Ast, ministro Guidi convoca Morselli. Renzi: ”Siamo molto preoccupati, stiamo lavorando”

2

Mise operaiMentre i lavoratori sono in sciopero ad oltranza in risposta al taglio dei turni di due reparti dell’area a caldo e stanno dando vita a dei presidi permanenti, il ministro dello Sviluppo economico, Federica Guidi, ha convocato i vertici dell’Ast. Lo ha reso noto in serata lo stesso dicastero. Nella nota del Mise si legge che “il ministro dello Sviluppo economico, Federica Guidi, ha convocato l’amministratore delegato dell’Ast di Terni, Lucia Morselli, per mercoledì 29 ottobre alle 10”. 

RENZI Il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, questa mattina è tornato per l’ennesima volta ad esprimere preoccupazione per le acciaierie di Terni. Lo ha fatto nuovamente oggi a Roma quando, tornando a piedi dal Quirinale, ha incrociato in piazza Colonna (nei pressi di palazzo Chigi) una scolaresca e si è fermato a salutarla. Quando ha appreso della provenienza, Narni, ha detto agli alunni: “Siamo molto preoccupati per le acciaierie di Terni” e poi ha assicurato: “Stiamo lavorando”.

AIRAUDO Il senatore di Sel Giorgio Airaudo, oggi ha dichiarato: “Mentre il Presidente del Consiglio interviene in Aula alla Camera sul Consiglio Europeo di Bruxelles di domani, a Terni gli operai della AST iniziano uno sciopero ad oltranza. Visto che Renzi non ha ancora convocato il tavolo a Palazzo Chigi ci dica cosa farà in Europa per loro. Non può solo dire che è preoccupato, come ha fatto oggi con una scolaresca umbra, ma deve fare delle cose precise: convocare la multinazionale tedesca a Palazzo Chigi e intervenire sulla Cancelliera Merkel per mantenere in territorio italiano questo pezzo della produzione siderurgica. Sono i lavoratori ad essere preoccupati per il rischio di perdere il lavoro, lui deve fare il suo mestiere che è quello di difenderli, conclude l’on. Airaudo”. 

CIVATI Sulla vertenza Ast oggi è intervenuto anche il deputato del Pd, Pippo Civati: “L’esito della vicenda delle acciaierie Ast di Terni non poteva che essere quello che si sta prefigurando in queste ore, dato il silenzio del Governo italiano: l’avvio dello smantellamento dell’attività fusoria da parte della proprietà Thyssenkrupp con conseguente e progressiva riduzione di almeno 500 dipendenti diretti e altrettanti nell’indotto”.

Civati ritiene che tutto sia anche “condito dalla beffa” visto che con la legge di stabilità in approvazione “la Thyssenkrupp beneficerà dal Governo italiano di 7 milioni di euro grazie all’abbattimento dell’IRAP, previsto per tutte le aziende indipendentemente dal loro comportamento economico e sociale. La beffa, in realtà, l’ha già avuta il Governo italiano dal Commissario europeo uscente per la concorrenza, Almunia, che solo un mese fa ha fatto sapere quanto concordato con la Thyssenkrupp al momento della riacquisizione di AST: il semplice mantenimento dei volumi di lavorazione a freddo, con conseguente trasferimento delle lavorazioni a caldo in siti tedeschi, di cui era stata preventivata la chiusura già due anni fa, per il loro basso grado di efficienza. Questo accordo, reso pubblico solo ora – spiega Civati – smentisce l’impegno che lo stesso Almunia aveva assunto rispetto al mantenimento dell’integrità del sito di Terni. La perdita dell’attività fusoria renderebbe il nostro paese, che è il secondo consumatore di inox in Europa, completamente dipendente dalle importazioni”.

“Di fronte a questa vera e propria emergenza industriale – prosegue Civati – il Governo ha scelto di porsi in una posizione di “mediatore”, quasi che il Governo italiano potesse considerare come equivalenti gli interessi dell’Italia e quelli di una multinazionale tedesca, in gravi difficoltà finanziarie per investimenti sbagliati oltreoceano. Il Governo ha scelto di non intraprendere nessuna iniziativa, neanche nei confronti della Commissione Europea, quanto meno per chiedere conto della parzialità delle sue insindacate decisioni, nonostante il corrente semestre di Presidenza europea in capo all’Italia. Preoccupato per il depauperamento del sistema produttivo nazionale, come per le sorti dei lavoratori e di un’area territoriale, quella di Terni, che resta la più importante dell’Italia centrale, mi unisco – conclude Civati – alle sollecitazioni per un intervento politico del Governo in sede europea”.

CONDIVIDI