Cooperativa Aidas nella bufera: stipendi arretrati, gestione non condivisa e licenziamenti contestati

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logo-cooperativa-aidas-terniCooperativa ternana Aidas nella bufera e all’orizzonte scure nubi. Ieri, nello studio del consulente del lavoro, Angelo Bossi, 79 soci lavoratori, la maggior parte donne, hanno denunciato irregolarità e soprusi. I lavoratori si sono rivolti al professionista per far sì che vengano rispettati i loro diritti.

Sono due le questioni poste all’attenzione durante la conferenza: stipendi arretrati e gestione aziendale non condivisa dai soci lavoratori. Inoltre sono stati contestati alcuni licenziamenti.

Per quanto riguarda gli stipendi, sono molte le mensilità che devono essere ancora erogate, come riferisce al Corriere dell’Umbria una di loro, Antonella Mora: “Siamo stati costretti a lasciare le retribuzioni di febbraio, marzo ed aprile dello scorso anno e non abbiamo ancora percepito gli stipendi che vanno da ottobre 2012 a gennaio 2013, tredicesima inclusa. Oltre a ciò, da maggio a settembre ci è stata imposta una decurtazione del 20% della retribuzione lorda”. Una situazione che crea non pochi problemi ad alcune lavoratrici, separate o vedove con figli a carico, che si ritrovano ad affrontare da sole numerose spese senza percepire lo stipendio.

Oltre alla questione degli stipendi c’è quella relativa alla gestione della cooperativa che, a detta di Angelo Bossi, “viene gestita come una società di capitali e in alcuni tratti, come la durezza dei rapporti e il verticismo tradiscono gli scopi basilari della cooperazione”. Michela Mariantoni, in passato membro del Cda, denuncia come i soci “venivano messi al corrente delle cose quando queste erano già state fatte”.

Infine, il capitolo di alcuni licenziamenti che, a detta di un’altra lavoratrice, sarebbero avvenuti arbitrariamente e per ritorsione: “Nel giugno dello scorso anno, viste le cinque mensilità arretrate, mi sono rivolta ad un legale insieme ad altre 18 colleghe. La risposta della cooperativa nei nostri confronti è stato il licenziamento in tronco, contro ogni procedura fissata dalla legge”.

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