Primarie parlamentari Pd Umbria: i candidati, le modalità, le polemiche, il listino bloccato

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Tra il 29 e il 30 dicembre si terranno in tutta Italia le primarie dei parlamentari del Partito Democratico. Chi vincerà la sfida interna sarà candidato alle elezioni del 24 febbraio 2013. Il 10% dei candidati non dovrà affrontare le primarie poiché inserito nel listino bloccato (in virtù della legge elettorale, è possibile per le segreterie di partito predeterminare chi far entrare in Parlamento). In Umbria si voterà il 29 dicembre, dalle ore 8,00 alle ore 21,00. Ci sono 13 partecipanti alle primarie, 4 inseriti nel listino bloccato, diversi esclusi, qualche polemica.

Per candidarsi a Perugia era necessario presentare 500 firme mentre ne occorrevano 190 per candidarsi a Terni. Gli elettori avranno a disposizione fino a due preferenze: potranno votare un uomo e una donna. Non è invece possibile votare due candidati dello stesso genere (non è quindi possibile votare due uomini o due donne: in questo caso la seconda preferenza sarebbe nulla).

I candidati a Terni. In viale Mazzini, nella sede del Pd di Terni, nei giorni scorsi è andata in scena una battaglia con discussioni particolarmente animate. Alla fine ad essere esclusi dalla competizione sono stati l’ex sindaco di Narni Stefano Bigaroni (che sarebbe stato convinto a ritirarsi) e l’assessore provinciale Stefania Cherubini (che non ha ottenuto la deroga alla regola dello statuto del Pd che vieta, a chi ricopre già incarichi in altre istituzioni, anche locali, di candidarsi al Parlamento. Di tali deroghe in tutta Italia ne sono state concesse circa 130). A Terni, così, ci sono 6 candidati e solo uno di loro, alla fine, dovrebbe entrare in Parlamento.

– Silvia Fringuello, orvietana, ex consigliera comunale del Comune di Allerona e di Castelviscardo, ex assessore con deleghe al bilancio ed al patrimonio della Comunità Montana Monte Peglia e Selva di Meana. Attualmente è presidente della Cooperativa Progetto Adeia che opera attività di consulenza nei settori della sicurezza sui luoghi di lavoro, dell’igiene e dell’ambiente. Appartenente all’area di Rosy Bindi.

– Alinda Nardini, ternana, consigliere nel Comune di Terni. Di area bersaniana. Ex Ds, dal 2004 al 2009, nella seconda Giunta Raffaelli, è stata assessore alla Pubblica istruzione del Comune di Terni. Si presenta in tandem con Carlo Ottone.

– Carlo Ottone, ternano, ex segretario della Margherita di Terni, ex assessore provinciale ed ex consigliere provinciale, attualmente è presidente dell’Asm (ricopre tale ruolo da novembre 2011). Di area bersaniana.

– Gianluca Rossi, ternano ex segretario dei Ds Terni, ex consigliere comunale a Strocone ed ex consigliere regionale. Attualmente assessore regionale al Bilancio e alle Riforme istituzionali. Bersaniano.

– Carlo Emanuele Trappolino,orvietano, parlamentare uscente. Ha lavorato in Cgil e in Sviluppumbria. Ex segretario Ds di Orvieto, è attualmente coordinatore comunale del Partito Democratico di Orvieto. È stato eletto deputato nel 2008. Bersaniano.

– Nicoletta Valli, ex assessore alla Cultura e al Tusimo del Comune di Amelia.

I candidati a Perugia. Anna Ascani, Valeria Cardianali, Giuliana Falaschi, Joseph Flagiello, Giampiero Giulietti, Gianpiero Bocci e Lamberto Bottini.

Polemiche e contestazioni. Alcuni esponenti del Pd hanno lamentato una chiusura deleteria operata dal partito: troppe le firme richieste per proporre una candidatura. Le polemiche più forti hanno però riguardato le deroghe: ad alcuni sono state concesse, ad altri sono state negate. Le critiche più forti sono arrivate dal renziano presidente della Provincia di Perugia, Vinicio Guasticchi: “Le primarie per la scelta dei parlamentari organizzate con regole assurde, deroghe incomprensibili, tempi ristretti sono una evidente presa in giro, una scelta gattopardesca. Se poi pensiamo che tra listini preconfezionati, ritorni di candidature e tanti che saranno garantiti – ha proseguito Guasticchi – il giudizio che dobbiamo dare è quello di una profonda delusione. Credevamo che le primarie fossero una grande occasione per ridare dignità alla politica e al parlamento italiano”.

Pesante anche il giudizio della senatrice uscente Anna Maria Fioroni che ha scelto di non candidarsi: “La mia non partecipazione alle primarie – ha scritto in una nota – non è un atto di rinuncia, né di paura, né di preoccupazione per il giudizio degli elettori. Il problema purtroppo è un altro. A queste primarie non partecipano gli elettori, ma spesso soggetti organizzati riconducibili ad assetti di poteri presenti nel Pd. Io non ho truppe organizzate da utilizzare per la mia candidatura né mai le ho volute avere”.

