Povertà in aumento a Terni: oltre 3mila persone assistite da associazione San Vincenzo de Paoli

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Crisi, spread, grafici economici discendenti proiettati sugli schermi della tv. Tutto questo a Terni si traduce in povertà. Lo conferma l’associazione San Vincenzo de Paoli che parla di un quadro sociale ed economico “preoccupante” nel territorio ternano. L’associazione nel 2011 ha assistito 3.096 persone in stato di povertà, per la metà circa italiane.

Nella sua relazione la presidente diocesana della San Vincenzo, Antonella Catanzani, ha spiegato che nel 2011, rispetto all’anno precedente, gli assistiti sono aumentati di 421 unità, con un incremento di oltre il 15%. Le famiglie sono state in tutto circa 800, mentre 593 sono stranieri comunitari, circa il 20% del totale, 1105 sono extracomunitari, circa il 35% del totale. I minori sono stati 530, 121 gli anziani. “Dai numeri – ha detto la Catanzani – si evince dunque che gli anziani sono una modesta percentuale: per loro il problema grande è la solitudine, ma in tal senso cerchiamo di alleviare il loro disagio offrendo la nostra amicizia e coinvolgendoli nelle nostre iniziative, ma se necessario, sostenendoli nell’affrontare spese particolarmente onerose, soprattutto quelle mediche”. Quello che invece rende più pesante l’opera quotidiana della San Vincenzo è “il rapporto con le fasce di popolazione più giovani che – ha continuato la presidente – vediamo faticare per ‘tirare avanti’ e che devono confrontarsi con i pagamenti di affitti alti, mutui, rateizzazioni e utenze spesso onerosi anche per chi un lavoro lo ha”.

Sempre più frequenti sono anche gli sfratti. “Stiamo seguendo – ha spiegato ancora la presidente – anche in numero crescente famiglie con casi di gravi malattie, che spesso colpiscono i figli, per le quali non riescono a sostenere i costi per le cure e le visite. Appena lo 0,9% delle persone aiutate è uscita dallo stato di povertà”. In totale, sempre nel 2011, la San Vincenzo ha distribuito aiuti per circa 130 mila euro (con un aumento del 10% rispetto all’anno precedente), la metà dei quali provengono dalla Fondazione Carit e della diocesi. Inoltre sono state distribuite oltre 90 tonnellate di generi alimentari elargiti dal Banco alimentare di Perugia o raccolti tramite collette autonome organizzate nei supermercati della città. Sono stati infine distribuiti vestiario e mobilio per un valore corrispondente a circa 50 mila euro. “Anche se queste cifre sono di tutto rispetto, considerando il numero degli assistiti e delle loro richieste – ha concluso la Catanzani – ci rendiamo conto che sono del tutto insufficienti per un’assistenza capillare e risolutiva delle problematiche esposte. Le povertà prevalenti in questi ultimi tempi hanno l’immagine della normalità: persone che ci passano accanto senza destare curiosità, dall’aspetto curato e sempre più istruite”.

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