Presentato Masterplan Terni-Narni: “400 milioni di investimenti”

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MasterPlan Terni-NarniConcentrare sul territorio di Terni e Narni 400 milioni di investimenti fino al 2018, il doppio di quelli degli ultimi tre anni, puntando su quattro visioni alternative, prima tra tutte il verticale della nuova chimica: è questo l’obiettivo del Masterplan per l’industria manifatturiera presentato venerdì mattina, dopo un anno di lavoro, dalla sezione locale di Confindustria Umbria, negli stabilimenti del polo industriale di Nera Montoro, sede del gruppo Italeaf.

DOCUMENTO Il documento commissionato dall’associazione degli industriali è stato elaborato dal think-tank privato The European House – Ambrosetti, dopo una prima fase di analisi della situazione territoriale esistente, incrociando trend di mercato globale e capacità competitiva del territorio.

CHIMICA CENTRALE Il piano ha delineato quattro visioni manifatturiere alternative per rilanciare l’area. Il verticale della nuova chimica è emerso come quello preferibile su cui concentrare gli sforzi e creare una filiera competitiva ed a valore aggiunto. Per le aziende resilienti e la filiera metallurgica gli sforzi si dovranno concentrare sui fattori orizzontali definiti:

  • Fabbrica intelligente (intesa come automazione e digitalizzazione delle produzioni)
  • Energia e riciclo (interventi di efficientamento energetico);

Per definire le risorse a disposizione nel territorio è stato mobilitato il mondo industriale dell’area Terni-Narni e la Regione Umbria. Durante una prima fase consultiva gli imprenditori hanno dichiarato i loro piani di investimento (in totale quasi 360 milioni di euro) che sono poi stati messi a sistema con i fondi stanziati dal POR-FESR regionale (circa 30 milioni di euro). Per amplificare la portata del piano è prevista una ulteriore fase di consultazione con il Ministero dello Sviluppo Economico. L’obiettivo è quello di riuscire a concentrare sul territorio un pacchetto di investimenti pari a 400 milioni euro nei prossimi 3 anni. L’ammontare degli investimenti previsti fino al 2018 è il doppio di quelli negli ultimi 3 anni trascorsi, permettendo di fornire un impulso importante all’economia locale e riportare i livelli occupazionali ai massimi pre-crisi.

4 LEVE Il Masterplan individua quattro leve sulle quali agire per il rilancio manifatturiero dell’area Terni-Narni:

  • incentivare imprenditori locali e multinazionali, già presenti nell’area di Terni e Narni, a consolidare produzioni e ricerca e sviluppo in un settore con una domanda globale forte in cui Terni possa esprimere un vantaggio competitivo;
  • dare supporto alle Pmi locali per costruire le basi di un nuovo indotto ad alto valore aggiunto;
  • offrire supporto alle aziende resilienti e a quelle della filiera metallurgica con contributo per modernizzare le proprie produzioni da un punto di vista di automazione e di consumi energetici;
  • coordinare gli sforzi degli enti formativi affinché ci sia sempre più coerenza tra fabbisogno e competenze disponibili.

NERI Il presidente della Sezione territoriale di Terni di Confindustria Umbria, Stefano Neri, ha parlato di un “triangolo di produzione intelligente” tra Narni, Nera Montoro e San Liberato. Ha affermato nel suo intervento: “Il masterplan che oggi presentiamo è una cosa completamente nuova nell’approccio alla pianificazione strategica. Questo strumento, che abbraccia un arco temporale che va dal 2016 al 2018, individua con precisione quali siano i settori su cui puntare maggiormente nel territorio ternano-narnese. La chimica verde, di cui attualmente Terni è leader nella produzione, è stata individuata dagli stakeholder come il settore di maggiore interesse e quindi avrà delle priorità per le nuove iniziative. Ci sarà orizzontalmente tutta la parte riguardante la fabbrica intelligente (industria 4.0), vale a dire tutto il sistema di automazione e la lavorazione sui dati che è certamente imprescindibile per il prosieguo dell’attività industriale. In questo senso, io immagino un vero e proprio triangolo della produzione intelligente da individuare a Narni tra Nera Montoro e San Liberato e a Terni tra Pentima, viale Brin e tutto il polo della siderurgia fino alla zona del vecchio Polo chimico e delle zone adiacenti”.

Ha aggiunto Neri: “Sono circa 400 i milioni di euro che nel triennio confidiamo di poter attivare e pensiamo che anche attraverso misure sportello questo nuovo coordinamento, fatto non solo di denari, ma anche di imprese e di allineamento della formazione rispetto ai bisogni emergenti sia un importante segno di novità e possa diventare motivo di emulazione anche in altre parti del nostro paese”.

Neri ha infine aggiunto altri numeri: “I dati dell’area di Terni-Narni mostrano la presenza di una correlazione tra gli investimenti e l’andamento dell’occupazione: quando gli investimenti superano la soglia degli 80 milioni si innesca una meccanica virtuosa, dobbiamo mantenere una media di 130 milioni l’anno per 3 anni per tornare a livelli di occupazione pre-crisi. Se tutto ciò che è delineato e auspicato nel MasterPlan si verificasse, nel 2018 i livelli occupazionali ritornerebbero alle percentuali precedenti alla crisi”.

