Ast, Pucci: ”Vendita necessaria”, Fismic: ”No a cessione acciaierie”, politici: ”Intervenga Governo”

9

Le acciaierie di Terni sono di nuovo in vendita (qui l’articolo). Il mondo politico, economico e sindacale di Terni è in forte stato di agitazione come ben si comprende dalla pioggia di dichiarazioni più o meno allarmate sulla nuova prospettiva per gli stabilimenti di viale Brin.

L’ad di Ast, Marco Pucci, ha spiegato che quella di Outokumpu è una scelta praticamente obbligata per avere il via libera dall’antitrust europeo. Forte contrarietà è stata invece espressa dal segretario nazionale di Fismic, Andrea di Maulo che ha anche accusato come alla base di questa decisione potrebbero esserci “le continue incursioni della magistratura sul mondo del lavoro”. Il segretario comunale del Pd di Terni, Andrea Delli Guanti, ha parlato della necessità di un intervento del Governo, sostenendo che la questione dell’Ast deve coinvolgere l’intero Paese. Anche per il consigliere regionale e coordinatore provinciale del Pdl di Terni, Alfredo De Sio, la questione deve essere inserita con urgenza nell’agenda del Governo mentre le rassicurazioni sul fatto che non siano previsti tagli al personale “non tranquillizzano nessuno”. Per il capogruppo regionale di Rifondanzione Comunista, Damiano Stufara, si tratta di una decisione sconcertante che rischia di portare allo “spacchettamento delle produzioni e la messa in esubero di centinaia di lavoratori”. Per il segretario regionale dell’Idv Paolo Butti, il caso dell’Ast è addirittura più grave del caso Ilva di Taranto e la questione deve diventare una priorità del Governo. L’amministrazione comunale di Terni, per bocca dell’assessore Sandro Piermatti, esprime forte preoccupazione e fa sapere di aver già chiesto un “tavolo nazionale sulla situazione delle acciaierie di Terni”. Forte preoccupazione è espressa anche dal presidente della Provincia Feliciano Polli. In serata la presidente della Regione Umbria, Catiuscia Marini, ha comunicato di aver chiesto al presidente del Consiglio Mario Monti la convocazione urgente del tavolo nazionale già istituito presso la Presidenza del Consiglio dei ministri.

Aggiornamento ore 20.45: le istituzioni locali ternane e umbre, insieme ai rappresentanti dei sindacati sono stati convocati per giovedì, alle 18, presso il ministero dello Sviluppo economico per affrontare la questione della fusione Inoxum-Outokumpu.

Le dichiarazioni dell’ad Pucci. La vendita del sito integrato dell’Ast di Terni, oltre ad alcuni centri di servizio europei, da parte di Outokumpu è necessaria perché con l’acquisizione di tutta Inoxum “la multinazionale finlandese raggiungerebbe una posizione dominante sul mercato per quanto riguarda la produzione a freddo. Dietro sollecito dell’Ue, Outokumpu deve quindi ridurre la capacità installata e mettere a disposizione asset per creare un quarto concorrente nel settore sul mercato europeo, rispetto ai tre che si verrebbero invece a creare con la fusione tra Outokumpu stessa e Inoxum”. Così l’ad di Tk-Ast Marco Pucci ha commentato la notizia che vede le acciaieri di Terni di nuovo in vendita.

Pucci ha quindi motivato, nel corso di una conferenza stampa, la decisione della multinazionale finlandese di presentare all’Antitrust Ue, che deve dare il via libera all’accordo tra i due gruppi, la nuova proposta transattiva. L’amministratore delegato Ast ha ricordato che nelle scorse settimane Outokumpu aveva già presentato all’Antitrust, per evitare di superare la concentrazione di produzione a freddo, una proposta nella quale “venivano messi a disposizione sia gli impianti a caldo che quelli a freddo svedesi, oltre al trasferimento in Svezia di due linee di produzione a freddo ternane”. Dai market test effettuati dall’Ue, ha continuato Pucci, “sembrerebbe però che questa prima proposta potrebbe non essere accettata e così Outokumpu, prima che l’Antritust dica ufficialmente che non va bene, ha presentato una proposta alternativa” nella quale si ipotizza la vendita dell’Ast. Nel caso in cui questa seconda proposta venga accettata – oggi sono iniziati i nuovi market test e una decisione definitiva è prevista per il 16 novembre – “la Commissione europea sarà garante dell’operazione e dirà quale dovrà essere il migliore partner a cui Outokumpu dovrà vendere”.

