Da Publio Cornelio Tacito a Sara Tommasi…

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La nostra città che a livello culturale oggigiorno sta facendo il warm-up per lanciare nuovi talenti e fenomeni da baraccone (Sara Tommasi) in passato però, è stata un’ importante meta tra i popoli e madre di molti grandi personaggi. Il genere umano ringrazia la città di Terni o Intermna (nome di Terni al tempo dei Romani) per aver dato la luce questi personaggi:

COCCIEIO NERVA (NARNI 8 novembre 30 – ROMA 21 gennaio 98)

Fu l’ultimo imperatore italiano sia di nascita che di famiglia. Nerva non aveva seguito l’usuale carriera amministrativa (il cursus honorum), anche se era stato console durante l’impero di Vespasiano nel 71 e con Domiziano nel 90. Egli era molto stimato come anziano senatore ed era noto come persona mite e accorta. Alla morte di Domiziano, Nerva fu acclamato imperatore in Senato da tutte le classi concordi sul suo nome. La città di Narni ha voluto realizzare un busto in bronzo dell’imperatore Cocceio Nerva nel 2007. Il busto è stato collocato nella piazza principale, nel punto di confluenza tra la vecchia via Flaminia e la porta Superior, antica porta che dava l’accesso alla Narnia romana. Anche la città di Gloucester ha dedicato una statua a cavallo in bronzo in onore dell’imperatore che la fondò, dandole lo status di colonia romana.

Cocceio Nerva

ERASMO DA NARNI detto IL GATTAMELATA (NARNI 1370 – PADOVA 1443)

Fu capitano di ventura al servizio prima di Firenze, poi del Papa e quindi della Repubblica di Venezia, da cui ottenne la carica di capitano generale. Abile stratega militare, difese la Serenissima dagli attacchi dei Visconti e riuscì a conquistare Verona. Secondo un suo biografo, Giovanni Eroli, ad Erasmo venne attribuito il nomignolo di Gattamelata per la “dolcezza dè suoi modi congiunta a grande furberia, di cui giovossi molto in guerra a uccellare e corre in agguato i mal cauti nemici e pel suo parlare accorto e mite dolce e soave”. Altri ritengono invece che il soprannome derivi dal cognome della madre, Melania Gattelli. Famoso oltre che per le sue imprese militari per la statua equestre in bronzo fatta da Donatello su commissione della vedova Giacoma Bocarini Brunori, originaria di Leonessa, ed attualmente a Padova nei pressi della Basilica del Santo. Celebre anche la frase Narnia me genuit / Gattamelata fui, la quale si può leggere incisa in una lapide che si trova presso la casa del Gattamelata a Narni.

Erasmo da Narni detto il Gattamelata

GALEOTTO MARZIO (NARNI 1427 – BOEMIA 1490)

Nacque da una famiglia nobile dei Marzi. Dopo aver studiato a Ferrara fu chiamato a soli 23 anni ad insegnare letteratura all’università di Padova e più tardi a quella di Bologna. In contatto con Vitez e Pannonius che lo invitarono a più riprese in Ungheria. Per le nuove dottrine che tentò di affermare fu accusato di eresia e processato dall’inquisizione veneta, ma non condannato grazie alla sua grande amicizia con Lorenzo il Magnifico e il re Mattia Corvino.

Galeotto Marzio

LUIGI LANZI (STRONCONE 1858 – TERNI 1910)

