Comitato Terni con il Lazio: ”La casta detesta il referendum, la gente lo ama, raggiunte 1250 firme”

9

Il comitato promotore del referendum di Terni con il Lazio risponde duramente alle affermazioni del sindaco e di esponenti del Pdl e annuncia di aver già raccolto la metà delle firme necessarie per presentare la proposta referendaria. Per raccogliere le ulteriori 1250 firme avrà tempo fino al 15 settembre: a questo punto è sempre più facile prevedere che riuscirà nell’intento.

Il comunicato di Andre Liberati, presidente del comitato:

“A fronte dell’atteggiamento sordo e gravemente antidemocratico di un sindaco che non sa come difendere Terni, ma intanto lancia messaggi obliqui ai giornalisti, sostenendo apoditticamente che il referendum “non esiste”; a seguito dell’esiziale abbraccio della casta PD-PDL, cui si sottraggono gli esponenti più coraggiosi; il Comitato promotore del referendum ha deciso di incrementare la propria presenza tra la gente.

Il referendum infatti c’è, esiste ed è la prima volta in Italia che i cittadini di un Comune capoluogo utilizzano un simile strumento per le finalità di cui all’articolo 132. E’ la situazione emergenziale di crisi morale, economica e di prospettiva a imporlo.

Il referendum rappresenta pertanto il mezzo legittimo di lavoratori, precari, gente perbene, di coloro che intendono cambiare tutto in una città meridionalizzata da decenni di subalternità a Perugia solo per assecondare carriere politiche di vari intoccabili a destra e sinistra.

Per tutti questi motivi da lunedì 30 luglio e per l’intero mese di agosto saremo presenti ogni giorno a Largo Villa Glori, dalle 11 alle 13 e dalle 18 alle 20, fino alla fine della campagna referendaria, domeniche escluse.

Siamo e resteremo fieri testimoni della decisa resistenza dei ternani contro la vecchia politica, senza idee, senza slanci, senza una visione del futuro per Terni, ostinatamente attaccata soltanto a parassitari quanto inutili privilegi.

Il Comitato comunica anche di aver già superato la boa delle 1.250 firme, metà del quorum necessario per l’indizione del referendum: i concittadini firmano in massa non solo poiché ritengono fondate le argomentazioni portate innanzi dai promotori, ma anche perché intendono suonare la sveglia a una casta ingorda e che fornisce perfino indicazioni fuorvianti: il referendum non parla infatti di unione con il territorio del “Comune di Roma”, ma di “aggregazione alla Regione Lazio” così come consentito dall’art. 132 della Costituzione italiana. Lorsingori dunque si informino: oltre 1.250 ternani lo han già fatto con grande compiacimento”.

CONDIVIDI
  • Mah

  • Andred

    sono contento di questo referendum solo per la scossa che può dare alla cittadinanza. Ritengo invece che Terni nel Lazio sarebbe trattata da Cenerentola, e che la Regione Lazio non è da invidiare soprattutto per l’aspetto burocrazia politicizzata, per la gestione dell’ambiente e per lo strapotere di Roma , che al confronto del quale Perugia impallidisce. Molto più realistico agevolare il passaggio di Rieti in Umbria. 

  • Alessandro

    sono d’accordo con voi riguardo alla sudditanza dei ns politici allo stile ‘signor si’ nei confronti di coloro che da sopra la collinetta di perugia alzano il telefono e dispongono gli ordini, ordini sempre improntati alla chiusura totale di qualsiasi opportunità nei confronti di Terni, chiaramente allo scopo di centralizzare lo strapotere del capoluogo di regione. La cosa che + mi preoccupa è questa apatia e tranquillità dei ns politici che per un nuovo incarico da quattro soldi hanno perso anche la voglia di lottare per la propria terra, ( ma vi ricordate il sindaco di Assisi come ha reagito all’ordine di chiusura dell’università?? Come un leone in gabbia, e sapete come è andata? Per ora l’ordine è stato revocato!!!! ) altro che i ns fantasmi.
    Allora fantasmi, o si lotta insieme per un riequilibrio immediato dell’umbria, o la nuova provincia con Rieti o Viterbo o entrambe ( come umbria o come lazio che sia ), ricordatevi che volere è potere…… svegliatevi!!!!!!!!! o avete finito anche voi….. tutti…..destra sinistra o centro a noi non interessa nulla!!!!!!!!!!!! ma ci interessa e MOLTO la ns città   

