Polo chimico Terni, Stufara (Prc Fds): ”Regione chieda a Governo di espropriare aree Basell”

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aree-basellIl rilancio del polo chimico ternano è vicino al fallimento dopo l’annuncio da parte di Terniresearch di tirarsi indietro dalle trattative per l’acquisto di proprietà della Basell che sono andate avanti per troppo tempo e si sono ora arenate di fronte al silenzio della multinazionale (qui l’articolo). La proposta concreta, ma al limite della provocazione, arriva dal consigliere regionale Damiano Stufare: espropriare le aree alla Basell. Si tratta comunque di un’idea non nuova: Rifondazione Comunista l’aveva già avanzata alla fine del 2011.

“La Giunta regionale valuti la possibilità di chiedere al Governo nazionale, al fine di consentire la messa a disposizione del compendio produttivo di Basell e di tutelare per questa via l’interesse generale, di avvalersi dei poteri previsti dall’articolo 42 della Costituzione, procedendo all’immediato esproprio delle aree Basell”. E’ quanto il capogruppo Prc Fds chiede con una interrogazione all’Esecutivo di Palazzo Donini.

Stufara evidenzia che “lo stato di crisi del polo chimico ternano, originato nel febbraio 2010 dall’annuncio da parte della multinazionale Basell della chiusura dell’impianto di Terni, continua a determinare pesanti ripercussioni sull’industria chimica regionale, di cui si è prospettato a più riprese il rilancio nell’ottica della green economy. L’intesa tra Novamont, Terni Research, Cosp Tecnoservice e Sviluppumbria, stipulata lo scorso 31 agosto e finalizzata alla presentazione di una offerta per rilevare il compendio produttivo di proprietà della multinazionale all’interno del polo chimico di Terni, non ha conosciuto ad oggi alcuna risposta da parte della Basell. Lo scorso 2 marzo – ricorda il consigliere regionale – si è avuto l’annuncio, da parte dell’amministratore delegato di Terni Research, della rinuncia della società a proseguire la trattativa per l’acquisizione delle aree della Basell, che rischia di compromettere in maniera irreversibile la positiva soluzione della vertenza, da cui dipende l’avvio di tutti i progetti legati alla reindustrializzazione del sito e la possibilità di avvalersi delle opportunità offerte dal bando del Miur sui cluster tecnologici nazionali”.

Secondo il capogruppo regionale di Rifondazione comunista “il venir meno della prospettiva di acquisizione delle aree di Basell e di rilancio produttivo del Polo chimico aggrava l’incertezza e le difficoltà con cui da tre anni sono costretti a misurarsi le centinaia di lavoratori e lavoratrici della chimica ternana, mobilitatisi in questi giorni per denunciare la situazione prodottasi e chiedere interventi risolutivi a difesa del lavoro e delle produzioni. A 3 anni dall’apertura della vertenza, la Basell, dimostratasi non solo indisponibile alla vendita delle proprie aree, ma persino all’interlocuzione e al confronto con altri operatori economici e con le istituzioni locali e nazionali, sta di fatto tenendo sotto ricatto un intero territorio, ponendosi in manifesto contrasto con l’interesse collettivo e con l’articolo 41 della nostra Costituzione, secondo il quale la libera iniziativa privata ‘non può svolgersi in contrasto con l’utilità sociale o in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana’. Il successivo articolo 42 della Costituzione – conclude Stufara – recita che ‘La proprietà privata può essere, nei casi preveduti dalla legge, e salvo indennizzo, espropriata per motivi d’interesse generale’. La positiva risoluzione della vertenza del Polo chimico ternano è motivo d’interesse generale, che può essere garantito solo assicurando l’acquisizione delle aree di proprietà della Basell al fine del rilancio produttivo, economico ed occupazionale del Polo stesso”.

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