“Questo partner – ha sottolineato Pucci – dovrà essere non solo forte economicamente, ma avere anche caratteristiche industriali per diventare a tutti gli effetti concorrente dei tre al momento presenti sul mercato”. Attualmente, oltre ad Outokumpu, sono infatti presenti i francesi di Aperam e gli spagnoli di Acerinox. Dal momento del pronunciamento dell’Antitrust la multinazionale finlandese avrà quindi 6 mesi di tempo per trovare autonomamente il soggetto a cui cedere l’Ast, poi eventualmente altri sei mesi con l’aiuto dell’Ue. Nella nuova proposta, ha assicurato ancora l’ad, il piano industriale di Outokumpu rimane comunque invariato rispetto a quello originale.

Il commento di Di Maulo (Fismic). La decisione della multinazionale finlandese Outokumpu di vendere l’impianto Ast di Terni, invece che dismettere una delle sue attività in Svezia, come suggerito dalla Commissione Antitrust, deve essere rivista perché “l’Italia non può perdere ancora un altro caposaldo del settore manifatturiero”. A dirlo è il segretario generale della Fismic, il Sindacato autonomo metalmeccanici e industrie collegate, Roberto Di Maulo. “Siamo anche certi – prosegue Di Maulo in una nota – che su tale decisione della multinazionale finlandese pesino gravemente le continue incursioni della magistratura sul mondo del lavoro, come dimostrano i recenti, clamorosi, casi delle 145 assunzioni di iscritti Fiom alla Fiat di Pomigliano e della chiusura dell’impianto a caldo dell’Ilva di Taranto. Queste sentenze incidono in maniera negativa sul sistema Paese, allontanano investitori stranieri e spingono sempre di più gli imprenditori italiani a delocalizzare le produzioni”. Secondo il leader della Fismic, “il governo dovrebbe cominciare a pensare seriamente di mettere in campo misure concrete che attraggano investimenti dall’estero, abbassando la tassazione sul costo del lavoro e l’Iva sui beni durevoli di consumi, adottando provvedimenti per sviluppare ricerca e innovazione e tagliando il costo dell’energia. Provvedimenti senza i quali la desertificazione industriale e occupazionale sarà un fatto concreto con cui fare i conti e aggraverà l’attuale situazione recessiva”. “Il 4 ottobre – conclude Di Maulo – ci sarà un incontro a livello governativo e in quell’occasione diremo forte il nostro no a ogni ipotesi di ridimensionamento o vendita dell’acciaieria ternana”.

Il comunicato di Delli Guanti (Pd Terni). “La decisione della corte europea in tema di Antitrust, che pone decisi vincoli all’acquisizione da parte di Outukumpu del pacchetto di maggioranza di Inoxum, mette in risalto l’urgenza di una visione complessiva del futuro industriale dell’intero Paese.

La comunicazione di Outukumpu circa un possibile ripensamento del suo impegno nelle acciaierie ternane pone seri interrogativi circa il prossimo futuro, non solo dello stabilimento ternano, ma dell’intero comparto siderurgico nazionale.

Ad essere in gioco non è solamente la tenuta sociale ed economica di una città e di un territorio che da sempre hanno dimostrato una chiara vocazione industriale ed hanno saputo formare competenze e maestranze altamente professionalizzate e fornire produzioni apprezzati nel mondo per qualità e quantità, ma la prospettiva dell’Italia come paese industriale con un forte settore siderurgico.

Non può sfuggire a nessuno, oramai, come esista una questione siderurgica italiana, soprattutto se guardiamo la situazione ternana in combinato con la forte incertezza che avvolge il futuro delle produzioni di Taranto.

Ecco perché occorre sollecitare con forza il Governo affinché prenda pienamente consapevolezza di come la questione non abbia i classici contorni della crisi aziendale ma riguardi la necessità di nuove e forti politiche industriali e di sviluppo, che invece nel il nostro paese ancora latitano.

