Moria di pesci nel Nera tra Maratta e Narni: fu per siccità non per inquinamento. Riaperta la pesca

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Probabilmente morirono per siccità, di certo non per inquinamento. E’ questo il verdetto dell’istituto zooprofilattico dell’Umbria sulla moria di pesci che interessò un tratto del fiume Nera (qui l’articolo). In attesa di conoscerne le cause, il sindaco di Terni, Leopoldo Di Girolamo, aveva emesso un’ordinanza per vietare la pesca nella zona interessata dal fenomeno. Ieri con una nuova ordinanza il primo cittadino ha disposto la riapertura della pesca nel tratto sopra citato “in quanto i referti analitici dell’Izp Umbria e Marche hanno escluso la presenza di pesticidi, carbamati, metaldeide e stricnina”.

In base  alla nota del Servizio Sanitario Nazionale, Dipartimento di Prevenzione, Servizio Veterinario Igiene degli Alimenti di Origine Animale e sentiti i responsabili dei Servizi Veterinari di Sanità Animale e di igiene degli Allevamenti e delle Produzioni Zootecniche, l’amministrazione ha infatti ritenuto che siano venuti meno i motivi che avevano portato alla emissione dell’ordinanza sindacale n° 125116/2012.

Il sindaco ha emanato anche un’altra ordinanza, con la quale, considerata la presenza di soggetti affetti da favismo, “è fatto divieto a chiunque di coltivare leguminose della specie fava (Vicia faba) e pisello (Pisum sativum)”, in una zona nei pressi di Strada di Morgnano meglio specificata nella mappa allegata all’ordinanza stessa. “All’interno di questa area – riferisce la nota comunale – le attività di vendita di frutta e verdura sono tenute a tenere coperte le leguminose sopra indicate in caso di esposizione all’aperto; i proprietari, gli amministratori, ovvero chiunque abbia la disponibilità di appezzamenti di terreno, sono tenuti a loro cura e spese a rimuovere eventuali coltivazioni dei vegetali in argomento già messe a dimora nell’area di divieto sopra indicata”.

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