Consigli hi-tech in caso di terremoto

0

Cosa fare durante e soprattutto dopo un terremoto? Stiamo purtroppo vivendo una stagione costellata di scossa sismiche che stanno colpendo l’Italia con drammatica frequenza. La tecnologia e internet stanno rivestendo ruoli sempre più importanti visto che possono tornare utili nel caso di emergenze improvvise, tuttavia anche in questo ambito è il caso di isolare una sorta di mini-guida per andare a sfruttare i vantaggi del web senza abusarne e soprattutto senza trasformarli in ostacoli. Dall’uso del telefono alle applicazioni per smartphone, fino alla rete Wi-Fi da aprire e rendere disponibile, addentriamoci in una serie di dritte da tenere a mente in queste situazioni.

Il telefonino è l’oggetto tecnologico più comune e diffuso. E’ il primo strumento che si usa in seguito a emergenze, per avvertire parenti e amici, per segnalare eventuali danni o feriti e per contattare le autorità. Questo – in teoria – in un mondo ideale che di fatto non esiste: in seguito a tutti i terremoti i centralini della Croce Rossa (118), dei Vigili del Fuoco (115) oppure della Protezione Civile locale sono letteralmente subissati da chiamate spesso inutili. Il risultato è che quelle che veramente meriterebbero non trovano linea libera. Il primo consiglio è dunque quello di telefonare solo se è veramente il caso e dunque se ci sono feriti che richiedono l’intervento dei sanitari, se case o edifici sono rimasti danneggiati e dunque possono crollare oppure sono già crollati o in fiamme o se si è stati testimoni di danni o ferimenti sicuri di persone o edifici vicini. Insomma, non solo è inutile ma è anche irresponsabile chiamare solo per informazioni e curiosità o se si è solo spaventati. Ci sono siti appositi, come quello dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia dove trovare tutte le informazioni.
Dal telefonino allo smartphone il passo è breve. Succede sempre così: c’è una scossa, dopo due secondi tutti scrivono su Twitter oppure su Facebook “Terremoto” o frasi del tutto simili. Sono informazioni piuttosto inutili e spesso si pubblicano a raffica e a mitraglia senza nemmeno leggere quelle degli altri. Il risultato è che si occupa banda e se ci si trova in una zona dove i danni sono stati gravi potrebbero esserci persone impossibilitate sia a telefonare sia a chiedere soccorso sui social network (la loro vera utilità) proprio perché le infrastrutture sono danneggiate e/o sovraccariche. Informare è vitale, ma spesso si va semplicemente a occupare il traffico con tweet e aggiornamenti di status esibizionisti e fini a se stessi. Twitter e Facebook diventano utilissimi nel caso in cui ci si trovasse al centro di un’emergenza vera e dunque diventano sponda e bacheca dove pubblicare informazioni come indirizzi di palazzi davvero danneggiati e per chiedere soccorso. E’ una sottile linea quella che divide l’ossessione dell’apparire e del pubblicare sui social network all’uso consapevole e maturo degli stessi. In generale, poi, conviene twittare solo dopo essersi messi in salvo… ecco un video che mostra quanto sia veloce ormai la comunicazione sui social network anche in questi casi:

Potrebbe essere utile pubblicare anche foto e video, che tornerebbero utili sempre per i soccorsi. Ad esempio nel caso in cui non si conosce il luogo dove ci si trova. Ma ovviamente anche in questo caso tutto dipende dalla banda libera disponibile. A proposito di Internet: se ci si trova in zone terremotate e la propria linea Internet è ancora funzionante allora si dovrebbe aprire la rete Wi-Fi(se si possiede) rendendola disponibile a tutti (qui trovate tutte le indicazioni per sbloccare la rete wi-fi). Insomma, si dovrebbe togliere la password. Solitamente è sufficiente collegarsi via cavo (oppure via Wi-Fi) dal proprio computer all’indirizzo IP di configurazione del modem/router per entrare nel menu di impostazioni e seguire le istruzioni. Ovviamente, è poi consigliabile re-immettere la password al termine dell’emergenza. Per tutti gli altri consigli di carattere pratico vi rimandiamo al sito dedicato sul portale della Protezione Civile.

 

Fonte: Tecnocino

CONDIVIDI