un nuovo assetto proprietario”.

EVITARE RIDUZIONE PRODUZIONE Quello che occorre fare, secondo la presidente della Regione, è prima di tutto “evitare il ridimensionamento dei volumi delle produzioni di Ast, che deve invece continuare a svolgere un ruolo centrale nella strategia europea e nazionale dell’acciaio”. Per fare questo, sempre secondo la Marini, occorrono il “via libera all’attivazione delle produzioni a freddo, la certezza sui volumi delle produzioni a caldo, rendere evidente la strategia commerciale e come affrontare la riduzione dei costi anche sul versante delle materie prime e non solo dei lavoratori”.

“Anche su questi punti discuteremo giovedì prossimo nell’incontro tra Regione e Governo a Palazzo Chigi”, ha aggiunto la presidente della Regione, auspicando che venerdì anche il consiglio regionale umbro sia “presente in forma solenne a sciopero e manifestazione a Terni”.

NEVI Ha concordato con l’analisi e le proposta della Marini il capogruppo di Fi, Raffaele Nevi, secondo il quale “il Governo nazionale deve intervenire non per discutere della vertenza o per rinviare la soluzione dei problemi, ma per risolverli”. Riferendosi poi alle tensioni emerse nella seduta aperta di ieri del consiglio comunale ternano, Nevi ha invitato a “porre la massima attenzione su quanto potrebbe avvenire durante la giornata di protesta in programma in occasione dello sciopero di venerdì prossimo”.

STUFARA Duro il giudizio di Damiano Stufara (Prc) su Unione europea e Governo nazionale: “non soltanto non si sono comportati da ‘arbitri’ – ha detto il capogruppo Prc – ma si sono schierati dalla parte dell’azienda. Per questo è inutile invocare ora un intervento del Governo a favore dei dipendenti e della città di Terni”.

DE SIO Ancora più cruda l’analisi di Alfredo De Sio, di Fratelli d’Italia, che ha parlato, per la vicenda Ast, di “truffa europea contro il soggetto debole del mercato individuato nell’Italia. Tkè stato l’esecutore di un disegno che ha come mandanti i soggetti forti del potere politico e finanziario dell’Europa. Il tutto – ha proseguito De Sio – è avvenuto di fronte ad alcuni testimoni omertosi, a partire dai presidenti del consiglio che vanno da Monti a Renzi, e con un evidente ruolo ininfluente del commissario Ue italiano, Antonio Tajani”. Da qui la proposta di De Sio di “attivare risposte di carattere straordinario per evitare che l’acciaieria ternana sia smantellata: parlare di intervento pubblico in questo caso non sarebbe una ‘bestemmia’”, ha concluso il consigliere Fdi.

DOCUMENTO UNANIME Il consiglio regionale è giunto ad un documento unanime per chiedere che il Governo nazionale si impegni in un “confronto diretto con Thyssenkrupp per verificare se l’acciaieria ternana è ancora strategica” per le strategie della multinazionale tedesca. Il Governo nazionale – secondo il documento dell’assemblea umbra – deve quindi sollecitare Ast a redigere un nuovo piano industriale per potenziare le lavorazioni a freddo e salvaguardare la capacità produttiva del sito ternano, potenziando anche la rete commerciale. Terza e ultima richiesta al Governo nazionale del consiglio regionale dell’Umbria è quella di “riattivare il tavolo nazionale con le istituzioni, l’azienda e i sindacati per arrivare ad un accordo finalizzato a utilizzare tutti strumenti di solidarietà per tutelare i lavoratori” dell’Ast.

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  • LEONIDA

    Il governicchio italiano sfida un colosso tedesco dell’acciaio come la TK? Io spero solo che la Marini almeno lei creda in quello che dice. Abbiamo un debito verso la Germania che se proviamo solo a dire ” A ” ci asfaltano. Se l’Italia non e’ ancora fallita e’ solo grazie a quelle nazioni come la Germania che ci tengono ancora in vita per non perdere i soldi che gli dobbiamo dare.

    • robersis

      Ho letto tre volte il tuo scritto. Non volevo credere a quello che leggevo. La germania ha provato a sottometterci 70 anni fa con le armi e grazie a qualche nazione amica non c’è riuscita. Ora ci sta provando, affamandoci, con l’euro e dovremmo pure ringraziare. Io ho visto molti film dove dal nostro paese partivano treni per la germania carichi di buon metallo ma soprattutto carichi di PERSONE. Fortunatamente sono nato più tardi ma sono cose che NON SI POSSONO DIMENTICARE. E dobbiamo non dimenticare.

  • carropontista

    cari amici c’è del vero in entrambi i vostri pensieri, il debito ci rende schiavi e la nostra cieca politica non ha voce in capitolo se ho interpretato correttamente il pensiero di LEONIDA. Nessuno dimentica quello che la germania ha fatto (e non ha mai pagato) ma non è dando la colpa ai tedeschi che usciremo da questa situazione, la colpa è di chi lo permette e lo ha permesso forse in buona fede o forse no, ma per porre rimedio serve una inversione di marcia, basta servilismi, usciamo dall’euro e dall’europa fottiamocene del debito e mandiamo a casa (e in galera) chi ci ha venduto. Lo stato sovrano non è piu’ e DEVE tornare ad essere.

