Lo Snowkite

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Lo snowkite o snowkiting o kite snow è uno sport invernale che nasce dall’unione di due discipline: il kitesurf, vale a dire il surf in acqua con una vela e lo snowboard/sci. Esso consiste essenzialmente nello scivolare sulla neve su di un paio di sci o su di una tavola trainati dalla forza del vento. Rispetto allo sci o allo snowboard, garantisce una notevole autonomia dagli impianti da risalita. La vela, infatti, è in grado di trainare lo sciatore sia su percorsi pianeggianti che su pendii con inclinazioni fino al 30%, il tutto in base alla potenza del vento e alle dimensioni della vela.

Snowkite

I vantaggi dello snowkite rispetto al kitesurf sono significativi: lo snowkite può essere infatti praticato anche con una leggera brezza mentre in acqua, invece, per lasciarsi trasportare sulle onde è necessario essere sempre “sovrainvelati”. Questo significa che per poter vincere la resistenza dell’acqua è necessario avere una buona potenza del vento e delle vele di dimensioni ragguardevoli.
Per spostarsi sullo snowkite, sono invece sufficienti anche delle piccole vele alimentate da un leggero soffio di vento. Queste sono solitamente diverse da quelle utilizzate in acqua: sulla neve si usano per lo più delle vele “a cassoni”, che per tipologie costruttive, non hanno una struttura rigida che le permette di gonfiarsi con il vento. Ciò garantisce all’ utilizzatore una maggiore sicurezza, poiché la vela può essere abbattuta in qualsiasi instante. A volte delle violente folate di vento potrebbero mettere a rischio l’ incolumità dello sciatore se non fosse possibile gestire la vela in maniera immediata.
Il tipo di ala utilizzata per il traino sia sull’acqua che sulla neve si chiama “aquilone”. Ogni aquilone dovrebbe essere in grado di generare una buona trazione anche con una potenza del vento minima. Inoltre, dovrebbe poter essere gestito in tutta sicurezza dall’utilizzatore. Questo significa poter far partire o atterrare l’aquilone rapidamente e da qualsiasi posizione.

Gli aquiloni si dividono essenzialmente in due categorie:

• Aquiloni gonfiabili
• Aquiloni a cassoni

 

Aquilone gonfiabile

Gli aquiloni gonfiabili vengono utilizzati prevalentemente in acqua, anche se nulla vieta di poterlo fare anche sulla neve. Essi sono costituiti da una vela, generalmente in nylon, ancorata ad una struttura tubolare in Mylar. All’interno della struttura si trovano una serie di camere d’aria in lattice chiamate “bladder” che permettono alla vela di gonfiarsi e di garantire ottime caratteristiche di trazione. Queste vele sono particolarmente adatte ad un uso marino perché a riposo sono in grado di galleggiare nell’acqua. Di contro, non sono facilissime da governare. È questo uno dei motivi che ne sconsigliano l’uso sulla neve. L’altro sta nell’estrema fragilità della struttura; i continui impatti sulla neve potrebbero danneggiarla.

Aquilone a cassone

Gli aquiloni a cassoni non hanno una struttura rigida. Per questo motivo sono più resistenti agli impatti e più facili da governare. Sono costituiti da due strati di nylon sovrapposti ed uniti tra loro tramite centine. Delle bocche (aperture) poste sulle vele permettono al vento di entrare e di gonfiare la vela. Queste caratteristiche costruttive forniscono alla vela un’alta efficienza rendendole in grado di garantire una buona trazione anche con una potenza di vento minima. La vela viene governata attraverso un sistema di guida o pilotaggio. Dei cavi, molto resistenti e poco elastici, uniscono tra loro queste due parti. Si tratta di cavi generalmente in poliestere anche se un altro materiale molto buono per l’elevata resistenza e la scarsa elasticità è la fibra d’aramide che però è vietata in quanto estremamente tagliente quando in tensione. Il nylon invece, risulta avere una resistenza accettabile ma un’elasticità troppo alta. Rispetto al poliestere però è molto economico, è per questo che è molto usato negli aquiloni di gamma economica. La lunghezza dei cavi è variabile a seconda delle dimensioni della vela e delle potenze che si vogliono ottenere: solitamente variano da 10 a 40 metri. A parità di superficie velica con cavi corti la vela perde potenza nel tempo, con cavi più lunghi aumenta la finestra di vela e di conseguenza l’aquilone è in grado di erogare potenza per un tempo maggiore. Il numero di cavi, che tiene insieme sistema di guida e vela, varia da 2 a 5. Nelle vele più semplici verranno utilizzati solo due cavi che permettono al pilota di girare l’ala semplicemente verso destra o verso sinistra. Nella maggior parte degli aquiloni si utilizzano invece quattro cavi: i due cavi aggiuntivi (freni) vengono usati per governare in maniera più precisa la vela in base alla direzione del vento. Con quattro cavi è possibile modulare meglio la potenza, cambiare direzione di volo in maniera più rapida e volare anche in negativo, vale a dire decollare in qualsiasi posizione ci si trovi.

I sistemi di guida utilizzati sono essenzialmente due:

• Manopole
• Barra di controllo

Le manopole sono generalmente due tubolari di lunghezza variabile che permettono al pilota di governare la vela. Più l’ala è grande, più le manopole dovranno essere lunghe. Si usano solitamente con aquiloni a quattro cavi che permettono un controllo totale dell’ala. Le manopole rispetto alla barra di controllo permettono di governare la vela in modo totalmente asimmetrico, vale a dire che l’ala può essere gestita in ogni sua parte in maniera autonoma. Questo fattore è particolarmente conveniente in montagna dove la qualità del vento è spesso scarsa (solitamente con raffiche) e in tali condizioni un controllo completo dell’ala è fondamentale per sfruttare a pieno la potenza del vento.
La barra di controllo, rispetto alle manopole, richiede dei tempi di apprendimento da parte dell’utilizzatore più brevi ed è più facile da utilizzare.