CESARETTI I lavori sono stati aperti dal saluto di Ernesto Cesaretti, presidente Confindustria Umbria che auspica che il lavoro fatto per Terni-Narni possa essere un modello per altri territori Italiani il cui futuro si base sulla rivitalizzazione del proprio manifatturiero locale. “Terni – ha detto Cesaretti – è stato un laboratorio, ed i risultati fino ad ora conseguiti, in termini di impegno progettuale, coinvolgimento dei portatori di interesse, qualità dell’elaborato devono essere stimolo per riproporre tale approccio”.

DE MOLLI È seguito l’intervento di Valerio De Molli, Managing Partner The European House-Ambrosetti: “Dobbiamo avere il coraggio di scegliere pochi e selezionate priorità e concentrare le risorse finanziarie disponibili in poche iniziative che ci traguardino verso il futuro piuttosto che verso il passato”.

MORICONI Il rettore dell’Università degli Studi di Perugia, Franco Moriconi, è intervenuto illustrando il ruolo che l’università potrà avere per rilanciare il territorio: ”L’Università ha una attenzione assoluta per questo territorio. Prova tangibile ne è, per fare un esempio, l’attivazione di due cattedre: di metallurgia e di chimica dei materiali. Da parte nostra c’è la piena disponibilità ad arrivare alla sottoscrizione di un accordo che ci vedrà impegnati a lavorare su questo progetto”.

MARINI La presidente della Regione Umbria Catiuscia Marini ha, infine, illustrato il quadro degli incentivi regionali a sostegno del rilancio competitivo dell’area Terni-Narni e l’impianto delle relazioni istituzionali che farà da cornice all’attuazione del piano: “Quello di oggi rappresenta un nuovo inizio per il futuro e per la re industrializzazione dell’area Terni-Narni, nella quale la Regione crede fortemente. Oggi siamo ad una tappa molto importante di un percorso per il quale in questi mesi abbiamo lavorato silenziosamente, per dare corpo concreto ad un progetto di reindustrializzazione di questa area, mettendo in atto una intelligente cooperazione tra pubblico e privato, ed utilizzando al massimo, e al meglio, tutta la strumentazione pubblica disponibile. In quest’area potremo realizzare – ha concluso – anche innovative ed originali modalità di intervento pubblico, realizzando una positiva integrazione di risorse e strumenti operativi tra i livelli istituzionali regionale, nazionale e comunitario”.

M5S CRITICO Molto critico il Movimento 5 Stelle che contesta la mancata inclusione di Ast nel Masterplan. Il comunicato congiunto del consigliere regionale Andrea Liberati e del consigliere comunale Thomas De Luca:

“Se qualcuno può immaginare che Terni possa da un giorno all’altro abbandonare l’industria dell’acciaio deve immaginare 5 mila famiglie a cui trovare un occupazione alternativa, un sito industriale dismesso e un terzo (forse anche più) della città da bonificare e un’emergenza ambientale a cui rimediare. Deve immaginare che quelle 5 mila famiglie che oggi si nutrono, si vestono, occupano il loro tempo libero, comprano un’auto e una casa da un giorno all’altro non lo faranno più e che questo impedirà ad altrettante famiglie di fare lo stesso. Se il Sindaco Leopoldo Di Girolamo e la Presidente della Regione Catiuscia Marini pensano di programmare nel pieno silenzio, la dismissione a breve termine del polo siderurgico devono avere una risposta concreta a tutte queste incombenze. Se il dr. Di Girolamo o la Sig.ra Marini hanno da porre sul tavolo 2 o 3 miliardi di euro lo dicano e ci metteremo l’anima in pace.

Nessuna traccia dell’acciaieria nel Masterplan presentato da Confindustria a Nera Montoro nella mattinata di venerdì 27 novembre. Nessuna traccia di investimenti sulla sostenibilità ambientale dell’AST, sulla ricerca e lo sviluppo dei materiali, sulle infrastrutture utili all’integrazione del sito e nel perseguimento di strade utili all’abbattimento dei costi energetici. Niente di niente, solo un latente riferimento alla verticalizzazione delle produzioni lasciata però come cornice di fondo.

Certo è che se i presupposti sono quelli di immaginare una rivoluzione della chimica verde a Terni senza la costruzione di una bioraffineria, senza un piano di sviluppo integrato con il territorio sul modello Matrica, che Novamont ha messo in piedi a Porto Torres, cogliendo anche l’opportunità di destinare vaste aree di territorio agricolo contaminato a colture non alimentari, allora possiamo alzare bandiera bianca.

Qui “i gufi e i pessimisti” sono coloro che pensano che le città di Terni e Narni siano cornici completamente intercambiabili. Se non si comprende che la comunità e l’ identità culturale della conca ternana sono il fulcro centrale di ogni possibile cambiamento di rotta storico allora si sta sicuramente sbagliando strada. Possiamo ipotecare la nostra casa per investire sul marketing e sul design ma le scatole vuote non si vendono. Sollecitiamo Confindustria ad un’attenta riflessione su tutti i risvolti territoriali della programmazione economica ed industriale.

Chi realmente deve dare delle risposte sono le istituzioni politiche del Partito Democratico che governa questa città e che ha fallito ogni programmazione. L’inerzia e la mancanza di governance hanno fatto perdere irrimediabilmente il treno dell’area di crisi complessa togliendo il velo che nascondeva il vuoto di idee sul futuro della città”.

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