    • robersis

      Non voglio e non do la colpa ai germanici per quello che sta accadendo nel nostro paese, alla sua governante si e forse anche a quelli poteri forti che la sostengono. Purtroppo noi abbiamo dei leoni quando ci impongono sacrifici e degli agnellini quando vanno altre alpi. condivido in pieno il tuo pensiero di uscire dall’euro. I nostri governanti, Prodi in testa, si sono venduto lo stato, ci hanno tolto il diritto di decidere, l’ultima è l’elezione per il presidente della provincia. Grazie all’annunciatore. (vedi Renzi)

  • LEONIDA

    Non e’ colpa della germania se lo stato italiano gli ha venduto centinaia di miliardi di euro in BOT.Avessero preso quei soldi per ammodernizzare l’Italia… invece li hanno usati per mandare in pensione la gente a meno di 50 anni, per foreggiare i partiti, per dare false pensioni di invalidita’ ( la nostra amata umbria e’ la regione con piu’ invalidi in rapporto alla popolazione d’europa ) ti sembriamo tutti cosi storpi a Tern?.
    Il barbiere della camera prende 130.000 euro all’anno; Obama presidente di una super potenza ne prende 155.000 Gli Stati Uniti hanno in carico 500 auto blu, l’ Italia oltre 5000. Lo sai che tutte le mattine una serie di auto blu con autista ed accompagnatore vengono a prendere i nostri rappresentanti ternani alla regione e li portano a Perugia. Il treno non va bene. Un chilometro di austrada in francia costa 3 milioni di euro .in Italia 27. In sicilia una siringa viene pagata dal servizio regionale 3 euro cadauna.
    Continuate a dire che i cattivi sono sempre gli altri che ne risolveremo parecchie di cose.

  • Francesca

    Buogiono Signora Marini ci stiamo svegliando…..forse!!!! il governo deve incalzare la tk?…e voi quando lo farete con il governo? Quanti parlamentari umbri sono seduti su quelle comode poltrone ,e loro chi hanno incalzato??? Penso che il governo, forse, non riuscira’ a fare nulla ….ma di una cosa sono sicura che la politica locale, dal comune fino alla regione , non stanno facendo nulla!!!! Che vergogna!!!!!

  • pescante

    La Marini , al pari di Di Girolamo , di Poletti e compagnia cantando, farebbe bene a tacere per sempre dimettendosi .
    Non hanno capito che quando le multinazionali se ne vogliono andare,non ci sono cazzi che tengono .
    Gli esempi sul nostro territorio oramai fanno storia:
    – SIT STAMPAGGIO ( IN FRANCIA )
    – NORSKE HYDRO ( IN INDIA )
    – BASELL (A FERRARA E BRINDISI )
    – ITALTEL ( IN UNGHERIA E MOLDAVIA )
    – ESAB (NELLA REPUBBLICA CEKA )
    – SGL ( CHIUSURA DEFINITIVA ).
    Serve altro per capire come funziona nel mondo globalizzato ?

  • LEONIDA

    Quando le aziende hanno bisogno di lavoro sporco chiamano la Morselli
    e come dice pescante lei il suo lavoro lo sa fare.
    Ho tanta rabbia dentro perché ti senti impotente difronte a questioni di Macro Economia. Sei una goccia nell’oceano che non gli seve piu’.
    Ma so anche che nessuno scoglio puo’ fermare il mare!!!

  • carropontista

    come funziona?
    mi sembra di capire che tutti abbiamo capito tutto…
    meno male…
    ma allora cosa aspettiamo?
    di che abbiamo paura?
    perché non ci riprendiamo il nostro paese?
    cosa ci impedisce di scendere in piazza in centomila in mille piazze?
    quando la celere e l’esercito si schiereranno dalla nostra parte che poi è ovviamente anche la loro?
    spiegatemi perché non accade.
    grazie

  • LEONIDA

    CI SONO ANCORA LE PENSIONI DEI PADRI E QUELLE DI ACCOMPAGNAMENTO DEI NONNI.
    LA NOSTRA CULTURA NON E’ QUELLE DI LOTTARE MA DI RIMANDARE .
    MA IO VI DICO MALEDETTO COLUI CHE SI ADAGIA SUI SACRIFICI DEGLI AVI

    • legaccio

      Il mio povero papà si rivolta nella tomba per quello che stà accadendo . Ha lottato negli anni drammatici del 50 e 60 , per dare una dignità ai figli attraverso il suo lavoro . Ha creduto nel sindacato di cui era un fervente ammiratore , ma se tornasse in vita stenterebbe a riconoscere come rappresentanti dei lavoratori quelle mezze calzette di venduti che bazzicano nelle sedi della triplice e che sostengono di parlare a nome dei lavoratori .
      Si devono vergognare e andare ad impiccarsi all’albero più alto , VERGOGNA!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

      • ernesto poli

        leggo tutti questi commenti e capisco perchè andiamo male,
        non c’è un commento costruttivo, tutti rivolti a cercare le responsabilità di qualcuno…
        ma svegliatevi,
        dobbiamo lottare tutti uniti , e lasciare da parte qualsiasi polemica interna,
        adesso la battaglia e verso l’esterno e ci dobbiamo mostrare tutti compatti, ma la vogliamo vincere questa guerra
        mettiamo in campo tutti le azioni che possono dar fastidio al TK,
        a) ispezioni continue degli enti preposti nello stabilimento, con conseguenti ovvie sanzioni elevate al massimo grado consentito
        b) tutti a lavorare ( lo sciopero è quanto si aspettano e quindi è tutto previsto ), ma diventiamo cagionevoli di salute, quindi certificati medici a volontà, tra l’altro vediamo così se ci mandano a casa , almeno il mancato acquisto delle materie prime uscirà fuori con tutta la sua virulenza,

        c) organizziamo manifestazioni di protesta in casa loro, tutto il popolo tedesco sarebbe colpito di un simile accadimento ), che sia così difficile organizzare dei viaggi economici nel weekend??

        d) facciamo tutte quelle iniziative che hanno elevata risonanza, tipo bloccare grandi stazioni, aeroporti,partite di calcio, fino a quando il governo italiano non prenda decisioni concrete

        e)