Crisi Sangemini, sindaco San Gemini: ”In gioco ci sono 136 posti di lavoro e l’identità della città”

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leonardo-grimani-sindaco-san-gemini“In gioco ci sono 136 posti di lavoro, ma anche l’identità di una città. Chiudere lo stabilimento vorrebbe dire riportare San Gemini indietro, all’anno zero”. Così si è espresso il sindaco della città, Leonardo Grimani, partecipando all’assemblea dei lavoratori della Sangemini, in sciopero ad oltranza dopo l’interruzione della trattativa di acquisizione tra la proprietà e il gruppo Norda.

“In questo momento – ha affermato Grimani – viviamo nello smarrimento e nella paura. In queste settimane pensavamo che una soluzione fosse a portata di mano, ora ritengo incredibile che si sia arrivati a una situazione del genere. Spero che si possa concludere positivamente il confronto con le banche, l’amministrazione comunale intanto rimarrà permanentemente vicina ai lavoratori”.

“Il sistema bancario non può lasciare a piedi 136 lavoratori” è stato ribadito da sindacati e dipendenti nel corso dell’assemblea, facendo riferimento alla “profonda sofferenza finanziaria” che attraversa l’azienda e che supererebbe gli 80 milioni di euro di esposizione con le banche. “Daremo il tutto per tutto fino all’ultimo momento – hanno detto i rappresentanti di Flai Cgil, Fai Cisl e Uila Uil – a costo di occupare la fabbrica qualora non ci sarà un cambiamento di marcia”.

Nevi (Pdl). Il capogruppo regionale del Pdl, Raffaele Nevi, con una interrogazione di question time di oggi chiede quali misure intenda attivare la Regione “per risolvere la gravissima crisi della società di acque minerali Sangemini che, anche alla luce della marcia indietro della società Norda all’ipotesi di sub-ingresso societario, mette a rischio un patrimonio industriale di valore e soprattutto la prospettiva occupazionale dei 136 lavoratori impiegati e delle loro famiglie”.

Assessore Riommi. L’assessore allo sviluppo economico Vincenzo Riommi, nella sua risposta ha detto che al punto in cui è arrivata la vicenda, “la prospettiva è drammatica, perché il 24 settembre scadono i termini stabiliti dal giudice per la presentazione della proposta da parte della proprietà. L’ipotesi presentata a luglio – ha aggiunto – che prevedeva le modalità tecniche il subentro di un altro soggetto, fondamentalmente sembrerebbe non stare più in campo e la possibilità che vada avanti l’attuale proprietà significa ritornare a sei mesi fa quando le banche hanno manifestato la loro sfiducia nei confronti del piano proposto. In queste ore ci troviamo a giocare una partita complicatissima, non avendo come Regione strumenti a disposizione. Ieri abbiamo avuto un incontro con le parti, abbiamo richiesto alla proprietà, per quanto nelle sue possibilità, di avanzare da qui al 24 settembre un qualcosa che almeno motivi un provvedimento del giudice per assicurare un minimo di continuità, perché se c’è l’interruzione traumatica, ripartiamo da una situazione ancora peggiore; abbiamo poi contattato formalmente e informalmente il sistema bancario, al quale abbiamo richiesto un’assunzione di responsabilità. Da parte loro si dice che non tutte le ipotesi sono chiuse: è evidente che dobbiamo operare perché da qui ai prossimi giorni un qualcosa possa innescarsi per evitare l’interruzione dell’attività. Il patrimonio di Sangemini è la concessione della Regione, e questa questa è al servizio della continuità industriale, e se non si garantisce ciò la concessione sarà al servizio solo ed esclusivamente di un progetto nuovo che possa dare una prospettiva”.

Replica Nevi. Nella sua replica Nevi si dichiara “parzialmente soddisfatto” e nel rilevare che “forse in passato si poteva controllare meglio la vicenda Sangemini”, prende atto comunque “con piacere che la Regione sta lavorando anche per convincere le banche a non mollare, a farsi carico di una responsabilità sociale”. Il capogruppo Pdl afferma poi che rimarrà “in vigile osservazione” di quello che accadrà auspicando che su questa partita ci sia “un’attenzione massima” dell’assessorato, “sia per quanto riguarda il tema della concessione che l’assessore ha, seppure marginalmente, affrontato, sia per quanto riguarda la questione importantissima dei posti di lavoro in un contesto sociale ed economico molto grave”.

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