I disturbi da tic

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tic sono movimenti involontari rapidi, improvvisi e finalistici che tendono a ripetersi con un ritmo irregolare e che si distinguono in semplici, se costituiti da movimenti brevi e stereotipati del volto, delle spalle e degli arti ed in complessi, se costituiti da sequenze di movimenti.

tic motori semplici includono: ammiccamenti, torsioni del collo, alzate di spalle, smorfie del viso, colpi di tosse; mentre i tic vocali semplici includono: raschiarsi la gola, grugnire, tirare su con il naso, sbuffare.
tic motori complessi riguardano: movimenti mimici, saltare, toccare, battere i piedi, odorare un oggetto; i tic vocali complessi riguardano, invece la ripetizione di parole o di frasi fuori dal contesto, nei casi più gravi, la coprolalia (uso di parole oscene) e l’ecolalia (ripetizione di suoni, parole o frasi udite per ultime).

I tic nascono in risposta a fortissime sensazioni di necessità che costringono il soggetto a compierli per abbassare la tensione. Il tic sarebbe il risultato di uno stimolo sensitivo-sensoriale periferico, che generalmente si riduce molto fino alla scomparsa durante il sonno o comunque in periodi di tranquillità, mentre si accentua in presenza distress.
È importante distinguere i tic da manierismi, stereotipie e tic secondari (post-infettivi, dovuti a farmaci, post-intossicazione, da patologie o alterazioni dello sviluppo del SNC)
Per quanto riguarda l’eziologia dei disturbi da tic, come spesso accade, i fattori possono essere più di uno: ereditari, ambientali, legati a età e sesso etc. L’efficacia terapeutica dei neurolettici fa ritenere probabile il coinvolgimento dei gangli della base e dei circuiti extrapiramidali, ma esistono altre ipotesi che fanno concludere che un’interpretazione univoca unanimemente accettata sia ancora da raggiungere.

I disturbi da TIC comprendono:

– il Disturbo di Tourette (o sindrome di Tourette)
– il Disturbo Cronico da Tic Motori o Vocali
– il Disturbo Transitorio da Tic ed il Disturbo da Tic Non Altrimenti Specificato.

Tali disturbi possono essere distinti l’uno dall’altro a seconda della durata, della varietà dei tic e dell’età di esordio.

Georges Gilles de la Tourette

Sindrome di Tourette 
Il Disturbo di Tourette (dal nome del neurologo francese Georges Gilles de la Tourette) è caratterizzato dalla presenza di tic motori multipli e uno o più tic vocali, non necessariamente in modo simultaneo. Per poter fare una diagnosi di questo tipo, è necessario che tali tic si manifestino molte volte al giorno (di solito ad accessi) quasi ogni giorno o in maniera intermittente durante un periodo di più di 1 anno e che non vi sia mai stato un periodo di più di tre mesi, durante questo anno, senza tic. I sintomi più frequentemente associati al Disturbo di Tourette sono: ossessioni, compulsioni, iperattività, distraibilità e impulsività, ma vengono compresi anche i fenomeni di coprolalia, ovvero dell’impulso irrefrenabile ad utilizzare parole od espressioni oscene o volgari. Le manifestazioni del Disturbo di Tourette sono causa di un significativo malessere e disagio che compromettono l’area scolastica, lavorativa e sociale. Nei casi più gravi, i tic possono, infatti, interferire con le attività quotidiane, intralciandone il normale svolgimento, come leggere, scrivere, svolgere attività che richiedono particolare concentrazione.

Disturbo Transitorio da Tic
Il Disturbo Transitorio da Tic si distingue per la presenza di tic motori singoli o multipli e/o di tic vocali. I tic si manifestano molte volto al giorno per almeno 4 settimane, ma non per più di 12 mesi consecutivi. Per altre caratteristiche, esso è simile al disturbo di Tourette, ma la gravità dei sintomi e il grado di compromissione funzionale sono inferiori.

Disturbo Cronico da Tic Motori o Vocali
Della stessa durata del Disturbo di Tourette (almeno 12 mesi) è il Disturbo Cronico da Tic Motori o Vocali, la cui caratteristica fondamentale è la presenza o di tic motori o di tic vocali, ma non di entrambi.

