Provincia di Terni, presentate le liste, Di Girolamo verso la presidenza. Bartolini: ”Sbagliato”

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palazzobazzaniQuesta mattina alle ore 12 è scaduto il termine per la presentazione delle candidature a presidente della Provincia e delle liste di candidati al Consiglio provinciale di Terni in vista delle elezioni fissate per domenica 12 ottobre (qui l’articolo con i dettagli delle nuove elezioni provinciali a seguito della riforma Delrio).

Per quanto riguarda la presidenza, si tratta di una pura formalità: sarà il sindaco Leopoldo Di Girolamo il nuovo presidente della Provincia. Infatti, a votare sono sindaci e consiglieri comunali dei Comuni della Provincia di Terni: la maggior parte di essi sono esponenti del Partito Democratico. Ed il candidato del Pd è proprio Di Girolamo. A sfidare il sindaco di Terni c’è soltanto Giorgio Cocco, sindaco di Porano ed esponente di centrodestra.

CONSIGLIO PROVINCIALE Per quanto riguarda il Consiglio provinciale risultano presentate tre liste, (elencate in ordine temporale di consegna, le prime due di centrodestra, la terza di centrosinistra):

– Lista “Progetto Civico”: Cristiano Ceccotti, Enrico Daniele, Andrea Garbini, Gianluca Luciani, Emanuele Pasero;

– Lista “Provincia Civica”: Manuela Beltrame, Sergio Bruschini, Marco Conticelli, Franca de Bartolo, Roberto Giuriola, Marco Nebbia, Francesco Abbate;

– Lista “Democratici, Progressisti e Riformisti”: Elisabetta Corbucci, Francesco de Rebotti, Giuseppe Germani, Dalila Graziani, Leonardo Grimani, Giampiero Lattanzi, Riccardo Maraga, Federico Novelli, Sandro Piermatti, Marco Rosati.

BARTOLINI Se l’elezione a presidente della Provincia di Di Girolamo è scontata, non mancano all’interno del Partito Democratico mal di pancia e distinguo. Ad esternarli pubblicamente è Renato Bartolini, consigliere comunale del Pd, che in un comunicato giudica sbagliata la scelta effettuata dal proprio partito.

Il comunicato integrale di Renato Bartolini:

“Quella che, insieme ad altri iscritti al Partito Democratico di Terni, stiamo portando avanti è soprattutto un’operazione tendente a salvaguardare il dibattito e la dialettica interna; ma che vuole andare anche nella direzione di dare alla città e alla provincia una governance equilibrata e rispettosa di tutte le istanze. Politiche e territoriali.

Per questo e solo per questo, sabato mattina, nella riunione del gruppo che rappresenta il Partito nel consiglio comunale di Terni, come in precedenza nell’assemblea provinciale degli iscritti, ho voluto ribadire dei concetti che, a mio modo di vedere, sono essenziali.

La scelta di candidare il sindaco di Terni, Leopoldo Di Girolamo, alla presidenza del nuovo ente che prenderà il posto della Provincia – fatta salva la stima personale e politica per Leo, che non è e non può essere in discussione – a mio modo di vedere è sbagliata per un doppio ordine di motivi: politici e di metodo.

Nel decidere che dovrà essere Di Girolamo il nuovo presidente, infatti, non sono state tenute in nessuno conto le sensibilità, le proposte e le idee di quelle componenti del Partito Democratico – penso a quella di ispirazione cattolico-popolare, ma anche di quella che, banalizzando, viene definita ‘renziana’ – che sono state invece liquidate in fretta.

Come non è stata data alcuna risposta alla richiesta relativa alle motivazioni che hanno spinto a non percorrere la strada, come avvenuto in altre realtà del Paese, della conferma nell’incarico del presidente uscente, Feliciano Polli, che avrebbe garantito quella indispensabile guida equilibrata nel delicato periodo di passaggio che dovrà portare all’effettiva entrata a regime del nuovo ente.

Ma altri sono i punti che, a me come ad altri dentro il Partito Democratico, non convincono: si è deciso, nonostante si fosse pensato ad una soluzione diversa, di inserire i sindaci dei Comuni nella lista dei candidati al nuovo consiglio provinciale, con il rischio di sovrapporlo all’assemblea dei Sindaci che è un organo già previsto all’interno della futura composizione della Provincia e del quale già fanno parte di diritto tutti i primi cittadini del circondario.

Accantonando l’ipotesi di candidare, invece, solo i consiglieri comunali e quelli provinciali uscenti. Non tenendo conto del fatto che ai nuovi membri del consiglio potrebbero essere assegnate delle ‘deleghe’ – su questioni anche molto delicate – che richiederanno, oltre che a del tempo per essere adeguatamente seguite, anche una conoscenza specifica dei meccanismi della ‘macchina’ provinciale. Ma anche qui con scelte e ‘distinguo’ discutibili.

Se, infatti, per Leopoldo Di Girolamo – già molto impegnato nella guida del Comune di Terni, alle prese con una serie di problematiche gravissime, penso a quella delle acciaierie, ma non solo – assumere l’onere di coordinare i lavori del nuovo ente rappresenterebbe un elemento di pericolosa sovraesposizione politica e democratica; appare quanto meno inopportuno che il Partito Democratico candidi per il nuovo consiglio provinciale un consigliere comunale in carica che ricopre già un incarico delicato e pieno di responsabilità come quello di presidente della commissione-bilancio del Comune di Terni.

Il Partito Democratico di Terni, secondo me, deve riflettere – oltre che sul suo decisivo ruolo di guida delle città e della Provincia – sul reale contributo che le idee, da dovunque provenienti, possono dare alla crescita e allo sviluppo di una strategia politica, ma anche economica e sociale, che sia realmente indirizzata al bene dei cittadini”.

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  • Tegola

    Ahiaiai , rischiamo di trovarci questo dinosauro comunista dappertutto!!!
    Ma quando i cittadini ternani impugneranno i forconi e andranno in via Mazzini a stanare e spazzare questa cosca mafiosa , questo cancro malefico che imperversa da 60 anni sulla nostra povera Terni ?