Luigi Lanzi nacque a Stroncone il 27 marzo 1858 e visse quasi sempre a Terni. Uomo rigido di carattere e di costumi, diresse per venticinque anni il convitto comunale, che sotto la sua abile guida fiorì egregiamente. Come ispettore dei monumenti e scavi si interessò della famosa necropoli umbra, scoperta nel territorio dell’Acciaieria, compiendo in proposito la pubblicazione Scoperte nell’antica Necropoli di Terni. A lui si debbono i geniali rifacimenti della Chiesa di San Francesco, del Tempio del Sole (San Salvatore) e della Cripta di Sant’Anastasio sotto il Duomo. Scrisse d’arte, storia, archeologia realizzando circa trenta lavori tra i quali Centenario dell’assedio di Stroncone, Un lodo di Innocenzo III ai Narnesi, Sangemini, arte e storia, Sangemini e il Palazzo Vecchio, Scoperte varie nell’Acciaieria, l’Antica cripta della cattedrale, Note e ricordi di San Francesco, Cappella Paradisi e il poema dantesco, Pergamena apocrifa della Lega Terni- Foligno nel 1215, Araldica, Rinaldo da Calvi, Abbazia di San Benedetto in fundis, Prime pagine di Storia di Terni. Morì il 31 dicembre del 1910.

 

Luigi Lanzi

CESARE NEBBIA (ORVIETO 1536 – 1614)

Fu allievo di Muziano Girolamo e mentre era ancora apprendista aiutò a completare le decorazioni aggiunte alla Cattedrale di Orvieto negli anni sessanta del 1500. Quasi tutto il resto dei lavori che realizzò in Orvieto sono tuttora conservati nel Museo dell’Opera del Duomo. Successivamente Nebbia e Muziano furono attivi in molti dei principali progetti del tardo XVI secolo a Roma. Cesare Nebbia contribuì anche alle pitture delle gallerie della Biblioteca Vaticana, compreso il soffitto della Galleria delle Mappe. Sotto Clemente VIII progettò mosaici sospesi di Matteo e Marco per la Basilica di San Pietro. Negli anni 1603-1604 si trasferì a Milano dove lavorò per Federigo Borromeo realizzando una serie di affreschi che avevano per soggetto la vita di San Carlo Borromeo destinati a varie collocazioni, fra cui l’Almo Collegio Borromeo a Pavia, la collegiata di Arona e il Palazzo Borromeo sull’Isola Bella (Lago Maggiore).

 

Cesare Nebbia

ALESSANDRO GERALDINI (AMELIA 1455 – SANTO DOMINGO 1525)

Nato in Amelia da nobile famiglia nel 1455, ebbe come precettore l’umanista Grifone, dal quale ricevette una formazione non solo filosofica, ma anche politica e diplomatica. Fratello di Antonio, ambasciatore plenipotenziario del Re Ferdinando d’Aragona, visse a lungo presso la corte spagnola ove ebbe incarichi militari e diplomatici di primissimo piano, poi consacratosi sacerdote divenne Protonotario Apostolico e Cappellano Maggiore della famiglia reale. Amico personale di Cristoforo Colombo, Alessandro fu l’uomo che riuscì a convincere i reali di Spagna a sostenere il progetto del navigatore genovese già respinto dall’Alto Consiglio (massimo organo consultivo del Re) perchè ritenuto eretico, in quanto finalizzato a dimostrare la sfericità della terra poteva sconfessava l’allora dominante concezione tolemaica, sostenuta da Sant’Agostino e Nicolò de Lira, secondo la quale la terra era piatta. Nel 1519, Alessandro, all’età di 64 anni, affascinato dal Nuovo Mondo, decise di vivere presso quei popoli per convertirli alla religione Cristiana.

Mons. Geraldini

PUBLIO CORNELIO TACITO (TERNI 55 – 120)

Publio (o Gaio) Cornelio Tacito è stato uno storico, oratore e senatore romano. È considerato uno degli storici più importanti dell’antichità. Le sue opere maggiori, gli Annales e le Hystories, illustrano la storia dell’Impero romano del I secolo, dalla morte dell’imperatore Augusto, avvenuta nel 14, fino alla morte dell’imperatore Domiziano, avvenuta nel 96. Tacito fu uno storico scrupoloso, attento e preciso. Le piccole inesattezze che si riscontrano negli Annales potrebbero derivare dal fatto che Tacito morì prima di terminare la sua opera e di farne una rilettura completa. In qualità di senatore, aveva facile accesso ai documenti ufficiali degli Acta Diurna populi Romani (atti di governo e notizie su quanto avveniva nell’Urbe) e degli Acta senatus (i verbali delle sedute del senato) tra cui le raccolte dei discorsi di alcuni imperatori, come Tiberio e Claudio.

