Polo chimico Terni, assemblea pubblica, Prc: ”Espropriare aree Basell è atto di civiltà”

3

polo-chimico TerniEspropriare le aree di proprietà della Basell per dar finalmente via al rilancio del polo chimico ternano: è stato questo l’oggetto di discussione al centro dell’assemblea pubblica organizzato dal Partito di Rifondazione Comunista che ha avuto luogo lo scorso mercoledì cui hanno partecipato il sindaco di Terni, Leopoldo Di Girolamo, il capogruppo regionale del Prc, Damiano Stufara, e di numerosi lavoratori e rappresentanti sindacali del settore.

Per la Federazione provinciale PRC di Terni, l’assemblea “ha offerto finalmente alla città uno spazio di discussione pubblica sul futuro dell’industria ternana, da cui esce rafforzata l’esigenza di strutturare un percorso comune delle Istituzioni, dei sindacati, dei lavoratori e di tutte le forze vive della città, all’interno del quale verificare in modo partecipato e tempestivo i decisivi passaggi dei prossimi giorni”.

“Due sono gli elementi su cui si è emersa la massima convergenza fra quanti hanno animato un dibattito che ha posto al centro la questione della difesa del patrimonio industriale locale, minacciato non solo da chi, in nome di una globalizzazione predatoria e autoritaria, ha privato il nostro Paese di fondamentali strumenti di difesa rispetto agli interessi privati delle multinazionali, ma anche da quanti, anche nella nostra città, credono scelleratamente di poter sfruttare la situazione a fini speculativi, senza peraltro avere il coraggio di venire allo scoperto”.

“In primo luogo – continua il Prc – non è più accettabile che decisioni unilaterali dei grandi soggetti economici prevalgano sui superiori interessi della nostra comunità, dove si misura drammaticamente la lacerazione vigente fra le possibilità di sviluppo, di innovazione e di occupazione nel settore chimico, legate anche alle risorse disponibili nell’ambito del bando Miur sui Cluster Tecnologici Nazionali, e la realtà della condotta aziendale di Basell, che può chiudere, licenziare e sottrarsi al confronto grazie ad una deregolamentazione che chiama direttamente in causa la politica industriale italiana, di cui è ormai necessaria una rifondazione basata sul principio della condivisione dei beni comuni, a partire dal lavoro”.

“In secondo luogo, la valutazione condivisa degli strumenti possibili per recuperare un potere di deterrenza da parte delle Istituzioni nei confronti dei grandi soggetti economici ha chiarito che, fra le strade legalmente percorribili, c’è anche quella dell’esproprio per pubblica utilità, che a nostro avviso si pone in diretta continuità, politica ed economica, con la scelta fatta dal Comune di Terni e ribadita dal sindaco di mantenere, senza se e senza ma, la destinazione industriale del polo chimico ternano”.

Il Prc ternano continua sostenendo che “al pari di quanti hanno partecipato alla discussione di ieri e di quanti seguono questa vertenza, siamo consapevoli del rischio rappresentato da un eventuale contenzioso legale con la multinazionale qualora si procedesse ad un provvedimento di esproprio, rischio che è comunque infinitamente minore di quello che abbiamo già corso, in questi anni, accettando di giocare alle regole di una multinazionale palesemente disinteressata delle sorti delle produzioni, dei lavoratori e del nostro territorio”.

“Le decisioni dei prossimi giorni impongono a tutti di mantenere alto il livello di attenzione e di non disperdere le forze di cui la nostra città avrà bisogno per procedere, di fronte ad un ennesimo stallo delle trattative, al provvedimento di esproprio; un atto – conclude il Prc – di civiltà, di dignità e di democrazia, a cui la politica non può sottrarsi se, prima dell’estate, non si determinerà la vendita delle aree”.

CONDIVIDI
  • stefano

    sarebbe ora di fare qualcosa e provare anche con l’esproprio, si aprirebberro scenari per l’occupazione veramente interessanti

  • ciò mi riempie di soddisfazione, avendolo io consigliato più volte, anche su terni oggi. Meglio tardi che mai, se non siamo più padroni a casa nostra, be allora conviene “cambiare casa”.

  • pedro

    Bisognerebbe far presente al PRC che non ci sono più i colcos e i politburo dell’Unione Sovietica e che i gerarchi comunisti sono spariti dalla faccia dell’Europa.
    Tentare queste strade in un mondo globalizzato è francamente ridicolo , gli ultimi espropri proletari ( nei supermercati e agli autogrill ) sono oramai risalenti agli anni 70 ( qualcuno che li praticava oramai è forse sotto una pietra di marmo sotto gli alberi pizzuti).
    Ahi che ridere!!!!!!!!!