Kebab Anatolia: ”Noi estranei a Hezbollah, cattiva informazione danneggia gli onesti”

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E’ amareggiato Onder Dere: il suo locale di kebab, Anatolia, in piazza Europa è vuoto da due giorni. “Le persone passano, indicano e se ne vanno. Non entra quasi nessuno”. La notizia dell’associazione criminale sgominata che impiegava i proventi dei kebab per finanziare Hezbollah turco, ha devastato la reputazione di tutti i punti vendita e allontanato gli avventori. A rimetterci però anche chi, come Onder, è totalmente estraneo alla vicenda: “Non c’entriamo nulla, siamo assolutamente lontani da Hezbollah e non conosciamo nessuna delle persone arrestate”.

Onder punta il dito contro la superficialità dei giornali che nel riportare la notizia hanno scritto: “Tutti i kebab di Terni in mano all’organizzazione terroristica”. Non è così: lui e il suo locale non sono stati minimamente toccati dagli arresti e dalle indagini.

Anche la storia personale di Onder evidenzia la totale lontananza da quella realtà: “In Turchia ero studente di economia e simpatizzante del Pkk (il partito dei lavoratori del Kurdistan che chiede l’indipendenza dalla Turchia ed è in aperto contrasto con Hezbollah ndr). Scrivevo per un giornale vicino al Pkk e per questo sono stato condannato a 12 anni di galera. Ho chiesto asilo politico all’Italia e fino a qualche mese fa gestivo un kebab a Grosseto”. Quando ha saputo che il locale in piazza Europa era in vendita, Onder ha deciso di cedere la sua precedente attività e rilevare quella che gestisce oggi. “Cinque mesi fa, al momento dell’apertura, ho avuto i controlli di Inps, Inail, questura ed è risultato tutto in regola”.

A finire in manette è stato invece, oltre ai gestori di altri 3 kebab di Terni, l’ex proprietario di quel locale con cui Onder, dopo l’acquisto, non ha più avuto alcun contatto. “Conosco di vista solo qualche persona che lavora negli altri kebab. Sapevo che alcuni di loro erano religiosi radicali. Ci tengo però a dire che Hezbollah non lavora a favore dei curdi”. Anzi, per Onder quell’organizzazione è più vicina al governo turco che non alla causa di un Kurdistan indipendente. Infatti, fa notare Onder, le persone arrestate non evidenziavano la loro nazionalità curda, ma si presentavano come turchi.

A far indignare Onder è soprattutto il modo in cui i giornali hanno riportato la notizia: “Pubblicare senza chiedere ai diretti interessati non è giornalismo. Bastava informarsi e avrebbero saputo che questo locale ha cambiato gestione da 5 mesi e non ha nulla a che fare con le persone arrestate”. C’è tempo anche per una stoccata alla lentezza della burocrazia comunale: “Sono 4 mesi che abbiamo chiesto l’autorizzazione a cambiare insegna: il nostro locale si chiama Roj”. E’ una parola curda, significa sole.

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  • Michela

    Conosco questi ragazzi per motivi di lavoro, ho curato loro la formazione e le procedure Haccp , vi posso garantire che 30 giorni fa hanno superato brillantemente il controllo fatto dai NAS di Perugia, perciò 10 e lode per la pulizia e un 10 e lode lo do io per l’educazione verso i clienti…. non puntate il dito passando d’avanti sono dei lavoratori che come tutti cercano di portare onestamente a casa lo stupendio. 

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