    Alessandro

  • Bruno

    Siano di monito i reatini che dal Lazio vogliono uscirne…Siano di monito toscani e marchigiani che stanno tentando di riequilibrare il tutto con macro-province.
    Se ci si lamenta che si è stati, per anni, depredati, allora cosa si fa? Si scappa invece di combattere per un giusto riequilibrio? Senza nessuna analisi tecnica prospettata in termini di costi-benefici…Non mi sorpende che la gente vada a firmare per rancore e campanilismo, noto solo (ed è il mio punto di vista), che gli elementi del dibattito proposti da questo comitato sono un pò troppo da bar..o da stadio..Luoghi nobilissimi che mi fregio di frequentare, ci mancherebbe altro, ma forse le dinamiche istituzionali andrebbero presentate in altro modo. Ho quasi il sospetto che alla base di questa proprosta referendaria ci sia lo zampino di un perugino…. 

    • Andrea

      Scusa se te lo dico ma se leggi i commenti da stadio capisco che tu scriva queste cose..ma che l’Umbria sia una realtà che ormai è stretta e che con un riequilibrio territoriale poco si può ottenere se non rimanere nell’orbita di Perugia..come Umbro mi spiace pensare di rompere la mia regione ma in questi confini con questa classe dirigente l’unico modo è aggregare i nostri destini di ternani con quelli di Viterbo e di Rieti, da questa integrazione ne avremmo tutti da guadagnare molto più che allargando il confine della provincia a territori cmq marginali come Spoleto e la Valnerina..

      • Bruno

        Innanzitutto ti ringrazio per l’attenzione. E viva lo Stadio Liberati e chi ci va a tifare, come il sottoscritto. Di “commenti da stadio” ne ho letti molti, proprio perchè fatico ad individuare le reali motivazioni, al di là degli slogan, ispiratrici del movimento referendario. Mi sembra, in primis, che venga sottovalutata, o sottaciuta, la situazione generale del Lazio, regione bellissima ma complessa, con i conti decisamente più in rosso dell’Umbria ed alla prese con vari problemi nei settori di competenza regionale (sanità, trasporti, ambiente…). Nel Lazio è poi ben noto come le varie province denuncino da tempo una filosofia romanocentrica che ha creato, nell’intero territorio regionale, forti disparità e disservizi. La questione dell’allocamento delle risorse laziali diventerà poi senz’altro più complessa con l’attuazione dell’area metroplitana, accompagnata dal consolidamento dell’entità “Roma capitale”. Vari amici, funzionari e dipendenti dell’amministrazione viterbese, sono da tempo sul piede di guerra e, in riferimento al riordino post spending review, pensano piuttosto di fare sistema con l’area a loro più vicina, sia infrastrutturalmente che culturalmente, ossia la Maremma, strizzando l’occhio al grossetano che, a sua volta, cerca intese con sSena, visto che Arezzo (ex ultimo censimento ISTAT), dovrebbe salvarsi. Da parte dei viterbesi c’è qualche peprlessità nel guardare all’entroterra, cioè a Rieti, strategia non premiante dal punto di vista tutistico e indistriale. Riguardo poi il referendum da voi proposto, mi sembra che la consultazione sia proposta al solo Comune di Terni, che, è bene ricordarlo, confina con il Lazio  solo tramite Labro, Colli sul Velino e Rieti, ma non con il viterbese. Resterebbero quindi in Umbria tutti i comuni della parte meridionale dell’attuale provincia di Terni (Narni, Amelia, Otricoli, Calvi dell’Umbria, Attigliano…)? Forse raccogliere le firme nell’intera provincia sarebbe stato più logico. Non capisco poi se davvero il referendum da voi proposto si basi su studi documentati, almeno a livello previsionale, su cosa cambierebbe (in termine di benefici) da uno spostamento nel Lazio. Quali punti della normativa regionale laziale, a differenza di quella umbra, risulterebbero premianti per Terni? Quali vantaggi presenta la tassazione regionale laziale? Mi sembra che da quelle parti la tassaziione diretta sia tra le più alte d’Italia, di fronte a servizi non proprio adeguati. Cosa cambierebbe inoltre per Terni in termini di Fondi per lo sviluppo, sia nazionali che europei? Le nuove mappe nazionali  dei Fondi strutturali e degli aiuti regionali dovranno presto discutersi con la Commissione europea in occasione della nuova politica di coesione 2014-2020. Sapreste comunicare ai vostri concittadini, tanti per invogliarli ancor di più a firmare, cosa comporterebbe, CIFRE ALLA MANO, spostare Terni in una nuova area della mappa? E riguardo il piano nazionale di sviluppo, cosa comporterebbe “smatellare” (proprio per il cambiamento di Regione) il distretto indistriale Terni-Narni-Spoleto? E potrei ancora continuare per ore…. Solo per dirvi che, in assenza di MOTIVAZIONI PIU’ TECNICHE, il referendum da voi proposto mi sembra piuttosto uno slogan su “Perugia cattiva…allora ce ne andiamo”…Io invece proporrei di combattere, serimaente, per ciò che è nostro, ma di farlo in casa, in Umbria, selezionando una classe dirigente PREPARATA E CAPACE, migliore di questa, e di cominciare ad interagire con le istituzioni attraverso tutti i mezzi che la democrazia parteciaptiva ci mette a disposizione. Voi l’avete senz’altro fatto, e vi riconosco il merito di aver suonato la sveglia a ‘ste mummie, ma una proposta dirompente come la vostra implica, NECESSARIAMENTE, uno studio ed una comunicazione PIU’ APPROFONDITI. Io ho sentito di gente che aveva firmato solo perchè non voleva morire “perugino”…E se permetti questo non mi va giù…

