Outokumpu vende Ast ma vuole tenersi alcuni impianti, pericolo ”spezzatino”. Sciopero e reazioni

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Non solo l’Ast, esclusa dalla fusione tra Inoxum e Outokumpu, sarà ceduta (qui l’articolo), ma potrebbe anche essere spogliata di alcuni pezzi pregiati. La multinazionale finlandese ha infatti intenzione di tenere per se parte degli impianti di viale Brin. La volontà di Outokumpu è quella di cedere la Tk-Ast trattenendo però il Tubificio e trasferendo la linea BA da 130 mila tonnellate all’anno “in uno dei siti Outokumpu”. Uno “spezzatino” che farebbe saltare centinaia di posti di lavoro e comprometterebbe il futuro dell’Ast.

La preoccupazione è diffusa tra i lavoratori. Questa mattina all’assemblea hanno partecipato in circa 800 e, in una nota, il segretario generale della Fiom Cgil provinciale Claudio Cipolla ha affermatio che i dipendenti “hanno dimostrato grande compattezza e determinazione nel respingere l’ipotesi di spacchettamento del sito ternano, avanzata dalla multinazionale finlandese”.  A sostegno di questa posizione, i sindacati ternani e le rsu, in maniera unitaria, hanno deciso di proclamare subito per la giornata odierna un’ora e mezzo di sciopero per ogni turno (12-14;15,30-17;20,30-22). Inoltre, sempre oggi, una seconda assemblea in fabbrica si terrà alle 19. “La contrarietà dei lavoratori alla proposta di Outukumpu é totale” ha detto ancora Cipolla annunciando il fermo degli impianti. “Finché non c’é chiarezza sul futuro – ha aggiunto – qui non si muove un bullone”. La Cgil annuncia inoltre che durante lo sciopero di tre ore programmato per giovedì è prevista una manifestazione davanti alla prefettura di Terni. “Lavoratori e sindacati – ha concluso Cipolla – sono compatti a sostegno di una vertenza che vuole ribadire l’unitarietà e il profilo internazionale del sito Ast e chiedere chiarezza sulle prospettive future. Lo ribadiamo: finché non c’é chiarezza qui dentro non si muove niente”.

Il ministro Passera. In una nota del ministero dello Sviluppo economico si rende noto che il ministro Corrado Passera”ha affermato che, in un prossimo incontro con il ceo della società Outokumpu, ribadirà con forza la necessità che siano evitate, da parte del gruppo finlandese, iniziative che possano compromettere l’integrità produttiva dello stabilimento ternano”.

Catiuscia Marini. Per la presidente della Regione Umbria Catiuscia Marini “si prefigura lo scenario peggiore e più devastante per il futuro industriale ed occupazionale dello stabilimento delle Acciaierie di Terni” e per questo ha chiesto un “incontro immediato” al presidente del Consiglio Mario Monti e al ministro Corrado Passera. “Nei giorni scorsi, al tavolo nazionale convocato dal Governo cui la Regione Umbria – afferma Marini in una nota – ha partecipato unitamente alle altre istituzioni locali ed alle organizzazioni sindacali, avevamo avuto modo di rappresentare la preoccupazione di un possibile scenario di questo tipo. Oggi il comunicato ufficiale di Outokumpu rende esplicita la volontà della società finlandese di procedere allo smembramento del sito integrato di Terni, che riceve la sua forza industriale ed occupazionale proprio grazie alla complementarietà delle diverse produzioni e dei relativi servizi”.

“Ritengo che non sia più rinviabile da parte del Governo italiano – sostiene la presidente umbra – un’assunzione di responsabilità diretta ed autorevole, sia nei confronti della Commissione europea, sia nei confronti della società Outokumpu, in merito alle prospettive industriali ed occupazionali dello stabilimento di Terni. Voglio ribadire sin da ora la netta contrarietà della Regione Umbria e delle altre istituzioni locali alla dismissione della parte a freddo della produzione di inox a Terni, della separazione del Tubificio di Terni dal resto dello stabilimento industriale, lasciando ad un destino incerto la sola produzione dell’acciaio. Peraltro la proposta di Outokumpu contiene anche lo smontaggio dell’impianto più moderno ed efficiente ed il suo trasferimento fuori dall’Italia”.

La Marini aggiunge poi di non sentirsi nemmeno rassicurata “da cosa si intende fare sugli impianti di Krefeld e Bochum e in Germania, che potrebbero diventare – una volta separato lo stabilimento di Terni dal resto della società – concorrenti ai danni della stessa industria siderurgica italiana, e quindi di Terni”. Al presidente Monti e al ministro dello Sviluppo economico Passera la Marini ha chiesto l’incontro immediato a nome di tutte le istituzioni umbre “al fine di attivare una azione decisa e pressante, volta a fermare il disegno del gruppo Outokumpu che si profila unicamente ai danni del sito integrato di Terni. Sin da domani – annuncia la Marini – avvieremo incontri con le organizzazioni sindacali ed i lavoratori, consapevoli che occorre una azione unitaria, ferma e decisa nell’obiettivo di salvaguardare l’integrità, la qualità e l’occupazione della più grande industria della nostra regione e uno degli impianti di produzione industriale strategica dell’Italia”.

