Ast, azienda, Governo e sindacati al Mise: passi avanti per accordo su piano industriale

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mise presidio (2)Al ministero dello Sviluppo economico è di nuovo confronto tra azienda, sindacati e Governo sul piano industriale dell’Ast. Martedì scorso il tavolo era finito nel nulla ed era stato aggiornato per martedì 18 novembre. Un rinvio troppo lungo, inaccettabile per i lavoratori – ormai in sciopero da quasi un mese – che mercoledì avevano bloccato l’autostrada A1 ottenendo la convocazione al Mise. Ieri il confronto tra sindacati e Governo è stato un buco nell’acqua: i rappresentanti dell’Esecutivo hanno chiesto l’interruzione dello sciopero, i sindacalisti hanno rifiutato, chiedendo a loro volta un intervento forte e diretto del presidente del Consiglio, Matteo Renzi. In serata, a chiedere la sospensione dello sciopero, è arrivato anche il vicepresidente di Confindustria Umbria (e presidente di Confindustria Terni), Stefano Neri.

Nell’incontro di questa mattina iniziato alle 9,30, ci sarà un nuovo muro contro muro: da una parte azienda e Governo a chiedere la sospensione dello sciopero, dall’altra i sindacati a chiedere garanzie per il futuro delle acciaierie di Terni.

Aggiornamento ore 10,05: Mentre sono in corso degli incontri separati tra le parti, in attesa che inizi il tavolo con tutti i soggetti, il segretario nazionale della Uilm, Mario Ghini, all’ingresso del Mise dichiara: “Anche il governo ritiene che non si possa fare un piano con un forno che resta aperto solo per 18 mesi, su questo siamo tutti d’accordo. Occorre mantenere accesso il secondo forno e non si può rimandare la decisione su questo tra un anno e mezzo o due. Serve capire ora cosa succederà”. Il sindacalista ricorda che la chiusura di un forno comporterebbe una perdita di “650 mila tonnellate di capacità produttiva” con conseguenze anche sul personale. Ghini dice infine che il tavolo di oggi anticipa l’incontro fissato per lunedì a Monaco con il board tedesco (l’azienda fa parte del gruppo Thyssenkrupp) e soprattutto quello di martedì, che si terrà nuovamente al Mise.

Aggiornamento ore 10,25: Il segretario nazionale della Fiom, Rosario Rappa, all’ingresso del Mise, ha sostenuto sono due sono gli scenari che si aprono di fronte alla vertenza Ast: “Il primo, si continua ad oltranza con la trattativa per arrivare ad un accordo; il secondo, non auspicabile, è quello in cui in assenza di risposte si intensificano le forme di lotta”. Rappa ritiene che “oggi dovremmo avere delle risposte sul mantenimento di entrambi i forni per tutta la durata del piano quadriennale, con una capacità produttiva minima di un milione di tonnellate di acciaio fuso e l’estensione dell’attività commerciale anche al Mediterraneo”. Una volta definito il volume minimo di produzione, si passerebbe ad individuare l’organico, “trattando eventuali esuberi in modo non traumatico, con la mobilità incentivata e i contratti di solidarietà”. Per Rappa “occorre comunque escludere la possibilità di licenziamenti coatti, riducendo le esuberanze a 100 unità, dalle circa 150 ora indicate, per poi gestirle in modo non traumatico”. Insomma, secondo il segretario nazionale Fiom “oggi si dovrà capire se ci sono delle prime risposte” in vista dei prossimi appuntamenti di lunedì e martedì. Al riguardo il sindacalista ha anche fatto sapere che l’ad di Ast, Lucia Morselli, “ieri è stata in Germania”, dove ha sede la Thyssenkrupp.

Aggiornamento ore 10,30: La visita di Morselli in Germania rivelata da Rappa permette di ipotizzare che questa mattina possano esserci delle novità rispetto agli incontri precedenti: l’ad dell’Ast potrebbe aver ricevuto da Tk delle direttive sulla conduzione della trattativa. Magari il via libera ad alcune concessioni ai sindacati o, viceversa, l’input di non cedere e inasprire lo scontro (ipotesi quest’ultima che appare meno probabile).

Aggiornamento ore 10,50: Da alcuni minuti è iniziato il tavolo plenario con tutte le parti. A presiedere il tavolo c’è il ministro dello Sviluppo Federica Guidi.

Aggiornamento ore 11,40: Si starebbero aprendo degli spiragli per un accordo.

