Italia Nostra-WWF: ”Ast recuperi scorie, non espanda discarica. Prisciano è punta di iceberg”

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ast terni acciaierieL’Ast deve rinunciare all’espansione delle discariche e avviare il recupero delle scorie. Lo chiedono Italia Nostra e WWF di Terni che in un comunicato denunciano una situazione ambientale vicina all’emergenza di cui Prisciano rappresenta soltanto la punta di un iceberg.

I rappresentanti delle due associazioni, Andrea Liberati e Giuseppe Rinaldi, scrivono: “Abbiamo domandato più volte ad AST-TK di investire sul recupero della scoria. Non provvedere da tempo comporta conseguenze, oltre a una speciale responsabilità sociale d’impresa. Tra tutte: un ininterrotto accumulo di rifiuti, fino a esaurimento totale dei volumi consentiti dalla norma e dalla conformazione naturale delle discariche autorizzate: dunque fino a quell’emergenza assoluta cui non siamo affatto lontani. Un serio gravame a carico delle future generazioni di ternani, di italiani, che si troveranno enormi immondezzai da risanare, ancor più smisurati di quelli individuati dal Ministero dell’Ambiente già nel 2001 con i S.I.N. –siti di interesse nazionale per le bonifiche”.

Italia Nostra e WWF continuano :”L’A.I.A. (Autorizzazione Integrata Ambientale) rilasciata nel 2010 già imponeva ‘(…) entro 24 mesi di passare progressivamente a un sostanziale regime di recupero e riutilizzo nella gestione delle scorie d’acciaieria (…)’. Chi controlla il rispetto di tale disposizione? Delle 5/600.000 tonnellate di scorie annuali, ad oggi verrebbe recuperato il solo refrattario esausto. Un’inezia”.

Liberati e Rinaldi citano poi un recente comunicato di Ast che afferma di utilizzare le “migliori tecniche disponibili” in tema di protezione ambientale: “Ci permettiamo di dissentire: la vicenda di Prisciano è solo la punta dell’iceberg. Eppure sulle scorie un big player quale Arvedi opera con buoni risultati da almeno cinque anni, riducendo al minimo il conferimento in discarica, come ben sanno i dirigenti locali”.

Quindi la richiesta: “Ast rinunci all’ulteriore espansione delle discariche, peraltro richiesta al Ministero dell’Ambiente con un progetto discutibile: da una parte, infatti si propone il ‘sormonto’ di parte della zona ‘A’ ove furono allocati per qualche decennio i rifiuti urbani di Terni, mai ‘bonificati’. E poi si ha l’ardire di voler ampliare pure la discarica della zona ‘B’, Valle, in direzione della Cascata delle Marmore (Valnerina) che così si avvicina da km 2 a km 1,5 circa, con devastante sfregio al paesaggio e quantità pari a 7.000.000 di tonnellate di scorie ulteriori. E’ ‘la migliore tecnica disponibile’? E’ corretto procedere in tal modo? E davvero si crede che il Ministero dell’Ambiente, per di più in un S.I.N., consenta certe manovre?”.

Liberati e Rinaldi chiedono ancora: “Davvero si pensa che, con montagne di scorie a buon mercato, l’azienda si mantenga competitiva? Non è forse con la filiera del recupero che si aiuta l’impresa a primeggiare, vista la possibilità di rivendere il prodotto con grossi guadagni, limitando inoltre il ricorso a risorse vergini del pianeta? E i promotori ritengono che l’Unesco accolga la Cascata nel ‘Patrimonio mondiale dell’Umanità’? Terni molto ha dato in termini professionali e ambientali in 130 anni, ricevendo in cambio, oltre a un salario dignitoso, milioni di tonnellate di rifiuti: la dirigenza tedesca veramente desidera ancora questo in Italia?”.

“Ast – concludono Italia Nostra e WWF – inveri dunque le prescrizioni dell’AIA, abbandoni le soluzioni tampone, cambi paradigma e investa fortemente per la protezione ambientale a Terni. E’ già tardissimo”.

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