Acrobazie in snowkite

L’attrezzatura da neve, sci e scarponi, è quella comunemente utilizzata ma con qualche piccolo accorgimento. Nel caso si scelga la tavola da snowboard, dovranno essere utilizzati degli attacchi e degli scarponi morbidi in modo tale da avere una mobilità articolare maggiore, utile soprattutto nei cambi di direzione repentini. La sicurezza è comunque assicurata, visto che gli straps che agganciano lo scarpone alla tavola hanno un piccolo crick in grado di regolarne la tensione di chiusura. Lo scarpone inoltre dovrebbe essere di buona qualità in modo da assicurare un’eccellente calzabilità ed una buona tenuta da freddo e umidità.

Le tavole da neve da abbinare al kitesnow sono quelle comunemente sul mercato per lo snowboard, di lunghezza media pari a 140, 150 cm. Sono comunque preferibili le tavole simmetriche, con le parti anteriore e posteriore identiche per quanto riguarda la forma e la sciancatura. Questo permette allo snowkiter di cambiare direzione in base al vento senza dover girare la tavola. Nel caso si scelga lo sci al posto della tavola, si possono utilizzare la maggior parte degli sci da alpinismo eccetto quelli da fondo, questo perché con il kitesnow si viaggia prevalentemente sulle lamine e gli sci da fondo ne sono sprovvisti.

Tavole da snowboard

Dovendo scegliere uno sci adatto al kitesnow si consiglia di preferire una lama con un buon grado di torsione e flessione di lunghezza non esagerata, in modo tale da risultare più governabile al di là delle caratteristiche fisiche dello sciatore. Quando si inizia con lo snowkite, l’uso degli sci al posto della tavola può risultare leggermente più facile per la maggior parte delle persone, successivamente la scelta sarà dettata soprattutto dai gusti e dalle attitudini individuali.

La forza di trazione della vela viene scaricata sulla tavola o sugli sci attraverso una imbracatura chiamata trapezio. Il trapezio imbraca lo snowkiter permettendogli di alleggerire lo sforzo compiuto dagli arti superiori. I tipi di trapezio in commercio derivano dall’uso marino (windsurf) o sono appositamente costruiti per l’uso sulla neve.

I modelli in circolazione si possono raggruppare in due categorie:
• Trapezio a fascia. È una fascia che avvolge la zona lombare e la parte addominale. Consente una libertà di movimento molto alta. Di contro, all’inizio può affaticare un po’ la schiena se usata per lunghi periodi. Inoltre, se si ha un busto stretto la fascia, a causa delle sollecitazioni dovute al movimento, potrebbe tendere a salire verso la parte alta del corpo.
• Trapezio con seduta. L’imbracatura avvolge anche la zona dei glutei oltre che la parte lombare e addominale. Questo tipo di soluzione risulta più stabile ma consente una libertà di movimento leggermente inferiore rispetto alla prima. Ad ogni modo, la scelta sarà individuale, ove ogni sistema ha dei piccoli vantaggi e altrettanti svantaggi rispetto all’altro. Sicuramente il primo periodo di utilizzo richiederà un tempo minimo di adattamento, indipendentemente dalla scelta.

Per la protezione individuale è il caso di utilizzare sempre il casco ed eventuali protezioni sia per la schiena che per la zona lombare, per le spalle, i gomiti e le ginocchia. Inoltre, è consigliabile indossare sempre i guanti anche in condizioni climatiche non particolarmente proibitive, per proteggere le mani dalla neve ma soprattutto per prevenire eventuali escoriazioni dovute al contatto con cavi e parti abrasive in movimento.
Ogni snowkiter che si rispetti dovrebbe avere con sé sempre l’anemometro, lo strumento inventato da Leonardo da Vinci che permette di misurare l’intensità del vento. Per la sicurezza è inoltre importante avere sempre a seguito un cellulare per rimanere sempre collegati ed evitare possibilmente di praticare lo snowkite in solitaria, un compagno di avventura può spesso essere provvidenziale in situazioni di pericolo.

Snowkite con sci

Lo snowkite è uno sport molto divertente e coinvolgente ma altrettanto impegnativo e formativo dal punto di vista fisico. Oltre ad allenare la muscolatura della parte inferiore del corpo, così come con lo sci o lo snowboard, permette di stimolare in maniera forte anche la parte superiore. Lo sforzo compiuto dallo sciatore per tenere e controllare la vela risulta notevole: i muscoli maggiormente coinvolti sono quelli della schiena (parte alta e bassa), quelli dell’addome e quelli di braccia e spalle. Un’escursione di qualche ora sullo snowkite permette di allenare in maniera piena tutto il corpo. Oltre al lavoro muscolo- scheletrico, c’è da considerare il notevole impegno a livello di coordinazione fisica, propriocezione ed equilibrio svolto durante lo snowkite.

Sciare e contemporaneamente governare l’aquilone, stando attenti ai continui cambi di vento, non è così banale come si potrebbe pensare. Lo sforzo fisico e l’impegno psicomotorio sono totali e per questo è necessario un buon allenamento fisico abbinato ad un buon controllo propriocettivo. Ecco perché, più di altri sport, lo snowkite non può essere praticato se non si dispone di un buon grado di preparazione fisica. Un paio di sedute settimanali in palestra praticate per uno, due mesi, dovrebbero essere sufficienti per scongiurare il rischio di infortunio e garantire delle uscite in snowkite sicure e divertenti.

 

Fonte: benessere.com

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