Bartoli accusa Bencivenga: ”In qualità di assessore ha esercitato pressioni su terzi per ostacolarmi”

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Francesco Bartoli, ex presidente provinciale di Confcommercio-Fipe e attuale leader del popolo delle macchinette (movimento di protesta contro le multe elevate tramite gli autovelox di via Alfonsine e viale dello Stadio), è una furia. Nella conferenza stampa di questa mattina si è scagliato contro il presidente di Confcommercio Terni, Ivano Rulli, che lo ha rimosso dall’incarico e, soprattutto, contro l’assessore alla Viabilità Luigi Bencivenga, accusandolo di aver fatto indebite pressioni su terzi soggetti per ostacolare alcune sue attività. Ha anche parlato della necessità di un nuovo sindacato dei commercianti ternani ed ha inviato una mail alla Senatrice Anna Rita Fioroni in qualità di presidente dell’Università dei Sapori ed esponente del Partito Democratico umbro.

Davvero pesanti le accuse rivolte all’assessore Bencivenga, il quale, dice Bartoli “in più occasioni anche di fronte a testimoni si è dichiarato contrario a qualsiasi iniziativa promossa dal sottoscritto o in qualche modo a me riconducibile, senza motivazioni logiche e soprattutto in contrasto con l’interesse generale dell’amministrazione che rappresenta”. Afferma Bartoli che “qualsiasi proposta o iniziativa pensata dal sottoscritto per animare la Città, promuovere flussi turistici, favorendo cosi gli operatori economici, anche se le iniziative proposte avevano il merito di non costare nulla alle casse comunali” è sempre stata bocciata da Bencivenga.

C’è però un episodio specifico, di cui Bartoli ha conservato alcune mail quali prove documentali, che dimostrerebbe come l’assessore si sia speso in prima persona per contrastare le attività dell’ex presidente Fipe, facendo leva sull’incarico di amministratore comunale che riveste. Un comportamento che, trovasse conferma, sarebbe gravissimo, che potrebbe essere materia da codice penale e che rappresenterebbe un incredibile uso privatistico del ruolo pubblico che l’assessore ricopre.

La vicenda riguarda un incarico che Bartoli aveva ricevuto da Andrea Barbarossa, amministratore di Promoeventi srl, società organizzatrice della manifestazione Cioccolentino della quale era stato nominato direttore del marketing.

Dopo alcuni mesi in cui erano già stati organizzati diversi eventi e manifestazioni, racconta Bartoli che “il 3 ottobre 2011 tramite una mail inviatami, Andrea Barbarossa mi comunicò di essere stato contattato da Bencivenga perché non gradiva la collaborazione tra il sottoscritto e Cioccolentino, chiedendomi un incontro urgente per capire come muoversi per non urtare la suscettibilità dell’assessore Bencivenga e rischiare il buon esito della manifestazione”.

“All’incontro suddetto – continua Bartoli – Andrea Barbarossa confermò di fronte ad un testimone di essere stato convocato dall’assessore Bencivenga nel suo studio per comunicazioni urgenti e, alla presenza di un dirigente comunale, gli disse di essere contrario (senza dare alcuna motivazione al riguardo) alla collaborazione tra il sottoscritto e Cioccolentino minacciando:  ‘Se Bartoli collabora ancora con Cioccolentino io non ti faccio avere l’occupazione di suolo pubblico gratuita per la manifestazione ed è presente anche il dirigente dell’ufficio comunale competente a ciò perche sia informato di questa mia intenzione’. Andrea Barbarossa – continua Bartoli – spiegò che di fronte a questa reazione inaspettata dell’assessore Bencivenga fu costretto a negare qualsiasi coinvolgimento del sottoscritto pregandomi di continuare a lavorare rimanendo dietro le quinte dell’organizzazione di Cioccolentino perché non voleva perdere il mio personale contributo alla riuscita della manifestazione”.

“L’idea di rivolgermi alla magistratura – afferma ancora Bartoli – per ottenere giustizia fu immediata ma da una parte per i problemi personali dall’altra per la volontà di non danneggiare in qualche modo la manifestazione di Cioccolentino, decisi di rimanere in attesa di sviluppi ulteriori, continuando a collaborare dietro le quinte con la Promoeventi senza mai apparire ufficialmente”.

Nel j’accuse di Bartoli non ci sono quindi solo denunce circostanziate e documentate da lettere e mail nei confronti di vari soggetti istituzionali (in altro articolo riporteremo quanto dichiarato nei confronti del presidente di Confcommercio, Rulli). Nelle parole di un suo lungo comunicato si intravede anche una condanna ad un sistema politico-clientelare che danneggia chi prova a far valere i propri diritti civili, quando questi siano d’intralcio agli interessi della classe politica dominante. Quello che si vede in controluce alle sue parole è infatti una fitta rete di politici, amministratori comunali e associazioni di categoria che avversa con ogni mezzo chi non si schiera dalla loro parte e che, se trovasse conferme, farebbe davvero temere per lo stato di non democraticità in cui versa la città.

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