Aggiornamento ore 12,05: A quanto pare le parti dovrebbero accordarsi sulla base del piano industriale esposto in Parlamento dal ministro Guidi lo scorso 29 ottobre. In sostanza il mantenimento dei due forni, di cui uno ad attività ridotta, e la produzione di almeno un milione di tonnellate di acciaio.

Aggiornamento ore 12,40: Le parti starebbero mettendo a punto un’agenda che, a metà della prossima settimana, dovrebbe portare alla firma dell’accordo, probabilmente per giovedì.

Aggiornamento ore 12,45: Sandro Gozi, sottosegretario Presidenza del Consiglio con delega agli Affari europei, scrive alla Commissaria Ue Elzbieta Bienkowska. Con la lettera, l’Italia chiede alla Ue di “monitorare molto attentamente” la “conformità del piano presentato dalla Thyssenkrupp” con le promesse fatte nel caso Ast e l’istituzione di “una task force” per quello che è “oltre ogni dubbio un caso di ‘significativo ridimensionamento'”. Si tratta di un fatto importante, il primo vero atto del Governo nei confronti dell’Unione europea che, nella vertenza Ast, ha enormi responsabilità.

Aggiornamento ore 13,20: La lettera inviata dal sottosegretario agli Affari europei alla responsabile per mercato interno e industria, fa seguito a quella inviata l’8 agosto scorso all’allora Commissario per la Concorrenza Joaquin Almunia. Nella lettera scritta ieri, dopo aver ricordato che il piano della Tk prevede “il taglio di circa 550 posti di lavoro e 100 milioni di euro di costi così come la chiusura di uno dei due forni per la laminatura a caldo entro il 2015/2016”, Gozi afferma che “l’attuale situazione dell’impianto colpisce direttamente la vita di centinaia di famiglie con forti conseguenze negative sul territorio”. In questo contesto il Governo chiede il monitoraggio della “conformità del piano industriale presentato da ThyssenKrupp con le assicurazione date alla Commissione, innanzitutto l’assicurazione che la Ast sarebbe stata sviluppata come un forte competitore sul mercato”. Una verifica alla quale, è scritto nella lettera, “verrebbe dato un significativo contributo da un coordinamento ottimizzato tra i vari servizi della Commissione coinvolti in questo dossier”.

Puntando quindi sulla attenzione tanto agli aspetti economici quanto a quelli sociali dichiarata dalla nuova Commissione europea e facendo riferimento al ‘Piano d’azione per l’acciaio’ del 2013, “chiediamo la messa a punto di una task force inter-servizi – conclude la lettera – per studiare e seguire il caso dell’impianto dell’acciaio Ast che rappresenta, oltre ogni ragionevole dubbio, un caso di significativo ridimensionamento”.

Aggiornamento ore 13,25: L’incontro al Mise è terminato, tra poco sarà reso noto l’esito.

Aggiornamento ore 13,45: “Clima più disteso oggi tra azienda e sindacati con il ministro Guidi. Nuova riunione martedì”. Così ha scritto su Twitter il portavoce del ministro dello Sviluppo economico Federica Guidi.

Aggiornamento ore 13,50: Questo il bilancio tracciato dai sindacati dei metalmeccanici: “L’incontro di oggi al ministero dello Sviluppo economico, ha affrontato i nodi sulla parte industriale del piano ed ha prodotto chiarimenti su alcuni punti che dovranno essere ulteriormente approfonditi e confermati martedì 18 novembre. Dal confronto è emersa una posizione convergente del Governo e delle organizzazioni sindacali sul mantenimento dell’attuale assetto produttivo dei due forni. Per questa ragione il Governo ha chiesto all’Ast di togliere la pregiudiziale dei 24 mesi. Nell’incontro di Monaco previsto per lunedì, ribadiremo alla rappresentanza del board di Thyssenkrupp, le condizioni da realizzare per consentire il raggiungimento di una eventuale intesa. Successivamente all’incontro di martedì si terranno le assemblee per valutare lo stato del negoziato”.

Aggiornamento ore 14,15: L’incontro appena terminato sulla vertenza Ast vede “il consenso a proseguire il confronto nella prossima riunione convocata per martedì”. Così il ministero dello Sviluppo economico in un comunicato al termine della riunione. “Sulla base del confronto odierno e dei colloqui che proseguiranno nelle prossime ore il Governo auspica che il tavolo di martedì possa rappresentare un significativo passo in avanti per il futuro industriale dell’impianto”.

