Ternano la lascia, lei lo tempesta di telefonate, sms e mail: cosentina arrestata per stalking

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Separati da 600 chilometri, un rapporto a distanza difficile da tenere in piedi. Così, un ternano aveva deciso di lasciare la propria ragazza, una trentenne di Cosenza. Sarebbe stata la banale storia della fine di un amore che non ha retto alla lontananza, se non fosse che la ragazza non ha proprio voluto accettare di essere scaricata. La trentenne ha messo in atto una serie di molestie a distanza, talmente perseveranti che alla fine hanno comportato il suo arresto.

La ragazza mollata ha infatti iniziato ad inviare messaggi all’ex in maniera ossessiva. Telefonate di insulti e minacce, messaggi minatori su Facebook, mail cariche di rabbia, sms al vetriolo. Una valanga di mali parole, e minacce si è riversata sull’incolpevole ternano che alla fine si è rivolto alla Procura di Terni. Il 30 maggio scorso la polizia postale di Cosenza ha quindi arrestato la trentenne che in un primo momento si è giustificata affermando si trattasse di normali litigi tra fidanzati. La linea difensiva: “l’amore non è bello se non è litigarello” però non ha retto e la ragazza è stata accompagnata nel carcere di Castrovillari.

La polizia postale nel frattempo ha sequestrato il cellulare ed il pc della molestatrice per cercare ulteriori prove della condotta maniacale e persecutoria.

Aggiornamento 06/06/2012 ore 11,20: il comunicato della Polizia di Terni:

Quando si erano fidanzati, aveva raccontato al ragazzo di venire perseguitata da un ex residente a Milano ed aveva mostrato anche una copia di una denuncia sporta ai Carabinieri, e gli aveva detto: “Vedrai, ora magari perseguiterà anche te”. E infatti, nel giro di poco tempo, il ragazzo, a Terni per ragioni di lavoro, ma originario della provincia di Cosenza, aveva cominciato a ricevere sms, in cui veniva minacciato di morte, il suo computer veniva continuamente violato, ed in diverse occasioni qualcuno era riuscito ad entrare perfino nel suo appartamento a Terni e a metterlo a soqquadro. La ragazza, rimasta al paese d’origine in Calabria, gli confermava che l’ex era un hacker e a quel punto il ragazzo, esausto e sul punto di perdere anche il lavoro a causa del forte stress procurato dalla situazione, decideva di rivolgersi alla Polizia Postale e delle Comunicazioni di Terni.

Gli agenti hanno avviato un’accurata indagine, sia con mezzi tradizionali, che attraverso l’utilizzo di strumenti informatici e nel giro di alcuni mesi sono riusciti a riscostruire l’intera vicenda che ha portato all’emissione di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere da parte del GIP di Terni, Pierluigi Panariello, su richiesta del Pubblico Ministero, Elisabetta Massini, proprio nei confronti della fidanzata trentatrenne, che è stata arrestata nei giorni scorsi dalla Polizia Postale di Cosenza. Le accuse a suo carico sono pesanti: stalking, minacce, falso in atto pubblico commesso da privato; ora si trova al carcere di via Sabbione e ripete agli inquirenti che l’intera faccenda va vista solo come normali scaramucce fra fidanzati.

Le “normali scaramucce” annoverano, tra le altre cose, 5.000 sms inviati in tre mesi al cellullare del ragazzo da almeno 15 schede diverse, tutte intestate a lei e a ignari familiari; la falsificazione di un verbale di denuncia, incursioni nel pc del fidanzato rintracciate come partite dal suo computer, e soprattutto l’inesistenza del fantomatico ex.

Quando gli agenti hanno mostrato l’esito delle indagini al ragazzo, smontando punto per punto l’intero castello costruito dalla donna, questi, sotto shock, non riusciva a credere a quanto gli veniva detto, ma alla fine ha dovuto arrendersi all’evidenza, ammettendo che si, forse era un po’ gelosa, ma mai avrebbe creduto che si spingesse fino a tanto, anche perché lui non le aveva mai dato modo di sospettare alcun tipo di infedeltà.   

 

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