Ospedale di Terni, intervento innovativo alla prostata: vaporizzazione al plasma

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Sono considerati fra i primi in Italia ad essere stati sottoposti a vaporizzazione prostatica al plasma, tecnica innovativa per combattere i sintomi clinici dell’accrescimento benigno della ghiandola prostatica. Si tratta di cinque pazienti operati recentemente dall’equipe di chirurgia urologica mini-invasiva dell’ospedale Santa Maria di Terni, guidata dal professor Ettore Mearini.

I pazienti, ad elevato rischio chirurgico considerata l’età avanzata e l’alto rischio di sanguinamento, sono stati ricontrollati a un mese dall’intervento e tutti si sono dichiarati soddisfatti del risultato ottenuto. Il processo di vaporizzazione al plasma – è stato spiegato stamani in una conferenza stampa – rappresenta la procedura chirurgica più innovativa per il trattamento della patologia e prevede l’utilizzo di un elettrodo a semisfera che coagula e vaporizza il tessuto con il grande vantaggio di un ridottissimo sanguinamento, permettendo così una precoce rimozione del catetere (24-48 ore). Il generatore elettrico utilizzato per l’intervento eroga inoltre automaticamente la quantità di corrente necessaria a far vaporare il tessuto, regolando la corrente in uscita per ridurre al minimo il danno termico.

Un quarto degli uomini della terza età – è stato ricordato – lamenta i sintomi clinici dell’accrescimento benigno della ghiandola prostatica (ipertrofia prostatica benigna), come difficoltà ad urinare o necessità di urinare più spesso di giorno e di notte. “A differenza della chirurgia tradizionale, che utilizza una piastra, cioé un elettrodo neutro applicato a distanza sulla cute del paziente – ha spiegato Mearini – le tecniche mini-invasive riducono il rischio di dispersione di corrente ad alta frequenza sul corpo. Possono quindi essere applicate, ad esempio, anche a persone alle quali è stato applicato un pacemaker”. Il nuovo generatore elettrico è stato acquistato dall’azienda ospedaliera ternana all’inizio dell’estate e subito utilizzato. Secondo il direttore generale del Santa Maria, Gianni Giovannini, la nuova tecnologia “é importante anche perché permette di risparmiare sulla durata della degenza e consente un più rapido ritorno alla vita lavorativa”.

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