Per questi motivi serve un’azione sinergia delle istituzioni e delle forze politiche, sociali e sindacali tutte affinché venga riattivato con urgenza il tavolo già previsto dal precedente Governo presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri: quel tavolo va reso pienamente operativo, messo nelle condizioni di agire su tutti i livelli – anche esercitando un ruolo forte e risoluto nei consessi internazionali – per esplorare tutte le possibili soluzioni così da garantire un futuro di qualità alle acciaierie ternane ed alla siderurgia italiana.

Nelle prossime ore il PD si attiverà presso i parlamentari italiani ed europei in questa direzione. Terni è una prova decisiva per una nazione che, va ricordato, è la terza economia dell’Unione Europea; e non si può certo pensare all’Italia, al suo rilancio e al suo sviluppo, se non si mantiene la sua forte dimensione industriale”.

Le dichiarazioni di De Sio (Pdl). “La notizia della proposta di procedere alla vendita delle produzioni Inoxum di Terni da parte di Outokumpu, per ricevere il via libera da parte della Commissione Europea in merito alla fusione annunciata, conferma le preoccupazioni che da più parti erano emerse rispetto al percorso ad ostacoli che contrassegnano il percorso in vista del pronunciamento da parte della Commissione europea”. Così il consigliere regionale Alfredo De Sio (PdL) sull’annuncio della decisione della multinazionale finlandese Outokumpu .

Secondo De Sio, “Bruxelles ha probabilmente informato Outokumpu che non basta la cessione delle produzioni a caldo e a freddo in Svezia e che bisogna procedere ad altre dismissioni. Occorre ora capire se la ricerca di un nuovo acquirente, come dice qualcuno, possa trasformarsi da problema in opportunità. Io nutro forti dubbi in merito – spiega l’esponente del Pdl -, soprattutto alla luce di uno scenario dove non si capisce quali possano essere le garanzie che offrirebbero tedeschi e finlandesi ad un potenziale concorrente. Ecco perché – aggiunge – ribadisco che questa vertenza debba assumere caratteristiche straordinarie ed essere iscritta urgentemente nell’agenda del Governo, il quale deve farsi garante di un percorso in cui la politica industriale conduca ad investimenti di capitale nazionale, in un settore di grande qualità nell’innovazione delle produzioni e che ha negli stabilimenti ternani un punto di forza”.

Il consigliere De Sio si dice poi convinto che “le affermazioni generiche, ma mai vincolanti, che non vi saranno ristrutturazioni che possano interessare tagli di personale non tranquillizzano nessuno. Se questa è la strada che le multinazionali hanno scelto e che l’Europa ci impone, la risposta delle istituzioni deve essere quella di favorire la ricerca di un compratore che continui le attuali produzioni favorendo la concorrenza sul mercato europeo ed evitando operazioni che impoveriscano il patrimonio del lavoro italiano, che tale rimane al di la dei profitti che legittimamente le multinazionali possono fare”.

De Sio ha annunciato, infine, che nelle prossime settimane promuoverà un’iniziativa politica “presso il Parlamento ed a Bruxelles con i Parlamentari europei, per conoscere meglio i dettagli di un operazione che deve essere affrontata nell’ottica della tutela di interessi nazionali”.

Le dichiarazioni di Stufara (Prc). “La decisione annunciata oggi dalla società Outokumpu di porre in vendita gli impianti siderurgici di Terni ‘per assicurarsi l’acquisizione di Inoxum da Thyssen Krupp’ fa carta straccia degli intenti sanciti nel febbraio scorso in merito al rilancio del polo siderurgico ternano e pone di nuovo sul tavolo il rischio dello spacchettamento delle produzioni e la messa in esubero di centinaia di lavoratori”. Così il capogruppo regionale di Rifondazione comunista per la Federazione della sinistra, Damiano Stufara per il quale “non è più accettabile che le sorti della maggiore fabbrica dell’Italia centrale siano ogni giorno messe in discussione senza che il Governo si senta in dovere di intervenire sulla materia per garantire il mantenimento di produzioni che sono, con tutta evidenza, strategiche per l’intero Paese”.

“In questi mesi – spiega Stufara -, prima siamo stati messi di fronte alla promessa di un aumento delle produzioni, poi alla riduzione dei volumi dell’area a freddo ed al dietrofront sulla dismissione degli stabilimenti di Inoxum in Germania; una vera e propria altalena che, dopo questo annuncio di Outokumpu, è preciso compito della comunità politica locale e nazionale fermare.

