Autovelox, accolto un ricorso contro multa in viale dello Stadio: carenza di segnaletica

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La notizia farà esultare tanti automobilisti e al tempo stesso tremare palazzo Spada: il giudice di pace ha accolto un ricorso contro una multa elevata tramite il famigerato autovelox di viale dello Stadio. La sanzione è stata annullata per carenza di segnaletica che indica la presenza del controllo elettronico della velocità. Il rischio concreto per il comune di Terni è venire sommerso da altri ricorsi, sostenere spese legali e veder sparire entrate già iscritte a bilancio.

Il ricorso, scrive oggi Giuseppe Magroni del Corriere dell’Umbria, è stato presentato per un proprio assistito dall’avvocato Andrea Massi che spiega come in viale dello Stadio il giudice abbia riscontrato che il segnale di avvertimento della presenza dell’autovelox “sia stato collocato immediatamente dopo una curva volgente a destra, in un punto in cui l’automobilista è costretto a rivolgere l’attenzione di guida alla sua sinistra, per controllare il traffico veicolare con diritto di precedenza, al fine di immettersi senza creare pericolo”. Inoltre, per legge, un cartello non è sufficiente: l’articolo 104 del regolamento del Codice della strada, per strade a due o più corsie, prescrive espressamente che i cartelli debbano essere presenti  in entrambi i lati, sia a destra che a sinistra. Tale carenza era anche alla base dei ricorsi presentati da Antonio De Angelis di Confconsumatori che per primo ha intrapreso questa battaglia affiancando il “popolo delle macchinette”.

Qualche mese fa gli amministratori comunali avevano fiutato che la scarsa segnalazione poteva rappresentare una brutta gatta da pelare: già il 12 aprile il sindaco Leopoldo Di Girolamo, nell’unica occasione in cui aveva rilasciato dichiarazioni sulla spinosa questione delle decine di migliaia di multe elevate dagli occhi elettronici, aveva affermato di “essere nel giusto” ma di voler migliorare la segnaletica (www.ternioggi.itautovelox-il-sindaco-siamo-nel-giusto-gli-apparecchi-sono-regolari-miglioreremo-la-segnaletica). In effetti alla fine di maggio a viale dello Stadio era stato montato un pannello luminoso sul lato sinistro della strada ma l’assessore alla Mobilità Luigi Bencivenga aveva spiegato che si trattava di un surplus, di un cartello che si andava ad aggiungere ad una segnaletica “già a norma di legge” (www.ternioggi.itautovelox-segnaletica-a-norma-un-multato-su-dieci-non-paga-rischio-esplosione-insofferenza). L’esatto opposto di quanto affermato ieri dal giudice di pace.

C’è inoltre da aggiungere quanto aveva portato alla luce il giornalista de La Nazione, Andrea Fabbri: il Comune non aveva fatto alcuna campagna per informare i cittadini dell’installazione degli autovelox (www.ternioggi.itautovelox-installati-senza-campagna-informativa-per-cittadini-emerge-da-documento-del-comune). Dopo essersi visto negare il prestito dalla Cassa Depositi e Prestiti per condurre tale campagna, palazzo Spada aveva completamente rinunciato a comunicare l’installazione degli occhi elettronici. La carenza di segnaletica ha fatto il resto, causando quella sanzione di massa che da novembre ad oggi, ha portato nelle cassette postali dei ternani circa 40 mila multe.

Ora gli automobilisti che hanno ricevuto l’odiata busta verde per un eccesso di velocità antecedente l’installazione della nuova segnaletica (intorno alla fine di maggio) possono sperare nell’annullamento della sanzione e della decurtazione dei punti. Per il Comune, che si è sempre rifiutato di annullare le multe in autotutela come più volte chiesto da Confconsumatori, si prevede tanto lavoro legale. Molto probabilmente infatti deciderà di ricorrere in appello, prolungando così le grane per gli automobilisti che avendo vinto il primo ricorso dovranno attendere altri mesi prima di vedersi annullata definitivamente la multa o viceversa subire la beffa di dover sborsare quanto preteso dal Comune.

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