Publio Cornelio Tacito

MARCO CLAUDIO TACITO (TERNI 200 – TYANA 276)

Nell’autunno 275,l’imperatore Aureliano cadde vittima di una congiura improvvisata. I suoi soldati, contrariati, non vollero che nessuno dei suoi generali prendesse la porpora, né vi era un erede designato disponibile. L’esercito decise allora di chiedere al Senato romano di scegliere un nuovo imperatore, e la scelta cadde su Tacito, il quale, alla notizia della morte di Aureliano, ne aveva proposto la divinizzazione e si era poi ritirato nelle sue proprietà campane. Le fonti parlano di un interregno di sei mesi dopo la morte di Aureliano.

Marco Claudio Tacito

FRANCESCO ANGELONI (TERNI 1587 – ROMA 1652)

Figlio di Giovan Pietro Angeloni e di Prantilla Pontani (moglie illegittima di Giovan Pietro), ha studiato a Perugia, si è trasferito poi a Roma, per mettersi al servizio del cardinal Pietro Aldobrandini (nipote di papa Clemente VIII) come segretario. In seguito alla pubblicazione della “Relatione” in omaggio al nuovo papa Paolo V, Angeloni venne nominato protonotario apostolico: importante ruolo nell’ambito della curia romana poiché gli permise di partecipare al collegio di undici notai che registravano gli atti della sede apostolica. Grande collezionista di materiale antico, si è dilettato di storia locale. Ha cresciuto ed educato Giovanni Pietro Bellori(che diverrà a sua volta appassionato di antiquariato e archeologia) ed il cardinale Camillo Massimo. Le sue spoglie riposano nella chiesa romana di Sant’Andrea delle Fratte, benché avesse lasciato disposizioni testamentarie affinché potesse essere sepolto presso la chiesa di San Francesco di Paola (Roma) ai Monti nella cappella dedicata a Santa Caterina d’Alessandria e San Francesco d’Assisi (avendo ottenuto la concessione dei frati dell’Ordine dei Minimi, titolari della chiesa).

Francesco Angeloni

GIOVANNI FROSCIANTI (COLLESCIPOLI 1811 – 1885)

Mazziniano ed ex seminarista, prese parte a numerosi moti e si distinse durante la Prima, la Seconda e la Terza Guerra di Indipendenza, arrivando a ricoprire il grado di colonnello. Durante la Spedizione dei Mille fu costantemente al fianco di Giuseppe Garibaldi, del quale divenne amico e confidente al punto che, dopo la Terza Guerra di Indipendenza, venne chiamato a Caprera per amministrare i beni del Generale. Tornato nella natia Collescipoli, in provincia di Terni, vi morì nel 1885.

GIULIO BRICCIALDI (TERNI 1818 – FIRENZE 1881)

Dopo aver ricevuto le prime lezioni di flauto dal padre, si diploma al conservatorio di Santa Cecilia di Roma all’età di quindici anni. Insegna flauto sia a Roma sia a Napoli, dove diventa maestro di flauto del fratello del Re. Virtuoso del flauto, svolge una brillante carriera in Italia e nel resto d’Europa. A Londra, dove la casa produttrice di flauti Rudall & Rose detiene il brevetto del flauto cilindrico migliorato di Theobald Bohm, Briccialdi ha l’idea, nel 1849, di aggiungere una chiave sopra la chiave del si per il pollice sinistro, rendendo più facile suonare il si bemolle. Questo meccanismo adesso è chiamato il si bemolle – Briccialdi. Nel 1860 è direttore di banda a Fermo e dal 1871 docente di flauto al conservatorio di Firenze. Il 14 giugno 1864 diviene socio onorario della Società Rossiniana di Pesaro. Animato da ideali risorgimentali, sembra che abbia devoluto tutti i suoi guadagni di una tournée alla causa dei “Mille”. Ha composto l’opera teatrale Leonora de’ Medici (Milano 1855), diversi pezzi per flauto (solo e con altri strumenti) e esercizi didattici. Una volta deceduto, i suoi concittadini organizzarono una raccolta di fondi per riportarne a Terni la salma, fatto che avvenne quattro mesi più tardi. Gli è stato dedicato un asteroide, 7714Briccialdi.Dal 1893 gli è anche intitolato il conservatorio di musica di Terni.

