Diocesi di Terni, insediato nuovo amministratore Vecchi: ”Non sono commissario ne liquidatore”

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Paglia e Vecchi“Il Santo Padre non mi ha di certo chiamato qui come commissario, né come liquidatore, come qualcuno dice, poiché non c’è nulla da commissariare e da liquidare”. Monsignor Ernesto Vecchi si è insediato oggi pomeriggio come nuovo amministratore apostolico della diocesi di Terni, Narni e Amelia. Nel corso di una solenne cerimonia che si è svolta nella cattedrale ternana, ha voluto smentire di essere stato inviato dal Vaticano per cercare di porre un argine ai problemi contabili: si parla infatti di un buco di 18 milioni di euro (qui l’articolo) e di indagini della magistratura (qui l’articolo).

Nominato dalla Congregazione dei vescovi in attesa della designazione del nuovo presule, Vecchi sostituirà monsignor Vincenzo Paglia, per 12 anni alla guida della diocesi prima di essere nominato presidente del Pontifico Consiglio per la Famiglia, anche lui presente alla cerimonia di questa sera. “Sono qui – ha detto Vecchi – solo per continuare il lavoro pastorale del Vescovo, in tutti i suoi delicati versanti, da quello liturgico a quello catechetico, da quello caritativo a quello amministrativo, vista la necessità di verifica o, se volete, di spending review, imposta dalla crisi sociale. Ho preso quindi il pastorale dalle mani di monsignor Paglia che già in maniera egregia ha svolto il compito di pastore di questa Chiesa e che oggi è totalmente assorbito dall’immenso compito di riproporre il progetto di Dio sul matrimonio e la famiglia, in Europa e nel mondo”.

Vecchi ha poi però indirettamente confermato la presenza di problemi: “Ogni Chiesa, nel tempo, può vivere momenti di sofferenza, che hanno quasi sempre radici molto lontane, ma che trovano rimedio nei frutti dello Spirito Santo che, ogni giorno, coltiva in se stessa, mediante la Parola, i Sacramenti, la preghiera e la carità. In particolare la Chiesa di Terni Narni Amelia, custode delle reliquie di San Valentino, è in grado di mettere in campo l’amore e la gioia, la fedeltà e la pace”.

Monsignor Vecchi ha anche annunciato di avere confermato nel loro servizio sia il vicario generale Antonio Maniero che il pro vicario generale Francesco De Santis. Quanto alla durata del suo mandato, monsignor Vecchi ha spiegato di non conoscerla. “Conosco la temporaneità della mia missione, ma non so – ha detto – quanto rimarrò qui. Questo però non toglie nulla alla mia entità di vescovo, anche se sono qui per fare da ponte e se non sarò qui a tempo pieno, perché a Bologna ci sono responsabilità che non posso lasciare”.

Monsignor Paglia, ringraziando Vecchi per avere accettato l’incarico, ha spiegato che dopo la sua nomina al Pontificio consiglio per la Famiglia e i suoi numerosi impegni, “la diocesi per forza e vitalità non poteva essere lasciata sospesa”. Per questo lui stesso ha chiesto al Papa di intervenire.

L’ultima omelia di Paglia. L’ultima cerimonia ternana di Paglia è stata celebrata quindi oggi, nella basilica di San Valentino: 120 coppie si sono ripromesse amore (qui l’articolo). In questa circostanza l’arcivescovo ha affermato: ”Per l’intera società è decisiva la famiglia, quella dei giovani che vogliono continuare a generare e maturare. Siete qui – ha detto monsignor Paglia rivolgendosi ai fidanzati presenti alla Festa della promessa – perché intuite che l’amore, se è tale, è eterno, ma soprattutto che l’amore non è scontato e richiede attenzione, fedeltà, stabilità. C’é nel vostro cuore una bella tensione perché il vostro amore sia vero, sia ‘per sempre'”.

“Per l’intera società – ha sottolineato ancora il presule – è decisiva la famiglia, quella dei giovani che vogliono continuare a generare e maturare. E’ questo il momento per voi di prendere il largo come dice il Vangelo. Le difficoltà sono enormi nella società attuale, nella vita quotidiana, ma il Signore dice di prendere il largo e di gettare le reti. Oggi voi dite ad un mondo che non concepisce più l’importanza del matrimonio e della famiglia, la bellezza di questa scelta, dello sgorgare di una nuova forza e nuova vita. Vedo nei vostri occhi l’affetto che avete ed anche la trepidazione, perché ci sono venti malevoli che insidiano la vita e portano a pensare solo a se stessi. Ma se si continua a pensare solo a se stessi, dimenticandosi degli altri, prevale sempre più la solitudine. Voi, al contrario, siete venuti perché volete che l’amore sia saldo, che vi sorregga per tutta la vita”.

Facendo riferimento alle difficoltà provocate dalla crisi economica, monsignor Paglia ha esortato ad avere fiducia: “C’ è bisogno di riscoprire l’amore per essere saldi, per vincere ogni incertezza proprio nei momenti più difficili. Dobbiamo ripartire dall’amore. Dobbiamo praticare la lingua dell’amore, che è la tenerezza per chi ci sta accanto, la passione per rendere il mondo più bello, la compassione per i più poveri e i più deboli, l’impegno per rendere il mondo più pacifico”.

Secondo monsignor Paglia “il fondamento dell’amore non è solo romanticismo, ma è volere il bene dell’altro, sapere superare le crisi e le difficoltà della vita, l’amore vero è voler continuare e sognare una vecchiaia insieme. E’ questa vita insieme – ha concluso – che conduce lontano, fa gustare le cose felici, fa essere più uniti quando ci sono difficoltà, rende capaci di aiutarsi vicendevolmente”.

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