Cisl Terni fa il punto della situazione su crisi, sanità e istituzioni: ”Lavorare tutti insieme”

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A Terni si riduce il Pil, aumenta la cassa integrazione, crollano gli occupati nell’edilizia: a fare il punto della situazione, questa mattina, è stato il segretario provinciale Cisl Faliero Chiappini. Nel corso della conferenza stampa ha parlato anche di sanità e della necessità di un riequilibro territoriale tra le province umbre.

Chiappini ha sottolineato che recentemente “l’indagine di Unioncamere e Prometeia ha indicato nel 2012 una riduzione del Pil del 2,8%, della domanda interna dello 0,5%, mentre nel mercato del lavoro il livello di disoccupazione gira intorno al 9%, di cui il 25% quella giovanile. In questo contesto l’edilizia ha perso circa 2mila posti di lavoro”. Sul fronte della cassa integrazione, è stato spiegato che, a livello provinciale, tra il 2011 e il 2012 quella in deroga è cresciuta di quasi il 20% (da 2.556.000 ore autorizzate a 2.984.000), quella straordinaria di oltre il 37% (da 571.700 ore autorizzate a 787.650) e quella ordinaria del 30% (da 623.300 a 809.300 ore autorizzate). “Sulla cassa integrazione in deroga è da sottolineare – ha aggiunto Chiappini – che con la riduzione delle risorse da 52 milioni di euro a circa 32 milioni e con le nuove modalità di erogazione vi è il rischio di una deriva occupazionale. Il 31 dicembre scorso sono già scattate una miriade di lettere di licenziamento”.

“Serve allora una assunzione di responsabilità diffusa – ha detto ancora il segretario provinciale – a tutti livelli, non solo da parte della politica. Tutti insieme dobbiamo lavorare per vedere come risolvere il problema, bisogna allargare il campo dei soggetti che vanno ascoltati e includere anche il mondo dell’associazionismo. Poi occorre una cabina di regia regionale, con uno sforzo particolare da parte dell’assessorato allo Sviluppo economico”. Secondo Chiappini “Terni manca di capacità di incidere rispetto alle scelte fatte a livello regionale che attengono la qualità dei servizi, della vita dei cittadini, allora è necessario allargare i tavoli e avere una visione aperta e orizzontale della situazione”.

Per superare le difficoltà, per Chiappini è necessario riaprire una fase di confronto territoriale attraverso lo strumento del comitato interassociativo della Camera di commercio, da collegare poi a un tavolo istituzionale sulla crisi e sulla crescita a sua volta collegato a quello regionale. “E’ necessaria una concertazione territoriale, che va sviluppata con modalità efficaci e condivise”.

L’industria, per la Cisl, “rappresenta ancora oggi, e lo sarà ancora per molto, il motore dello sviluppo locale. Grazie ad acciaieria e polo chimico si può creare a Terni un’industria della sostenibilità, ma è necessario costruire un sistema in grado di alimentare il progetto a livello istituzionale, le aziende non possono essere lasciate sole”. Proprio circa il polo chimico, Chiappini ha ribadito che la trattativa con Basell è vicina a concludersi positivamente.

Per quanto riguarda il tema della sanità e le recenti nomine dei direttori generali di Asl e aziende ospedaliere, il sindacato giudica invece “preoccupante che il territorio ternano non riesca ad esprimere un direttore generale”, mentre sulla questione della sede dell’Asl “la ventilata ipotesi di fare una sede legale a Terni e quella amministrativa a Foligno non è comprensibile sul piano operativo e dell’efficienza”. “Inoltre servono investimenti per l’ammodernamento e la messa in sicurezza dell’ospedale di Terni”, ha detto ancora Chiappini.

Infine, ha concluso il segretario provinciale, “la mancata conversione del decreto sulle province ha rimandato la soppressione di quella di Terni, ma il problema rimane aperto. Si pone quindi il problema del riequilibrio territoriale dell’Umbria. Una regione ridisegnata ne uscirebbe rafforzata”.

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  • Dogobull96

    Quell’ infame di Chiappini , che si erige a paladino dei lavoratori, è stato uno di quelli che ha fatto chiudere negli anni 90 lo stabilimento dove lavoravo e che era attivo da oltre un secolo.
    Quel signorino faceva le assemblee, istigava alla rivolta e poi andava a riferire mosse e strategie alla proprietà, che aveva così tutto il tempo per mettere in atto tutta una serie di ricatti ai lavoratori.
    Poi ha assistito inerme alla chiusura della fabbrica e al licenziamento di tutti i dipendenti senza dire una parola in merito 
    Si vergogni e si taccia quando parla di lavoro !!!!!