AMERIGO BARTOLI NATINGUERRA (TERNI 1890 – ROMA 1971)

Trasferitosi a Roma nel 1906, per studiare all’Accademia di Belle Arti dove diventa allievo di Giulio Aristide Sartorio, aiutandolo nella realizzazione di affreschi decorativi di diverse ville e palazzi romani, nonché di alcune sale del Palazzo del Quirinale. Prende attivamente parte alla vita artistica della capitale e nel 1916 partecipa alla Terza Esposizione Internazionale d’Arte della Secessione ed inizia a pubblicare alcuni disegni sulla rivista L’Eroica, dando così inizio a una lunga e prolifica collaborazione con numerosi giornali e riviste dell’epoca tra i quali sono da annoverare PasquinoCronache d’AttualitàIl Fronte InternoLa GibernaIl Primato Artistico ItalianoIl Travaso delle IdeeIndexCorriere ItalianoGalleriaGuerin MeschinoTerza PaginaLa LetturaLa TribunaIl SelvaggioGazzetta del Popolo,L’ItalianoOmnibusPrimatoDomenicaStampa SeraCosmopolitaEuropeoEpocaIl Mondo. Nel 1920 divide lo studio con Giorgio de Chirico; nel ’21 compie un viaggio in Germania ed espone alla I Biennale di Roma. Diventa uno degli artisti più noti ed apprezzati, tanto da vincere il primo premio alla Biennale di Venezia, nella XVII edizione con il suo Gli amici al Caffè (1930), oggi conservato alla Galleria Nazionale di Arte Moderna di Roma. Iniziò quindi a frequentare i maggiori salotti letterari divenendo amico di Ardengo Soffici, Emilio Cecchi, Giuseppe Ungaretti e di Vincenzo Cardarelli. Nel 1937, eseguì, con la tecnica del trompe l’oeil gli interessanti dipinti murali nella sala del ping-pong della Villa Saffi, a Forlì. Insegnò all’Accademia d’arte per ventuno anni dal 1939 fino al 1960 formando più generazioni di artisti (da Accatino a Ceroli, da Avanessian a Pino Pascali).

 

Amerigo Bartoli

LIBERO LIBERATI (TERNI 1926 – 1962)

Libero Liberati (è stato un pilota motociclistico italiano vincitore di un titolo nel motomondiale e chiamato Il Cavaliere d’Acciaio. Dopo aver iniziato a lavorare in un’officina meccanica, iniziò a competere nel motociclismo in gare nazionali. Vinse il Campionato Italiano nel 1955 e nel 1956. La stagione 1957 lo vide conquistare il mondiale in 500 grazie alle vittorie ottenute in 4 delle sei gare in programma. Il 5 marzo 1962 però, uscito per un allenamento sulla Strada statale 209 Valnerina, scivolò sulla strada bagnata all’altezza della curva di Cervara, urtando violentemente contro la parete rocciosa. Inutili furono i tentativi di salvargli la vita. Il sindaco di Terni, in occasione del funerale, lo commemorò con: “Tu, ardito cavaliere del nostro tempo, ci indichi una meta lontana, l’approdo glorioso di una vita fortemente e seriamente impegnata…” Nella curva di Cervara, nel luogo esatto dell’incidente stradale, è presente una lapide che commemora il campione ternano e un monumento ad opera di Carlo Lorenzetti, si trova di fronte allo Stadio Comunale Libero Liberati (uno dei pochi in Italia intitolato ad un campione di uno sport diverso dal calcio, a significare la grande importanza che Liberati ha avuto per Terni, soprattutto negli anni difficili del dopoguerra).

 

Libero Liberati

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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