Ast, sindacati di Terni: ”Piano di Tk si basa su dati non veri. A rischio più di 550 posti”

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volantino scioperoIl piano presentato da Thyssenkrupp si basa su dati “non veritieri”, mette a rischio più dei 550 posti di lavoro ipotizzati, è solo di carattere finanziario e serve soltanto a rimettere l’Ast sul mercato, senza darle prospettive, se non il ridimensionamento e la chiusura: è questo il giudizio, totalmente negativo, dei segretari di Fiom, Fim, Uilm, Fismic e Ugl metalmeccanici di Terni rispetto al piano industriale presentato oggi a Roma dalla multinazionale tedesca. In una conferenza stampa Claudio Cipolla, Riccardo Marcelli, Nicola Pasini, Giovacchino Olimpieri e Daniele Francescangeli hanno ribadito che il piano è “irricevibile” e “inaccettabile”, in quanto “non risponde a nessun criterio sostenuto dalle organizzazioni sindacali”.

“Non c’è traccia concreta di investimenti, viene tolta autonomia alle controllate e riduce i volumi”. Per i sindacati, il piano prevede una produzione di 450 mila tonnellate di freddo, che potrebbe arrivare a 520, mentre nell’area a caldo, a fronte di un potenziamento di uno dei due forni fino a un milione di tonnellate l’anno (rispetto ai 650 mila attuali) è prevista la chiusura del secondo.

“È impensabile, anche con tutti gli accorgimenti tecnologici possibili, arrivare ad un milione di tonnellate in un solo forno” hanno detto i sindacalisti, che contestano anche i numeri relativi agli esuberi, che con una linea in meno e il dimensionamento della produzione potrebbero essere molti di più dei 550 annunciati, addirittura fino al doppio. Il piano, che sarebbe stato elaborato negli ultimi sei mesi dal nuovo ad di Ast Lucia Morselli, parte inoltre, sempre a detta dei sindacati, da dati di bilancio altrettanto non veritieri. “L’azienda ci ha detto che Ast ha perso 800 milioni in cinque anni, quando è appurato che in realtà sono 376 in quattro esercizi. Ora sta venendo fuori il vero volto della ThyssenKrupp”.

Per le sigle dunque “il piano deve essere tolto e ne serve uno nuovo”, nonostante i vertici della multinazionale abbiano annunciato che intendono solo approfondire le varie voci e non cambiare le strategie. Quanto allo sciopero di domani, “sarà solo la prima delle iniziative che verranno intraprese in base a quanto decideranno le assemblee di fabbrica”.

Alla conferenza stampa di oggi erano presenti anche i rappresentanti delle rsu e alcuni lavoratori. “Gli animi sono disperati – spiega uno dei delegati che oggi è stato in fabbrica – aspettavamo un piano industriale improntato alla riorganizzazione ma non così critico. Ci prepariamo alla lotta sapendo che in questa fabbrica lavorano tanti giovani, visto che c’è già stato un ricambio generazionale e la media di età è tra i 40-45 anni, che hanno famiglie da mantenere”.

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