        • Andred

          Condiviso le tue perplessità. In ogni caso è stata una occasione d’oro per far emergere il malcontento dei cittadini ternani verso una politica locale debole e subalterna ai diktat regionali dell’asse Perugia-Assisi-Foligno. Quello che più preme è che i politici sappiano che i ternani non accetteranno più atteggiamenti passivi verso l’invadenza regionale. Terni va difesa con le unghie e con i denti in tutte le sedi istituzionali, Regione in primis! 

          • Bruno

            Su questo punto siamo d’accordo… Tuttavia non capisco perchè in un articolo comparso oggi su “Terni in rete” il promotore del referendum, A. Liberati, dichiari che il riordino territoriale sarà praticamente impossibile da fare (temendo per l’identità di alcuni territori in provincia di PG che saranno “ingiustamente” scippati del loro retaggio), ancor prima di ogni pronunciamento istituzionale in materia (e contrastando con quando finora affermato da pres. della Regione, Provincia di TR e Provincia di PG), e che la popolazione ternana (ossia 1.300 individui) abbia ormai compreso che l’Umbria sia finita, con l’ipotesi accorpamento nel Lazio come unica ipotesi salvifica. Per la prima volta il Liberati definisce il comitato stesso “Ciao Umbria”. Allora mi viene il sospetto che ci sia sotto una posizione preconcetta, una voglia di rottura che va al di là del dovuto stimolo ad istituzioni sonnelente…e che forse ci siano, alla base di tutto, disegni risalenti a vecchi studi (V. Fondazione Agnelli), ormai sconfessati dagli stessi ambienti di provenienza, volti a cancellare le piccole regioni, la loro storia, la loro identità e, soprattutto, la loro rappresentanza nel Comitato delle Regioni dell’UE e la possibilità di incentivare lo sviluppo locale con la gestione diretta dei fondi, europei e nazionali.  

          • Massimo

            Che poi è, mutatis mutandis, quanto ipotizzato (o auspicato) da Cipiccia l’altro giorno all’incontro in Provincia orgnaizzato dal PD..Ossia la volontà di sopprimere le piccole Regioni…