Infiltrazioni in galleria Tescino, Italia Nostra-WWF: ”L’opera non ebbe avallo ministeriale”

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tunnel Tescino 1Gli interrogativi di queste ore sono inquietanti: la galleria Tescino sulla Terni-Rieti è sicura? C’è il rischio di un cedimento strutturale? Non immediato, visto che le istituzioni non hanno ritenuto opportuno la chiusura al traffico ma le infiltrazioni di acque contaminate da manganese preoccupano e ieri la regione ha deciso di rivolgersi al Governo per ottenere risorse: con ogni probabilità si parla di cifre ingenti necessarie per interventi strutturali.

Italia Nostra e WWF, le due associazioni che per prime hanno denunciato le infiltrazioni nel tunnel paventando anche il rischio (poi confermato) di inquinamento, oggi vanno alla ricerca delle responsabilità. E denunciano un fatto che se trovasse conferma, sarebbe grave: per la costruzione dell’opera “nessuno ha mai interpellato l’ex Direzione Qualità della vita del Ministero dell’Ambiente”, cioè “l’ufficio competente per i SIN, ossia le aree di interesse nazionale da bonificare, di cui fanno parte le discariche di Pentima e Valle”.

Il comunicato di Andrea Liberati (Italia Nostra) e Giuseppe Rinaldi (WWF):

“L’uomo è riuscito a realizzare tunnel sotto La Manica, nel tremebondo Mar del Giappone, ma nel ventre esplosivo di una discarica industriale non poteva che incontrare cattiva sorte. Siamo davvero certi di aver utilizzato nel modo migliore i 213 milioni ottenuti per la nuova Terni-Rieti, visto quanto sta accadendo all’impossibile galleria ‘Tescino’, costruita sotto l’immondezzaio delle Acciaierie? Se vi sarà chiusura, essa riguarderà l’intera tratta di km 3,2, dallo svincolo Terni Est –peraltro notoriamente monco- fino a quello ‘Valnerina’: chi paga alla città e all’Italia i danni materiali e morali di un simile disastro?

Intanto, grazie ad Arpa Umbria, abbiamo prime importanti informazioni in merito alla consistenza dei liquidi che percolano dalla volta. Si tratta di dati rilevanti, perché c’è chi ha lavorato lì dentro e si è già ammalato; e c’è chi oggi percorre una strada, magari col finestrino semiaperto, e non sa quel che rischia.

E allora cerchiamo di capire meglio: tale galleria ha mai ottenuto l’assenso dell’ex Direzione Qualità della vita del Ministero dell’Ambiente? Si tratta dell’odierna Direzione per la Tutela del Territorio e delle Risorse Idriche, competente per i SIN, ossia le aree di interesse nazionale da bonificare, di cui fan parte le discariche di Pentima e Valle. Nessuno li avrebbe interpellati e vorremmo conoscere le responsabilità al riguardo.

Siamo davvero sicuri che la Valutazione di Impatto Ambientale sarebbe stata assentita, che il tracciato non sarebbe stato cambiato, se il dirigente dell’Ufficio citato avesse potuto esprimersi su questo progetto? E siamo sicuri della tenuta statica della volta? Interessante ricordare che gli esecutori, nel realizzare il progetto, si spinsero a scavare anche ad appena 4 metri dalla base della discarica.

Intanto, oggi, le emergenze in loco sono diventate due: non più soltanto quella storica, il SIN Terni-Papigno, ma anche una strada che potrebbe divenire ben presto inutilizzabile, esiti scontati di problemi cruciali mai affrontati; rimossi, anzi, dietro un colossale cumulo di scorie”.

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