La vicenda del polo siderurgico ternano – spiega il capogruppo di Rifondazione comunista – non può dipendere dai voleri insindacabili di multinazionali che, sulla base di logiche spartitorie a cui con tutta evidenza sono estranee le istanze dei lavoratori e la dignità di un territorio, stanno ridefinendo il settore siderurgico su scala europea. È ora – rimarca Stufara – che il Governo intervenga per esigere dalla nuova proprietà un pronunciamento definitivo, in merito alle sue intenzioni, rispetto all’industria siderurgica ternana, mettendo in chiaro una volta per tutte che le produzioni ed i livelli occupazionali non si toccano.

Ci aspettiamo – conclude Stufara – che la presidente Marini e la Giunta regionale sappiano intraprendere le giuste iniziative nei confronti del Governo Monti, così solerte nel togliere i diritti ai lavoratori, ma così distante dalle sorti delle produzioni industriali strategiche del Paese”.

Le dichiarazioni di Butti (Idv). “La cessione delle Acciaierie di Terni, se confermata, surclassa per gravità la crisi dell’Ilva di Taranto e dovrà essere affrontata dal premier Monti come una delle priorità del Governo. L’Italia dei Valori chiama a raccolta tutte le forze politiche locali per una mobilitazione che dia il senso e la misura dell’estrema gravità di quanto accade”. E’ quanto afferma, in una nota, Paolo Brutti, segretario regionale Idv. “Il rischio di una lenta dismissione a colpi di smembramenti – continua Brutti – è altissimo. Una cosa, però, dev’essere chiara: ancora una volta i profeti del libero mercato vengono spernacchiati da logiche di ben altra natura. Il peso e l’autorevolezza della Germania si fanno sentire a tal punto da spingere il colosso finlandese Outokumpu a cedere Terni e la sua indiscutibile eccellenza produttiva lasciando in piedi segmenti di produzione tedesca assai meno strategici ma evidentemente cari alla cancelliera Merkel”. “Siamo vicini al sindacato – aggiunge, fra l’altro – e saremmo i primi a unirci a loro per qualsiasi iniziativa vogliano intraprendere”.

Le dichiarazioni di Piermatti a nome dell’amministrazione comunale. “Il sindaco Di Girolamo e la presidente della Giunta regionale Marini, informati stamattina dell’evolversi della situazione riguardo le prospettive dell’Acciai Speciali Terni, hanno immediatamente accelerato l’iter della richiesta d’incontro con il Governo per la riapertura di un tavolo nazionale sulla situazione delle acciaierie di Terni”. Lo ha detto l’assessore Sandro Piermatti, intervenendo oggi pomeriggio in consiglio comunale per comunicazioni sulle notizie in merito alla decisione di Outokumpu di porre in vendita il sito industriale di Terni a seguito delle richieste dell’antitrust dell’Unione Europea. Il sindaco è oggi impegnato a Perugia nella riunione del Cal.

Piermatti ha espresso, a nome dell’amministrazione comunale, una forte preoccupazione per la situazione in corso . “Il sito di Terni, pur con le sue eccellenze – ha detto Piermatti – è competitivo solo all’interno di un progetto complessivo di un grande competitor internazionale”. L’assessore ha anche riferito che per mercoledì è stato immediatamente riconvocato un incontro tra istituzioni locali e sindacati nella sede ternana degli uffici della Regione. Inoltre, come confermato anche dal presidente del consiglio comunale Giorgio Finocchio, domattina il sindaco Di Girolamo parteciperà alla conferenza dei presidenti dei gruppi per fornire informazioni sugli ultimi sviluppi della vicenda e per mettere a punto una strategia comune. Da diversi gruppi consiliari è infatti stata manifestata oggi la richiesta della convocazione di una seduta straordinaria del consiglio comunale per verificare la situazione ed un iter efficace con l’obiettivo principale di richiedere un’azione vigorosa da parte del Governo nazionale.

