Da Pasqua oltre 40 lavoratori di Esab Terni in cassa integrazione. Le istituzioni locali latitano

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Le segreterie territoriali della Fim- Cisl e della Uilm (la Fiom non partecipa alla tavola rotonda) si sono date appuntamento ieri presso la sede di Confindustria Terni con i rappresentanti legali della ditta ESAB. Già era nell’aria lo smantellamento dell’azienda metalmeccanica da pochi mesi di proprietà della multinazionale americana Colfax causata da una crisi irreversibile di mancanza di commesse. Non è stato ratificato nessun accordo, ma da quanto si evince, si tratta perlopiù di temperare solo alcune inezie per l’uscita dei sessanta lavoratori dal sito.

L’intesa definitiva potrebbe essere già raggiunta la prossima settimana una volta raggiunto il compromesso definitivo sugli incentivi dell’esodo. Dal 6 aprile infatti dovrebbe iniziare la cassa integrazione straordinaria per oltre quaranta addetti visto che una quindicina di dipendenti rimarranno nell’organico aziendale per completare le spedizioni e mettere in sicurezza gli impianti. Pochi lavoratori riusciranno ad agganciare la pensione. La decina di ragazzi in apprendistato verranno passati a tempo indeterminato per poter usufruire della mobilità. Nonostante la chiusura dell’insediamento fosse nota da settimane,  la Colfax ha sempre manifestato la sua volontà di una trattativa con le istituzioni locali per la vendita del sito, ma l’incontro non è ancora avvenuto.

Caustico il segretario di Fim-Cisl Bernardini contro le istituzioni locali “E’mai possibile che la chiusura di un sito importante e il licenziamento di sessanta lavoratori sia di così poca importanza per le istituzioni che mostrano disinteresse e passività nella vicenda?”

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