Alla fine decide tutto il segretario? E’ dal web che arrivano le critiche più accese al sistema delle primarie messo in atto dal Pd. Diversi blog, giornali online e utenti di social network fanno notare come in molte circoscrizioni i partecipanti alle primarie siano in numero pari o inferiore ai candidati richiesti per formare le liste elettorali del 24 febbraio. Praticamente, viene ipotizzato, le primarie servirebbero non per scegliere i candidati ma solo per stabilirne l’ordine. In Umbria ad esempio, a fronte di 16 candidati necessari per riempire le liste elettorali (9 alla Camera e 7 al Senato) sono presenti solo 13 candidati alle primarie. Uno di loro è comunque di troppo poiché nella lista elettorale occuperanno i primi posti i 4 del listino bloccato (si parla del deputato uscente Marina Sereni, dell’ex segretario della Cgil Guglielmo Epifani, dell’assessore regionale del Psi Silvano Rometti e del renziano sindaco di Corciano Nadia Ginetti).

In realtà, a ben vedere il regolamento, gli elettori alle primarie non sceglieranno nemmeno l’ordine dei candidati. Oltre al listino bloccato (con il quale in tutta Italia, verranno eletti con il Pd circa 100 tra deputati e senatori senza dover ricevere alcuna preferenza), con il quale verranno occupati i primi posti delle liste, c’è un’esplicita norma che depotenzia le primarie mentre ne manca una che ne stabilisca la reale funzione. Al primo punto del regolamento viene sancito: “Le primarie per la selezione del 90% delle candidature del PD al Parlamento nazionale si svolgono nei giorni 29 o 30 dicembre 2012. Non vengono computate le posizioni di capilista che saranno definite d’intesa tra la Direzione nazionale e le Unioni regionali” (qui il regolamento delle primarie parlamentari del Pd). Significa che, a prescindere dai risultati delle primarie, i capolista saranno stabiliti dalla segreteria nazionale del partito in accordo con le segreterie regionali. Da nessuna parte nel regolamento viene invece specificato che per gli altri posizionamenti nelle liste elettorali verrà tenuto conto del numero dei voti ottenuti dai candidati nelle primarie. C’è una sola norma a tale riguardo e non è certo un emblema di trasparenza e chiarezza: “La direzione nazionale approva in via definitiva le liste per Camera e Senato nella seduta dell’8 gennaio 2013, sulla base delle diverse fasi del procedimento istruttorio di selezione delle candidature”. Da nessuna parte viene specificato quali siano le “diverse fasi del procedimento istruttorio di selezione delle candidature”.

Ancora tanti nominati. C’è infine un’ultima considerazione da fare. Si parla del 90% delle candidature con il sistema delle primarie. La percentuale di coloro che entreranno in Parlamento dopo aver superato le primarie è però nettamente inferiore (tra il 60% e il 70%) mentre una quota consistente (circa un terzo) siederà nella aule di Camera e Senato tramite una “nomina” dalla segreteria del partito. Infatti i candidati inseriti nel listino bloccato approderanno certamente in Parlamento mentre, ovviamente, una parte dei candidati provenienti della primarie non sarà eletto.

Nel complesso, le primarie parlamentari sembrano un piccolo passo in avanti rispetto alle precedenti elezioni (in cui il 100% dei parlamentari di tutti i partiti sono stati, di fatto, nominati dalle segreterie). E’ però chiaro che fin quando sarà in vigore l’attuale legge elettorale (il porcellum) e fin quando le primarie non saranno davvero aperte ed obbligatorie per tutti i partiti (e determinanti per l’intera lista elettorale, non solo per una parte marginale di essa), per i cittadini l’idea di scegliere i propri rappresentati sarà poco più che un’illusione.

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  • Nannurelli

    Si predica bene e si razzola male
    il PD non vuole rinnovarsi dice di volerlo fare, ma continua a negare agli elettori il diritto di scegliere i parlamentari, mantenendo il “listino Bloccato” e facendo candidare solo i suoi raccomandati negando e facendo ritirare gli altri
    dopo 32 anni di voto al PD cambio il mio voto per il rinnovamento

  • Proietti48

    a mio  avviso il partito  si è riservato una quota troppo alta di  parlamenmtari  esenti dalle priamrie : il siistema nella forma è migliorato  ma nella sostanza resta abbastanza
     conservativo

  • Ugo

    Noto che anche a voi, ex noi, state usufruendo del porcellum. Non avete rinnovato NULLA, ho sperato in Bersani!!!! Neanche l’onda renziana vi ha scosso. Dopo 55 anni di militanza devo cambiare il mio voto