Aggiornamento ore 14,20: Afferma Rappa: “Se tutto va bene”, ovvero se gli incontri già fissati per lunedì e martedì prossimi porteranno a delle risposte allora “mercoledì ci saranno le assemblee con i lavoratori per chiedere mandato sull’affondo finale”. Quindi, aggiunge il sindacalista, “nello scenario ottimistico giovedì ci sarebbe un nuovo incontro al ministero, questa volta conclusivo”. O meglio, spiega, si tratterebbe di un tavolo per “una trattativa ad oltranza” finalizzata all’accordo.

Il sindacalista della Fiom sottolinea di “avere apprezzato la posizione assunta dal Governo”, visto che “è la stessa posizione del sindacato”. Per Rappa è senz’altro questo “l’elemento positivo di oggi”. Nel dettaglio, chiarisce, “anche per il Governo il piano industriale deve valere 4 anni, i forni devono essere due e il volume minimo di produzione deve essere di almeno un milione di tonnellate di acciaio fuso”.

Aggiornamento ore 14,35: La presidente della Regione Umbria, Catiuscia Marini, ed il sindaco di Terni, Leopoldo Di Girolamo, al termine dell’incontro al Mise scrivono in una nota congiunta: “Importante che oggi il Governo abbia assunto la questione centrale posta dalle organizzazioni sindacali, e condivisa dalle istituzioni locali, del mantenimento in attività dei due forni, dei relativi volumi produttivi mantenendone la loro continuità per tutti e quattro gli anni di durata del piano industriale ed integrità del sito. Altrettanto importante è il fatto che si sia riavviato il negoziato tra le parti, entrando nel merito dei contenuti del piano illustrato lo scorso martedì dall’azienda”.

“Per le istituzioni locali – aggiungono – è fondamentale raccogliere la sfida di mantenere in attività i due forni e quindi di favorire la relativa organizzazione e del lavoro volta ad assicurare almeno un milione di tonnellate fuso all’anno. Come istituzioni locali riteniamo fondamentale che si giunga ad una positiva conclusione della vertenza e che al tempo stesso si determinino le condizioni per garantire al sito adeguate prospettive industriali”.

Aggiornamento ore 17,10: I lavoratori proseguiranno lo sciopero fino al 18 novembre.

Aggiornamento ore 17,20: In una nota l’Ast si rammarica che nella riunione di oggi al Mise “non si siano discusse le condizioni per tornare a garantire il funzionamento dell’acciaieria. L’azienda si augura quindi che “l’operatività dell’azienda possa riprendere quanto prima nell’interesse di tutti”. Nel sottolineare il rispetto del diritto di sciopero, rileva infatti che l’azienda “è ormai chiusa da molti giorni” e osserva che “il piano industriale, sin dall’origine, era stato predisposto sulla base di condizioni diverse di operatività del sito”.

“La situazione attuale va a scapito di Ast, dell’indotto e dei lavoratori” continua la nota, ricordando a tale proposito “che il pagamento degli stipendi di novembre richiederà il lavoro di alcune settimane da parte del personale dell’amministrazione, a partire dal suo rientro al lavoro”. Ast, evidenziando ancora che l’incontro di oggi si è svolto “in un clima positivo, con la discussione di alcuni specifici punti del piano industriale già presentato nelle precedenti occasioni”, conferma “la sua partecipazione all’incontro programmato per il prossimo 18 novembre presso il ministero dello Sviluppo economico”.

Aggiornamento ore 20: Dopo Confindustria, anche Confartigianato imprese Terni prende posizione sulla mobilitazione dei lavoratori dell’Ast chiedendo di sospendere lo sciopero. Lo fa attraverso il vice presidente vicario, Giampiero Servetti che ritiene sia “comprensibile lo scoramento e la voglia di combattere da parte degli operai nei confronti delle scelte imperanti degli ultimi giorni”, ma scioperi e violenze scaturite nel corso delle manifestazioni sono “a questo punto inefficaci”.

Secondo Servetti, “per effetto di uno sciopero che si è prolungato nel tempo, ci troviamo a fare i conti con una situazione che pare stia degenerando, creando insieme ai già noti problemi legati alla crisi e alla vertenza in questione, ulteriori ostacoli per il rilancio dell’economia del territorio”. A detta di Confartigianato imprese Terni “il prolungamento dello sciopero rischia di diventare un aggravamento della condizione dei lavoratori direttamente ed indirettamente coinvolti”, compromettendo “il tessuto produttivo e conseguentemente quello sociale”. L’Ast, infatti, non sta pagando le commesse delle aziende dell’indotto, molte delle quali, in quanto piccole e micro imprese, “non sono supportate da strumenti di protezione in grado di tamponare la spirale che si è venuta a creare”. L’associazione di categoria, spiegando di essere a fianco di operai e famiglie, lancia perciò l’appello a “lavorare e dialogare”.

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