Operazione contro ‘ndrangheta, due arresti a Terni: sequestrata società odontoiatrica

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auto-carabinieriA Terni operavano due ‘ndranghetisti con ruoli di spicco nelle gestione e nel riciclo di denaro. Emerge dall’operazione del Ros e dei carabinieri di Roma e Reggio Calabria contro la cosca Molè della ‘ndrangheta: questa mattina sono scattati 54 arresti in diverse città d’Italia tra cui, per l’appunto, Terni. Nel complesso dell’operazione sono stati sequestrati beni e quote societarie per un valore complessivo di circa 25 milioni di euro. Gli arrestati sono accusati di associazione mafiosa, traffico di armi e stupefacenti ed intestazione fittizia di beni.

L’OPERAZIONE Al centro delle indagini del Ros, coordinate dalla procura distrettuale antimafia reggina, le attività illecite di quella che viene considerata una delle piu’ potenti cosche della ‘ndrangheta, con diramazioni in tutta Italia e all’estero. Le indagini, in particolare, hanno documentato i “consistenti interessi” della cosca in ramificate iniziative imprenditoriali e commerciali in Calabria, Lazio ed Umbria, oltre alla gestione di ampi settori della distribuzione delle slot machine su tutto il territorio nazionale. Accertati anche, sottolineano gli investigatori, “rilevanti traffici di armi dai paesi dell’est europeo e l’importazione di ingenti carichi di stupefacenti dal nord Africa”. I particolari dell’operazione – denominata “Mediterraneo” – saranno resi noti nel corso di una conferenza stampa che si terra’ alle 11.30 presso il comando provinciale Carabinieri di Reggio Calabria.

‘NDRANGHETISTI A TERNI Sono due gli arresti eseguiti a Terni dai carabinieri del comando provinciale, insieme ai colleghi del Ros di Perugia: in manette sono finiti un 47enne, di origini calabresi ma da diversi anni residente in città, titolare di un’azienda odontoiatrica del centro, e la sorella di 45 anni, da circa un anno domiciliata anche lei a Terni dopo un lungo periodo di detenzione. L’uomo è stato anche denunciato insieme alla moglie, di 44 anni, per aver assunto in modo fittizio la titolarità della struttura sanitaria, che è stata sequestrata.

Dalle indagini – riferiscono gli investigatori – è emerso che il 47enne, in base alle disposizioni impartite dal capo clan dell’omonima cosca, Girolamo Molé, ricopriva nell’organizzazione il delicato ruolo di gestione, controllo e reimpiego delle somme di denaro di provenienza illecita affidategli dai vertici della cosca ed investite nella sua società. La sorella invece, sposata con un altro esponente di spicco della cosca Molé, avrebbe partecipato anche lei all’associazione, aderendo alle disposizioni del capo clan e, svolgendo attività di mediazione, avrebbe aiutato il fratello nell’attività illecita.

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