Naufragio nave Costa, anche il vicesindaco Paci si trovava a bordo: “La gente cadeva in mare”

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“Ho visto molta gente cadere in mare, altre persone travolte, scene di panico. E’ stata una situazione molto delicata”. Il vicesindaco di Terni, Libero Paci, insieme alla moglie si trovava a bordo della nave Costa Concordia che la notte scorsa si è incagliata a largo dell’isola del Giglio. Una tragedia di cui non si hanno ancora numeri definitivi, in questo momento si contano 3 morti e 50 dispersi. Fortunatamente Paci e la moglie stanno bene e intorno alle 12.15 di oggi sono stati fatti sbarcare a Porto Santo Stefano a bordo di un traghetto.

Il racconto del vicesindaco da il senso della drammaticità dell’accaduto: “Io e mia moglie eravamo al ristorante quando, poco prima delle 22, abbiamo sentito un rumore molto forte. E’ venuta meno l’energia elettrica e la nave ha iniziato a inclinarsi. Nonostante questo, il comandante ha mandato agli altoparlanti un messaggio rassicurante, spiegando che si era trattato un guasto tecnico ai generatori. Ma era evidente che non era così”. Solo verso le 24, spiega ancora il vicesindaco di Terni, “é arrivato l’ordine di indossare i giubbotti di salvataggio e cominciare ad abbandonare la nave”. A quel punto è partita la corsa alle scialuppe di salvataggio: “La pressione per salire sui mezzi era forte, anche se era chiaro che le lance erano insufficienti. Infatti sono finite subito e noi, tra gli ultimi a scendere, abbiamo dovuto utilizzare delle zattere per sbarcare all’isola del Giglio scortati da una motovedetta dei Carabinieri”.

A mente fredda il vicesindaco riflette sul fatto che “non si è gestita subito l’evacuazione, abbiamo dovuto attendere due ore. In quei frangenti l’organizzazione non è stata il massimo, regnava il caos. Anche la dinamica dell’incidente ci lascia molto perplessi”.

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