Terni, bambine abbandonate dalla madre e maltrattate per anni dal padre. Una abusata dal cugino

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violenza-sulle-bambine“Non riesco ad avere rapporti di amicizia con i maschi, appena vedo un uomo che mi guarda in modo strano corro più velocemente che posso…”. Ha scritto così sul proprio diario una ragazzina che ha subito violenze sessuali e che, insieme alla sorella di qualche anno più piccola, ha vissuto anni da incubo: abbandonate dalla madre, il padre si assentava per lunghi periodi lasciandole sole in casa, spesso senza acqua ne corrente elettrica. A lungo le due bambine, di origine straniera ma da sempre residenti a Terni, hanno subito maltrattamenti, botte e punizioni assurde e crudeli: anche del peperoncino negli occhi. A mettere fine all’orrore, la polizia di Terni, dopo accurate e delicate indagini.

Molti anni fa i genitori, entrambi stranieri, si sono trasferiti a Terni. Dopo qualche anno che la famiglia ha vissuto unita nella Conca, la madre è partita, lasciando le bambine, che all’epoca avevano 7 e 4 anni, con il padre. La donna è tornata nel proprio Paese d’origine e da quel giorno non ha più visto le figlie: non ha più fatto rientro a Terni perché a suo dire, non è riuscita ad ottenere un visto per rientrare in Italia, dato che le era scaduto il permesso di soggiorno.

Il padre, di professione ambulante, svolgeva il suo lavoro fuori città, lasciando le bambine da sole anche per lunghi periodi, affidandole a vicini caritatevoli e ad un suo cugino, un proprio connazionale. Le bambine, che comunque andavano a scuola, cercavano di condurre una vita abbastanza normale, nonostante spesso si ritrovavano senza acqua, senza corrente elettrica e senza gas perché il padre non pagava le bollette. I vicini hanno poi raccontato che vedevano spesso le bambine, di notte, andare a prendere l’acqua con dei secchi dalle fontanelle in strada. Spessissimo, venivano ospitate a pranzo e a cena dai vicini, che notavano un andirivieni continuo nell’appartamento delle bambine, ormai diventate ragazzine, di cittadini stranieri. Il padre si giustificava con loro dicendo di ospitare dei connazionali di passaggio a Terni ai quali affidava anche la cura delle figlie, visto che si doveva assentare anche per lunghi periodi.

Lo scorso gennaio la maggiore si è presentata in questura: si è rivolta all’Ufficio minori per sapere come fare per poter tornare a scuola, dato che era stata male e la scuola non la riammetteva in classe senza il certificato medico. Ha spiegato che il padre era assente da casa da tanto tempo, perciò non c’era nessuno che potesse giustificare l’assenza. Gli agenti dell’Ufficio minori hanno subito contattato i Servizi sociali ed insieme hanno iniziato una rapida attività di indagine che ha portato immediatamente all’allontanamento dalla casa paterna delle ragazze: sono state affidate ad una connazionale vicina di casa, che già in passato si era presa cura di loro. Lo stesso giorno, in un sopralluogo nell’abitazione, gli agenti vi hanno trovato un cittadino extracomunitario, risultato clandestino e con documenti falsi, che è stato denunciato.

La delicata attività di indagine è andata avanti. Sia gli agenti dell’Ufficio minori, che gli assistenti sociali, hanno cercato di farsi raccontare dalle ragazze i particolari della loro vita, trovando però resistenza da parte loro. La vicina di casa alla quale erano state affidate ha poi dichiarato di non potersene più occupare, ammettendo di aver paura del padre, che stava tornando in Italia. Le ragazze sono state allora spostate in una struttura protetta, e lì, sentendosi più sicure, hanno mostrato alle assistenti sociali i loro diari, dove avevano annotato anni di maltrattamenti e di sofferenze e, per la maggiore, anche la violenza sessuale subita quando aveva 12 anni da parte del cugino del padre, al quale era stata affidata insieme alla sorella.

L’Ufficio minori, raccolte tutte le segnalazioni, ha consegnato il rapporto alla Squadra mobile e gli agenti della seconda sezione hanno avviato le indagini, raccogliendo in breve tempo testimonianze ed elementi che hanno avvalorato quanto scritto dalle ragazze nei loro diari. Episodi di percosse, minacce, maltrattamenti di ogni tipo: in un’occasione il padre aveva messo del peperoncino negli occhi della minore per punirla per aver sbagliato un compito. Ovviamente l’uomo le terrorizzava e le ammoniva a non raccontare a nessuno i soprusi e le percosse subite: per questo le ragazzine non si erano mai rivolte al pronto soccorso, neanche quando erano state ferite a sangue. I poliziotti hanno trovato riscontri anche in merito alla violenza sessuale, dato che la ragazza nel suo diario aveva descritto perfettamente il luogo in cui si era consumata e alcuni particolari del suo assalitore.

Il padre, cittadino extracomunitario di 43 anni, è stato denunciato per maltrattamenti e abbandono di minore, per aver fatto mancare alle figlie i mezzi di sussistenza; il cugino, extracomunitario di 36 anni, anch’egli residente a Terni, è stato denunciato per violenza sessuale nei confronti di una minore affidatagli per ragioni di cura e assistenza.

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