Provincia Terni delibera messa in liquidazione Isrim, assessore: ”Istituto sarà punto di riferimento”

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Palazzo Bazzani TerniIeri il Consiglio provinciale di Terni ha votato con 12 favorevoli e 1 contrario la delibera di messa in liquidazione dell’Isrim. Nonostante questo, insieme alle analoghe delibere in arrivo da parte di Regione Umbria e Comune di Terni, significhi la dismissione del centro di ricerca di Pentima, per l’assessore allo Sviluppo, Domenico Rosati, questo passaggio apre nuove prospettive per l’Istituto stesso.

Rosati ha affermato che l’atto di messa in liquidazione “ha alcune finalità importanti tra cui la possibilità di far scattare il meccanismo degli ammortizzatori sociali per i dipendenti che sono attualmente a contratto di solidarietà a circa 400 euro al mese e l’opportunità di offrire possibilità per l’affitto di rami d’azienda da parte di privati che salvaguardino posti di lavoro e conoscenze e immettano nuova liquidità, posizionando l’Isrim a livello regionale come uno dei punti di riferimento in fatto di crescita e sviluppo dell’Umbria. Obiettivi – ha concluso – sui quali le istituzioni locali e regionali marciano in maniera compatta”. Una conclusione che lascia quantomeno perplessi: affermare di voler fare dell’Isrim un punto di riferimento regionale proprio mentre se ne decreta la chiusura sembra una burla.

Nel dibattito sono intervenuti: Andrea Sacripanti (gruppo Misto) che ha sottolineato la mancanza in passato di azioni per affrontare nel merito la vicenda e i problemi dell’Isrim in maniera tempestiva e “l’incapacità della politica di capire in tempo cosa sarebbe successo nel futuro”; Zefferino Cerquaglia (Psi) secondo il quale “l’Isrim non ha fatto legame con il territorio ed ha avuto spesso un rapporto conflittuale anche con l’Università e tutto questo per responsabilità della politica. Non può essere solo una questione finanziaria, doveva essere una questione da affrontare in sede politica”; Roberto Montagnoli (Pd) ha sostenuto la necessità di legare l’Isrim al mercato. “E’ l’unica strada pe4rcorribile in un paese come l’Italia – ha sottolineato – in cui non ci sono risorse adeguate per finanziarie la ricerca”.

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