Società delle fucine in difficoltà, incontro sindacati con azienda: accorpamento reparti e taglio costi

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La Società delle fucine versa da tempo in condizioni piuttosto difficili dovendo fare i conti con un calo di commesse causato dalla crisi economica. Oggi i sindacati e le rsu hanno incontrato la direzione aziendale per fare il punto della situazione.

In una nota congiunta Fiom, Fim, Uilm, Fismic e Ugl fanno sapere che “l’amministratore delegato di Sdf ha illustrato le azioni possibili da intraprendere per superare lo stato di difficoltà che il mercato riserva all’azienda vista l’attuale sovraccapacità produttiva a livello mondiale, evidenziando il rafforzamento dell’apparato commerciale per il consolidamento e la ricerca di nuovi clienti”. Rispetto ai livelli di produzione per il futuro – spiegano i sindacati – non si prevedono scenari diversi dall’attuale situazione e la Società delle Fucine è intenzionata ad adottare una politica volta alla riduzione dei costi per adeguare l’offerta dei prodotti agli attuali prezzi di mercato.

Tra le proposte messe in campo, l’azienda prevede l’accorpamento di alcuni reparti di Ast interessati alle attività di Sdf (colaggio sottovuoto e officina meccanica) e la flessibilità interna dei reparti meccanica e fucinatura con relativa formazione e riorganizzazione del personale. Le organizzazioni sindacali e le rsu ritengono quindi “importante il rafforzamento dell’ente commerciale per consolidare la presenza dell’azienda sul mercato mondiale” ma esprimono perplessità “riguardo alle attività di insourcing” e ritengono che l’eventuale discussione vada affrontata anche con le rsu di Ast.

I sindacati rigettano inoltre “l’applicazione di una flessibilità eccessiva ed improvvisata, che non rispetti gli accordi sull’organizzazione del lavoro ad oggi concordati. Il contesto generale in cui si trova tutto il gruppo Ast – conclude la nota -, interessato da un processo di vendita, impone una riflessione che supera ogni ipotesi di riorganizzazione vista la totale incertezza rispetto agli scenari futuri che necessita di accordi che gestiscano il periodo di interregno fino alla conclusione della vendita che deve vedere protagonista il governo nazionale e la multinazionale Outukumpu”.

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