Ternani bamboccioni: un adulto su 3 vive con i genitori. Per tanti non è scelta ma necessità

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E’ la crisi economica bellezza! Aziende e negozi chiudono i battenti, aumento sconsiderato delle tasse, diminuzione del potere d’acquisto delle famiglie e soprattutto un tasso di disoccupazione che non si registrava da decenni, soprattutto tra i giovani. Ovviamente tutto questo per i giovani comporta anche grandi difficoltà nel formare una famiglia o andare a vivere da soli.

Ecco che sempre più ragazzi ternani, come in altre parti d’Italia, dopo aver raggiunto l’età adulta restano a vivere con i genitori. Bamboccioni in aumento, per usare un’espressione dell’ex ministro dell’Economia Tommaso Padoa Schioppa scomparso nel 2010. Lo rilevano i servizi statistici del comune di Terni che analizzano uno studio eseguito dal Censis, eseguito sulla popolazione che si colloca nella fascia d’età  tra 24 e 64 anni, (che presumibilmente ha terminato i percorsi di studi ed è attiva e indipendente) e che vive con i genitori.

Vale anche per la Conca quanto rilevato a livello nazionale dallo studio condotto dal Censis e da Coldiretti che sintetizza e semplifica: gli italiani sono mammoni e bamboccioni e questa tendenza è in aumento. Analizzando nel dettaglio i dati statistici si capisce però che la scelta di vivere con i genitori non è propria solo dei trentenni e quarantenni che tardano a mettere su famiglia, ma spesso è dettata da esigenze economiche o sopraggiunte necessità.

Quasi un ternano su tre in età adulta vive con i genitori. Per i maschi il valore sale al 36,3% contro il 26,6% delle figlie femmine. Sono infatti poco meno di 15 mila i residenti con età compresa tra i 19 e i 64 anni che coabitano con i propri genitori. Il particolare legame alla famiglia d’origine con tutti i benefici del caso, si pensi alla rete di aiuti vicendevoli quali la cura dei nipoti o l’assistenza al genitore anziano o malato, viene confermato se si approfondisce lo studio considerando anche i casi in cui non c’è coabitazione tra genitori e figli ma estrema vicinanza, ovvero residenza allo stesso numero civico. In questo caso ai 15 mila si sommano altri quasi  6 mila figli che vivono accanto ai genitori ( la selezione è stata effettuata considerando quelli che risiedono allo stesso numero civico ma non coabitano): sullo stesso pianerottolo, al piano di sopra, nell’altra porzione di una bifamiliare ecc… Tale soluzione è prescelta dal 9,5% dei figli, non vi sono differenze sostanziali di comportamento tra i due sessi e la percentuale cresce per le classi d’età successive arrivando all’11% se il figlio ha superato i 40 anni.

Tra i neo maggiorenni, sia maschi che femmine oltre il 74% continua a vivere con genitori, nella classe d’età tra 19 e 29 anni la percentuale ovviamente scende ma ci sono comunque il 66,5% dei figli maschi e il 60% delle femmine che rimangono nella famiglia d’origine. Per i residenti con età compresa tra i 30 e 40 anni si osservano comportamenti differenti a seconda del sesso. Infatti mentre più della metà delle figlie femmine lascia la famiglia d’origine e soltanto il 19% continua a vivere con i genitori, per i maschi il distacco è meno marcato e quasi uno su tre continua ancora a rimanere nella famiglia d’origine. Prendendo in considerazione anche lo stato civile, buona parte dei cosiddetti bamboccioni, è celibe o nubile ma c’è anche un 20% di questi figli che risulta coniugato ma vive con i genitori, e tra questi alcuni sono coabitanti anche con il coniuge e con eventuali figli ma una buona fetta sono separati che tornano a vivere con genitori. In particolare tra i figli con più di 40 anni, anche se i celibi e le nubili rimangono comunque la maggioranza, se ne trovano molti coniugati. In dettaglio se per la classe d’età 30-39 si equivalgono i maschi e le femmine, è interessante scoprire che spostandosi alla classe successiva, ovvero quella dei 40-49enni, mentre le figlie coniugate che vivono con i genitori si mantengono pressappoco sullo stesso numero della classe precedente, per i figli maschi, anch’essi risultanti in anagrafe come coniugati, il valore quasi raddoppia e ciò fa presumibilmente pensare che si tratti di separati che tornano alla casa d’origine.

GRAFICI SU ADULTI TERNANI CHE VIVONO CON I GENITORI

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  • Raffaella

    Diciamo più che altro che per andare a vivere lontano dai genitori ci vogliono i soldi per potersi mantenere….e che con questa crisi è praticamente impossibile! Date ai giovani uno stipendio fisso e sicuro per poter camminare con le proprie gambe…poi ne riparliamo 🙂