Le dichiarazioni di Polli. Il presidente della Provincia di Terni Feliciano Polli esprime forte preoccupazione per le notizie riguardanti la Tk e la proposta di Outokumpu di procedere alla vendita gli impianti Inoxum. “Le notizie di oggi – dichiara Polli – dimostrano che il problema rimane ancora aperto, nonostante l’impegno e le attenzioni che ci sono state a livello nazionale e comunitario e nonostante l’importanza che lo stabilimento ternano riveste dal punto di vista industriale a livello locale, regionale e nazionale. Occorre quindi – conclude il presidente – un impegno forte e incisivo del governo al massimo livello di responsabilità, a partire dal tavolo che il governo stesso ha convocato per giovedì a Roma, in modo che venga garantita una prospettiva certa e credibile per il sito produttivo ternano”.

La Regione Umbria. La presidente della Regione Umbria, Catiuscia Marini, ha chiesto al presidente del Consiglio Mario Monti la convocazione urgente del tavolo nazionale già istituito presso la Presidenza del Consiglio dei ministri in relazione alla cessione di Tk Ast. “E’ motivo questo di fortissima preoccupazione per la Regione – ha spiegato l’assessore regionale allo Sviluppo economico Vincenzo Riommi – le istituzioni locali e tutte le forze economiche e sociali in relazione al possibile impatto sull’occupazione e sul tessuto produttivo regionale. L’interesse del gruppo finlandese Outukumpu all’acquisizione di Inoxum, attualmente all’esame della Commissione Europea, avrebbe portato alla configurazione di un leader mondiale nella produzione di acciaio inossidabile, con una copertura del mercato pari al 14%, coinvolgendo quindi anche il sito industriale ternano che in relazione alle sue produzioni rappresenta una specificità nel panorama siderurgico nazionale. La richiesta della Regione – ha concluso Riommi – si colloca quindi in un contesto in cui il Governo deve essere chiamato ad attivare tutte le opportune iniziative per dare alla produzione degli acciai speciali a Terni la coerente dimensione di politica industriale e di sviluppo del sistema produttivo nazionale”.

CONDIVIDI
  • Se non ricordo male in sede di primi accordi di vendita di Inoxum ad Outkumpu, risultava che gli impianti che dovevano essere dismessi erano queeli tedeschi. Ora mi spiegate perchè questa netta inversione di tendenza? Mi spiegate perchè devo leggere notizie ( Pubblicato da Terni Oggi Il 20 settembre 2012 alle 11:52. In Economia) come quella di seguito riportata e credere ancora nei nostri sindacati e nella nostra dirigenza industriale e politica? 
     “Ad aggiungere incognite e preoccupazioni c’è anche un’altra questione emersa nei giorni scorsi. Nel piano industriale di fusione di Outokumpu, era prevista la chiusura dei siti produttivi tedeschi di Krefeld e Bochum a favore di quello ternano. Ora, invece, i sindacati tedeschi e la dirigenza dello stabilimento di Bochum, si stanno adoperando per ridurre il costo di produzione, proprio per evitare una sua chiusura. ”  

    Perchè non vengono chiusi gli stabilimenti di Bochum e Krefeld?

    • Fabio

      Ottima domanda, secondo me è perchè la Germania ha un peso molto più rilevante sia a livello politico che sindacale rispetto al nulla assoluto del nostro paese. Noi purtroppo in Europa contiamo meno di niente!

    • antonellacavallari

      E’ ovvio che il governo tedesco in sede antitrust avra’ avuto un peso politico maggiore del nostro.
      L’Europa esiste solo se vengono salvaguardati i loro interessi.
      Credo che in questa sede Terni si salvera’ solo se ci saranno  Interessi nazionali   di governo e di impresa che suppliscano a questa vendita.
      Non credo che i finlandesi vogliano vendere ai loro concorrenti piu’agguerriti

  • Se non ricordo male in sede di primi accordi di vendita di Inoxum ad Outkumpu, risultava che gli impianti che dovevano essere dismessi erano queeli tedeschi. Ora mi spiegate perchè questa netta inversione di tendenza? Mi spiegate perchè devo leggere notizie ( Pubblicato da Terni Oggi Il 20 settembre 2012 alle 11:52. In Economia) come quella di seguito riportata e credere ancora nei nostri sindacati e nella nostra dirigenza industriale e politica?  “Ad aggiungere incognite e preoccupazioni c’è anche un’altra questione emersa nei giorni scorsi. Nel piano industriale di fusione di Outokumpu, era prevista la chiusura dei siti produttivi tedeschi di Krefeld e Bochum a favore di quello ternano. Ora, invece, i sindacati tedeschi e la dirigenza dello stabilimento di Bochum, si stanno adoperando per ridurre il costo di produzione, proprio per evitare una sua chiusura. ”  

    Perchè non vengono chiusi gli stabilimenti di Bochum e Krefeld?