Diagnosi e trattamento
Per poter diagnosticare un disturbo da tic è necessario che l’anomalia causi notevole disagio o significativa compromissione nell’area sociale, lavorativa (o scolastica) o in altre aree importanti del funzionamento; inoltre, l’anomalia non deve essere meglio giustificata dagli effetti fisiologici diretti di una sostanza o da una condizione medica generale. I disturbi da tic hanno esordio prima dei 18 anni.

Seduta dallo psicologo

Per una valutazione diagnostica del disturbo da TIC è necessario rivolgersi a professionisti esperti nel settore, i quali, oltre a constatare la presenza del disturbo, ne valutano ogni aspetto, la storia, il grado di compromissione del funzionamento globale. È inoltre fondamentale escludere una possibile causa fisiologica tramite visita presso un neuropsichiatra infantile e, successivamente, rivolgersi a uno psicologo infantile che possa aiutare il bambino ad esprimere tramite altre vie, il conflitto e l’ansia che sta alla base del tic e i genitori a trovare strategie efficaci per sostenere il bambino nel superamento delle sue difficoltà. Il tic rappresenta il modo migliore che il bambino ha trovato per alleviare una tensione emotiva.
Spesso al tic, soprattutto se cronico e dunque duraturo nel tempo, si associano sentimenti di vergogna, di frustrazione e di ansia. Emergono frequentemente, soprattutto nella fase preadolescenziale e adolescenziale, ritiro sociale, forte timidezza, umore depresso, difficoltà nella socializzazione col gruppo dei pari (per la paura di essere derisi, rifiutati, presi in giro), soprattutto nel caso dei tic cronici. Essi durano più di un anno e possono essere accompagnati da nuovi tic, l’età di insorgenza è compresa tra i 5 e i 9 anni con un picco d’incidenza attorno ai 7 anni; i maschi ne sono affetti con frequenza 3 volte maggiore rispetto alle femmine.

Bambino con tic

I bambini affetti da tic cronici possono presentare balbuzie, deficit di attenzione, disturbi nell’apprendimento, difficoltà di concentrazione.
I tic transitori invece si verificano in diversi bambini con un picco d’età compreso tra i 5 e i 9 anni; in ordine di frequenza le parti del corpo più interessate sono gli occhi, il volto, il collo, le spalle e le braccia.
Quando si tratta di tic transitori, la loro accettazione, sempre auspicabile, è più semplice. In altri casi si può intervenire in vari modi e su vari fronti, attraverso terapie farmacologiche (neurolettici, noradrenergici etc.), psicoterapia di sostegno, trattamento cognitivo-comportamentale e parent training. Quest’ultimo approccio è particolarmente importante, in quanto l’atteggiamento dei genitori ha un ruolo fondamentale. È dunque importante per i genitori avvalersi della consulenza di uno psicologo, in quanto dei colloqui di informazione e valutazione, ed un intervento psicoeducativo permettono di riconoscere e comprendere il disturbo ed il disagio vissuto dal bambino, e di gestire la situazione con tranquillità.
Ad esempio, può essere utile non sottolineare il problema con rimproveri, ansia o addirittura prese in giro, che non fanno altro che rinforzare il sintomo e far sentire il bambino “sbagliato” e non accettato e creare ulteriore ansia che a sua volta favorisce il tic.

È importante, quindi, salvaguardare l’autostima del bambino, favorendo la sua autonomia nei piccoli e grandi compiti, senza creare veri e propri handicap, generati dalla convinzione che non sia in grado di fare. In sintesi, è bene non svalutarlo, né iperproteggerlo, ma incoraggiare l’esplorazione e l’iniziativa che favoriranno il suo senso di autoefficacia.
Può essere utile anche tenere un diario dei tic, appuntando la situazione in cui questi si manifestano o si accentuano, in modo da comprendere anche la “funzione” del tic stesso, per poi, successivamente, sostituirlo con una modalità maggiormente funzionale. Infine, anche il trattamento cognitivo comportamentale si rivela efficace attraverso esercizi di controcondizionamento, di acquisizioni di atti incompatibili col tic stesso e l’associazione di questo con vissuti negativi.

 

Fonte: benessere.com

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