Legambiente, rapporto Mal’Aria Industriale: Ast tra le industrie più inquinanti di Italia

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Le acciaierie di Terni inquinano l’aria. E’ quello che emerge dall’ultimo rapporto di Legambiente: Ma’Aria Industriale 2012. “Terni non è Taranto, ma lo stabilimento ternano condivide con l’Ilva di Taranto molti dei primi posti nella classifica negativa degli impianti industriali più inquinanti” commenta Legambiente Umbria. Terni Oggi aveva già pubblicato un’inchiesta su inquinamento dell’aria e patologie (qui l’articolo) evidenziando, tra gli altri, anche alcuni aspetti che emergono oggi da Mal’Aria.

Nel rapporto di Legambiente sull’inquinamento atmosferico dalle attività produttive in Italia vengono presi in esame i siti industriali che ad oggi non hanno ancora l’A.I.A., (Autorizzazione Integrata Ambientale) e che quindi per l’Unione Europea sono considerati non a norma (motivo per il quale l’Europa ha condannato il nostro Paese). L’A.I.A è una certificazione obbligatoria per quegli impianti industriali considerati maggiormente inquinanti, che deve essere rilasciata dal Ministero dell’Ambiente e che ha come finalità il controllo e il monitoraggio e la conseguente riduzione degli inquinanti prodotti dagli impianti industriali.

Legambiente per ogni singolo inquinante ha redatto una classifica di chi annualmente ne emette quantità maggiori. Riportiamo quelle che riguardano l’Ast (segnalando anche la posizione dell’Ilva per avere un punto di riferimento):

Monossido di carbonio: Ast è al sesto posto con 3.250 tonnellate emesse. Prima è l’Ilva di Taranto con 172 mila tonnellate.

Diossine e Furani: Ast è al decimo posto (l’Ilva è al terzo con 15,60).

PCB (PoliCloroBifenili): Ast è al sesto posto con 1,40 kg, (l’Ilva di Taranto è al quinto posto con 1,42 kg).

Cromo: le acciaierie di Terni sono prime con 968 chili chili emessi. Segue l’Ilva di Taranto con 564 chili.

Mercurio: Ast è al secondo posto con 182,00 chili (Ilva non è presente).

Cadmio: le acciaierie di Terni sono al terzo posto con 33 chili (Ilva al primo posto con 138 chili).

La buona notizia è che l’Ast non è presente nei primi dieci posti per emissione di pm10, ossidi di azoto, ossidi di zolfo, composti organici volatili non metanici, benzene, idrocarburi policiclici aromatici, piombo, arsenico e nichel. Non c’è però da rallegrarsi troppo perché, come riportato nella nostra inchiesta, nell’aria di Terni sono presenti forti quantità anche di tutti questi inquinanti appena citati.

Per Andrea Liberati, Segretario di Legambiente Umbria “Terni, va subito detto, non è Taranto e la proprietà, diversamente dalla famiglia Riva, qualche impegno per mitigare l’inquinamento lo ha sicuramente preso e realizzato, così come le istituzioni hanno messo in atto un monitoraggio complessivamente efficace. Ma l’Acciaieria di Terni, condivide con quella di Taranto i primi posti nella classifica tra gli impianti industriali più inquinanti, basta leggersi le classifiche riportate sul dossier di Legambiente”.

“Quelle emesse dagli stabilimenti industriali, a Taranto come a Terni – afferma Liberati – sono sostanze pericolose non solo per l’ambiente ma anche per l’uomo che vive e lavora a contatto con essi, ed è sempre più importante, soprattutto in tempo di crisi dove sempre più frequente è il ricatto posti di lavoro in cambio di cessione di diritti a cominciare da quello alla salute, che le emissioni delle nostre fabbriche vengano monitorate e soprattutto che vengano applicate le migliori tecnologie disponibili per la loro riduzione. A Terni, in questi ultimi anni, si sono fatti diversi passi in avanti, grazie anche alla capacità di mobilitazione del movimento operaio e dell’intera città che otto anni or sono è stata capace di difendere la sua fabbrica da un rischio chiusura simile a quello di Taranto e che ora è di nuovo impegnata a contrastare i rischi di una mondializzazione dell’economia che ha ancora troppe poche regole. Molto resta ancora da fare e questa volta, proprio come a Taranto, questo dovrà essere un impegno che dovremo prendere tutti assieme, ambientalisti e lavoratori, cittadini, imprese ed istituzioni. Un’alleanza necessaria se vogliamo che Terni possa diventare una città capace di futuro”.