    • Pedrorodriguez84

      Le risposte al tuo quesito finale sono molto semplice a mio parere,  per le seguenti ragioni :
      1- Il peso politico dell’ Italia a livello UE nelle questioni economiche è uguale a zero

      2- Per Bochum sono previste produzioni diverse dall’inox , e quindi non impattano con i divieti dell’antitrust europeo, e Outokumpu manterrà integro quel sito ( oltre quello di Krefeld che ha l’eccellenza del marchio di fabbrica NIROSTA conosciuto a livello mondiale) 

      3- Il costo dell’energia ( e una acciaieria è la più energivora delle industrie) è del 30% in meno in Germania , quindi per quanto riguarda i costi di produzione siamo tagliati fuori a prescindere. 
      Se non ci mette i soldi il nostro Governo sotto forma di riduzione delle tariffe sotto forma di incentivi ( naturalmente tutti capiscono che avverrebbe a scapito dei cittadini che devono ripristinare i conii tramite aumenti delle bollette ), e temo tra l’altro che non ci siano assolutamente le risorse  per fare ciò , non potremo colmare quel grave gap .

      4-Le percentuali di assenteismo ,la conflittualità e ii fattori di produttività sono enormemente più alte qui rispetto alla Germania.
      Allora Adriano, secondo te chi faranno fuori i finlandesi , noi o la Germania ?. La risposta è scontata .

      Ultimo mio personale dubbio : una volta che AST sarà messa in vendita , con l’attuale crisi economica generale e del mercato dell’inox in particolare, chi avrà l’interesse e le risorse economiche ( ci vorranno almeno tre miliardi di euro per l’acquisto ) per azzardare un tale investimento?  Questo secondo me è l’interrogativo più angosciante .

      Quindi mettiamoci l’anima in pace, la conclusione di questa amara vicenda è già scritta.

  • Angelo Liurni

    fate come vi pare ma stavolta cari Politici Umbri non vi facciamo fare campagna elettorale sulle nostre spalle, stavolta invece da mangiare salsicce davanti le portinerie vi facciamo mangiare il pancotto a voi !!!!!!!!!!!!SO FINITI LI GIOCHI!!!!!!
       

  • Pedrorodriguez84

    Era chiaro sin dall’inizio che l’intervento dei finlandesi aveva l’intento che , dopo l’acquisto, ci si sarebbe liberati dell’AST creandosi uno spazio ulteriore per le loro patrie attività.
    Solo l’ottusità dei nostri pseudo sindacalisti e l’assoluta incompetenza dei nostri politici locali poteva non accorgersi dei giochi , che a mio parere, sono belli che fatti.
    Chi non ha capito questo è perlomeno uno sprovveduto.
    Prepariamoci a licenziamenti di massa , cosa che cancellerebbe anche la vita sociale di una città come la nostra che si avvia al ridimensionamento se non al declino definitivo .

    • wiz

      io da ignorante in materia questo che affermi tu pedrorodriguez l ho pensato fin dall inizio e quando manifestavo i miei dubbi ad altre persone mi ridevano in faccia!!
      spariamo ancora di sbagliarci!!

  • fabio

    le chiacchiere di tutti questi fantomatici politici e sindacalisti mi anno verramente  stufato non se ne puo piu ,se aspettiamo a loro e crediamo alle loro schifose bugie ci ritroviamo tutti a casa(sempre che ce la lascino ).uniamoci tutti insieme noi pomigliano  ilva taranto alcoa e tutti coloro che rischiano il loro posto di lavoro per colpa del menefreghismo dei nostri governanti,  è ora di cambiare. tutti a montecitorio ma non con i tamburi ma……un gesto eclatante da mettergli veramente paura .se devo affondare , non lo voglio fare senza aver prima combattuto per un diritto sancito dalla costituzione.