Damiano Stufara. “Lo spezzatino, dunque, è servito” dice, il capogruppo Prc in consiglio regionale, Damiano Stufara che afferma: “Le rassicurazioni offerte nei giorni passati dal ministro dello sviluppo economico hanno conosciuto oggi una secca smentita da parte dei vertici di Outokumpu, che con una nuova nota stampa non solo hanno confermato la decisione di vendere l’Ast, ma hanno anche espresso l’intenzione di trasferire una linea della capacità di 130 mila tonnellate annue in un sito estero e di mantenere la proprietà del Tubificio”. “Chiunque può rendersi conto – continua Stufara – dell’assurdità della situazione in cui si trova l’Ast di Terni; la società Outokumpu si accinge infatti a portarsi via pezzi di un impianto di cui non ha mai acquisito la proprietà definitiva, un po’ come se fosse dentro ad un grande supermercato dove, manco a dirlo, a nessuno interessa che alle merci in vendita corrisponda l’esistenza di migliaia di lavoratori e delle loro famiglie”.

Stefano Fassina. Per il responsabile economia e lavoro del Pd, Stefano Fassina, “è necessaria e urgente la convocazione di un tavolo nazionale sulla siderurgia, come sollecitato da tempo dai gruppi parlamentari del Pd e degli altri partiti. A tal fine, sosteniamo – aggiunge – la richiesta di incontro urgente rivolta al dai governi regionali dell’Umbria e della Toscana e dalle forze economiche e sociali al Presidente del Consiglio e al Ministro Passera. In queste settimane, dopo lunghi anni di incertezze, difficoltà e crisi – dice Fassina – vengono al pettine i tanti nodi dell’industria siderurgica italiana. Oltre, all’Ilva di Taranto alle prese con un difficile piano di risanamento ambientale, si apre uno scenario inquietante per la Thyssenkrupp di Terni per la quale la nuova proprietà, Outukumpu, prevede un inaccettabile smembramento e la parziale delocalizzazione dei segmenti a più elevato valore aggiunto. Ancora più drammatiche le prospettive della Lucchini a Piombino dove debiti pregressi e perdite mensili mettono a rischio il futuro della produzione e di larga parte del territorio”. “La sottovalutazione della portata dei problemi – conclude l’esponente Pd – rischia di compromettere un segmento decisivo della nostra catena industriale. Chiediamo al governo di attivarsi immediatamente”.

Francesco Ferrante. Per il senatore Francesco Ferrante, responsabile energia e politiche relative ai cambiamenti climatici del Pd, “sulla necessità di mantenere l’unitarietà del sito integrato delle acciaierie di Terni il Ministro Passera si era impegnato pubblicamente, e non possiamo dubitare che non faccia tutto ciò che è in suo potere. Ma ora, alla luce di quanto dichiarato dalla dirigenza della società Outokumpu, che esplicita la volontà di procedere allo smembramento del sito integrato umbro, occorre in tempi rapidissimi un’azione simultanea del Ministro delle Attività produttive e del Premier Monti, che ha tutta l’autorità necessaria per porre a Bruxelles e in sede di antitrust europeo la necessità di mantenere compatto il polo dell’acciaio ternano, strategico per il nostro Paese ma anche per la stessa Europa”.

“La logica dello smembramento – continua Ferrante – palesata dalla società finlandese è con tutta evidenza un colpo al cuore della regione, ma avrebbe un effetto molto rilevante anche nei confronti di tutta l’industria siderurgica europea. In un mercato globale, quello in cui va inquadrato il settore, lo smembramento di un polo integrato equivale a far condurre una battaglia con armi spuntate alle singole produzioni contro competitors sempre più grandi”.

“Le gravi ricadute sociali e occupazionali di un ridimensionamento delle acciaierie di Terni – conclude Ferrante – non sfuggono certamente al Governo, dunque occorre che porti questa partita decisiva in Europa, facendo valere l’autorità che è stato capace di far riguadagnare all’Italia nell’ultimo periodo, sempre nell’ottica che un settore strategico per un singolo Paese dell’Unione è legato a filo doppio con tutto il settore del continente”.

Leo Venturi. Per il consigliere comunale di Terni Oltre, Leo Venturi, “le ultime prese di posizioni di Outokumpu dimostrano la chiara volontà di spolpare il sito ternano rendendolo di fatto innocuo sul versante produttivo e qualitativo. C’è il chiaro tentativo di distruggere una presenza produttiva che poggia la sua competitività sull’integrazione delle produzioni, sulle elevate tecnologie utilizzate e sulle professionalità che v’insistono. Una strategia studiata a tavolino da tempo e ratificata, sotto dettatura, dalla Commissione Europea antitrust”.

Per Venturi “occorre, da subito, una straordinaria mobilitazione per costringere il Presidente del Consiglio Monti ad assumere una posizione chiara per sconfiggere il tentativo di desertificare e annientare un sito produttivo fondamentale per il comparto industriale dell’Umbria e dell’intero Paese. Terni Oltre invita i cittadini a mobilitarsi e a sostenere i lavoratori a difesa dell’occupazione e dell’economia della nostra città”.