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  • anonimo

    e poi continuiamo a lamentarci del solo inceneritore.. pensiamo all’AST prima….

  • Eros Salvati

    Ma come,non era l’inceneritore SPENTO,che inquinava l’aria di Terni?? Ora voglio vedere quale comitato politicizzato si fà avanti,poichè doveva servire Lega Ambiente,per svelare il segreto di Pulcinella!!! Ma come già detto altre volte,prendere di mira l’inceneritore va di moda,poi nessuno ci capisce niente in merito,mentre puntare il dito contro AST,beh ci vogliono le palle,ma si corre il rischio di perdere voti alle elezioni,sia per quelli che le hanno vinte,ma sopratutto per quelli che ambiscono ad entrare  a palazzo Spada!!!! I vari rapporti ambientali,già pubblicati e noti, parlavano e parlano chiaro in merito agli agenti inquinanti presenti nell’aria che respiriamo,tutta roba che proviene delle acciaierie,che aumenta e diminuisce in base hai volumi di produzione di acciaio.Però lasciatemelo dire…..l’inceneritore è altra cosa,è glamour,vuoi mettere fare una bella sfilata con la bandierina No Inceneritore??? Come si dice….non ha prezzo!!!!! Con questo nella maniera più assoluta,non dico che voglio l’inceneritore,ma visto che ci sono tutti questi comitati,gestiti da grandi menti,una volta vorrei sentire,un’alternativa agli stessi inceneritori,perchè criticare è giusto e se giusta fa pure crescere,ma criticare tanto per è da stupidi!!!  

    • NO INC

      Permettimi di dirti che forse sei poco aggiornato sulla vicenda NO INC, e della quantità di iniziative pubbliche finalizzate proprio alle alternative…forse dovresti informarti di più? non è un’accusa, ma se parli in questo modo della battaglia NO INC è chiaro che ti mancano degli elementi.
      Lottare contro l’inceneritore è andare contro un impianto che a fronte di 100mila tonnellate/anno di materia lavorata (bruciata) impiega a malapena 30 persone, producendo 5mila tonnellate/anno di polveri sottili e 26mila tonn/anno di ceneri tossiche. Inoltre brucia tutta quella materia per produrre energia su cui guadagna con gli incentivi statali, i vecchi CIP6, che sono pagati da noi con le bollette lelettriche.Tra l’altro eistono impianti che a freddo lavorano il pulper che invece acea brucia.
      Quindi, pur essendo un impianto inferiore all’AST ha un potenziale inquinante molto alto, se lo rapporti alle ricadute occupazionali e alle caratteristiche tecnologiche; l’AST per lo meno produce acciaio e impiega migliaia di persone tra dirette e indotto.Sebbene Taranto deve essere un monito, e far finta di nulla sarebbe sciocco.
      Per il resto il Comitato no inceneritori in dieci anni di vita non ha mai espresso un candidato e mai lo farà, tant’è che appunto essiste da dieci anni; a differenza di certi guitti che improvvisano cose contro l’inceneritore solo per avere visibilità per presentarsi alle prossime elezioni, e poi sparire. Vedi venturi di terni oltre nel 2009, vedi gli ultimi improvvisati di questi ultimi due mesi.spariranno anche loro, sai quanti ne abbiamo visti in dieci anni?

  • Rossiterni

    Ancora con queste polemiche inutili, l’AST NON E’ TARANTO e soprattutto prima di pensare a cosa inquina terni, pensate al vostro stile di vita. E RICORDIAMO TUTTI CHE è TERNI AD ESSERE CRESCIUTA INTORNO ALL’AST (TUTT’ORA CON NUOVI PALAZZI IN PROSSIMITA’ DEL MURO DI RICINTO DELL’AZIENDA) E NON VICEVERSA.
    Bisogna comunque avere il giusto compromesso cioè far rispettare le regole, ma questo dece valare per tutto. Come il limitare l’uso delle auto in città (tutta la polemica della ZTL) l’uso dei camini per il riscaldamento, ecc….
    Bisogno essere costruttivi in un momento come questo , non disfattisti e dire sempre che è tutto sbagliato, DARE anche delle soluzioni se ci sono dei problemi.

    • Fi_ita

      sono daccorddo con purtroppo a Terni si parla solo per fare polemica, enon si danno mai soluzioni