Leopoldo Di Girolamo. Per il sindaco di Terni Leopoldo Di Girolamo “le comunicazioni rilasciate oggi da Outokumpu disegnano un quadro estremamente preoccupante e fortemente penalizzante per la nostra città ed il suo fondamentale assetto industriale. Tutta la vicenda appare a questo punto o frutto di qualche manovra che ci è stata taciuta o di una inadeguatezza manageriale di Outokumpu a misurarsi con le questioni della fusione con TK poste dall’antitrust europeo”.

“In ogni caso – continua Di Girolamo – si tratta di un comportamento irresponsabile e irrispettoso, con comunicazioni ‘a rate’ senza alcuna interlocuzione con le rappresentanze istituzionali e dei lavoratori, quasi che il destino di migliaia di persone, di un’intera comunità e dello stesso Paese in cui sono stati accolti con grande disponibilità possa essere trattato alla stregua di una qualsiasi merce da aggiungere o togliere a piacimento dal carrello del supermercato”.

Per il sindaco “mai nella storia pure problematica degli assetti societari delle ‘Acciaierie’ di Terni abbiamo dovuto assistere a comportamenti di questo tipo, nemmeno quando vi sono state lotte assai dure che hanno visto, come per la vertenza del “magnetico” del 2004/2005, contrapposte la proprietà aziendale, le Istituzioni e i lavoratori”.

“L’Ast, è bene ribadirlo, costituisce un asset fondamentale per la competitività del paese, in un settore nel quale siamo il secondi produttori e il secondo mercato d’Europa. Si tratta quindi di un presidio fondamentale del sistema industriale italiano rispetto al quale è improponibile qualsiasi “spezzatino” che smembri la nostra fabbrica. Siamo per questo – conclude Di Girolamo – assieme alle altre Istituzioni e ai lavoratori nel chiedere, come già fatto d’intesa con la Regione , la convocazione di un incontro urgente al Governo e una altrettanto rapida interlocuzione diretta con Outokumpu”.

Enrico Melasecche e Cristiano Crisostomi. In un comunicato il gruppo consiliare Udc formato da Enrico Melasecche e Cristiano Crisostomi afferma che “da mesi come Udc stiamo sollecitando in tutti i modi le istituzioni locali per evitare questo lento ma inesorabile inabissamento della città. Dalla perdita di ruolo sul fronte universitario, alla concentrazione in Umbria Mobilità di tutte le funzioni di governance del trasporto pubblico locale, dalla molto probabile sottrazione della ASL 4, alla eliminazione della Provincia di Terni, con tutte le conseguenze annesse e connesse”.

“E’ vero – prosegue il comunicato – i tempi che vive il Paese sono di altissima responsabilità per tutti, ma è inaccettabile che alcuni territori subiscano conseguenze gravissime mentre altri, grazie ad una serie di situazioni e furbizie riescano a ridurre al minimo i sacrifici, facendoli gravare su territori come il Ternano, difeso senza molta convinzione dalle proprie rappresentanze istituzionali”.

Per Melasecche e Crisostomi “in questo difficilissimo contesto la vicenda delle acciaierie cala come una ghigliottina sul presente e sul futuro della città. Non solo abbiamo sollecitato un consiglio straordinario monotematico, con la presenza della Presidente Marini e almeno di un membro del Governo incaricato di seguire le crisi industriali ma abbiamo sollecitato e sollecitiamo una grande manifestazione, come la marcia dei 30.000 che non riuscì a salvare il magnetico ma almeno espresse con grande forza e dignità le nostre posizioni”.

“In questi anni – continua il gruppo Udc – la situazione è peggiorata notevolmente sia dal punto di vista industriale che da quello della crisi internazionale per cui oggi si assiste al “si salvi chi può” e la Germania fa pesare indubbiamente un ruolo ed una leadership economica che l’Italia subisce. Ma Terni deve con assoluta urgenza portare all’attenzione nazionale la propria protesta contro il pericolo dello smembramento della propria principale industria siderurgica, fiore all’occhiello dell’Umbria e dell’Italia perché – concludono Melasecche e Crisostomi – in tempi in cui la comunicazione fa la differenza, e lo rileviamo con le altre grandi crisi industriali del Paese, o si riesce a portare a quel livello la protesta oppure, in condizioni di labilità politica, il destino di Terni è segnato e questo non possiamo assolutamente permettercelo. Adesso o mai più!”

Alfredo Pallone. “Ciò che ha dichiarato di voler fare Outokumpu è una pazzia che mette a repentaglio tutto il sistema siderurgico italiano” ha dichiarato Alfredo Pallone, portavoce dei Deputati Pdl al Parlamento europeo. “Il Governo deve prendere una posizione chiara ed evitare un ipotetico smembramento dell’acciaieria di Terni. Occorre una azione chiara e determinata. Dobbiamo agire affinché il Commissario alla concorrenza Almunia non dia il via libera a questo smembramento che comporta dei danni importanti non solo alla acciaieria in questione ma a tutto il sistema industriale italiano” ha concluso Pallone.

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