Terni, Capitale Cultura, Armillei: “Partita giocata bene”, Forza Italia: “Costata 50 mila euro”

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Giorgio ArmilleiTerni non ha vinto, non sarà Capitale della Cultura 2017. Dopo il verdetto, è però il momento di bilanci. Per fare il proprio, oggi l’assessore alla Cultura del Comune di Terni, Giorgio Armillei, ha tenuto una conferenza stampa.

“La gara si fa per vincere, ma poi si valuta il risultato: il nostro progetto era ed è assolutamente all’altezza della sfida, abbiamo giocato bene la partita”, ha sostenuto Armillei.

Secondo l’assessore, il fatto che il progetto ternano fosse valido è “stato riconosciuto anche dalla commissione, che ha valorizzato tutti i progetti, a conferma che la politica del ministero è giusta perché fa emergere le capacità progettuali delle città medie. Non siamo però riusciti a spiegare alla commissione cosa volevamo fare. I cardini del nostro dossier erano e sono coerenti con le strategie più innovative, che cercano di valorizzare le potenzialità della città, le capacità delle persone, delle organizzazioni e delle imprese. E’ un’impostazione che non parte dal patrimonio culturale inteso in modo tradizionale”.

Per Armillei comunque resta ora “il lavoro fatto, che non è una trovata dell’ultimo minuto, cioè la cultura come strumento di sviluppo urbano. Ora questo lavoro sarà arricchito dall’esperienza e anche dagli errori fatti”. L’assessore ha inoltre criticato “lo scetticismo affossatore” di quanti non hanno mai creduto possibile una vittoria di Terni e non ha escluso un’eventuale nuova candidatura a Capitale della cultura nei prossimi anni, in base ai criteri che verranno individuati dal bando che sarà indetto dal ministero.

FORZA ITALIA Decisamente di diverso avviso Forza Italia secondo cui, per la candidatura, sono stati sostanzialmente sprecati 50 mila euro. Il comunicato di FI:

“Ci sono diversi modi per impiegare 50000 euro: una vettura di lusso, qualche lavoro edile, un generoso stanziamento benefico. Oppure si possono giocare, rischiando con l’azzardo. In realtà c’è anche chi ha fatto di peggio investendo la somma suddetta per candidare Terni, questa Terni, a capitale italiana della cultura. In pratica è come aver puntato tutte le fiches sul due di bastoni quando a tavola regnava coppe. E poi, dopo la grande mossa, vantarsi per il coraggio dimostrato invece di sottacere per l’insana follia. Questo non significa voler distruggere la nostra città né voler lasciare inalterato lo status quo che la domina: anzi è proprio tutto il contrario.

Una città che auspica ad un titolo onorifico (nonché oneroso) come questo deve innanzitutto avere le carte in regola per poterlo fare; deve cioè dimostrare di tenerci veramente al suo sviluppo culturale, cercando di convincere e coinvolgere tutta la cittadinanza per il perseguimento dell’obiettivo.

La candidatura di Terni è stata invece tutto l’opposto: ci siamo candidati sapendo di non avere un substrato culturale idoneo (non abbiamo un teatro, non abbiamo una sapiente ed illuminata gestione museale, non abbiamo amministratori preparati nel campo dei beni culturali); non abbiamo saputo coinvolgere gli operatori che con grande fatica cercano di portare avanti iniziative culturali per la città (una giornata mal pubblicizzata non è sufficiente); non abbiamo saputo scegliere una commissione adeguata (senza parole!); non abbiamo coinvolto i cittadini che non ci hanno creduto perché, forse, hanno avuto l’arguzia di capire sin da subito la follia di tale impresa.

Chi, come noi, ha perso del tempo per leggerne il dossier si sarà certamente reso conto della sua qualità, la stessa che ha fatto scegliere un’altra città come capitale: Pistoia ha, infatti, vinto per la qualità informativa del dossier presentato; per la qualità e la significatività del progetto e per la sostenibilità dello stesso.

Terni, “au contraire”, non ha soddisfatto questi criteri: ma che strano, eppure avevamo tutte le carte in regola per sperare!

La necessità di rimboccarci le maniche è assolutamente chiara e tutti ne siamo consapevoli: di certo non possiamo glorificarci di aver vinto lo stesso perché rientrati nella rosa delle 9 città candidate per il 2017 (tipica consolazione dei perdenti).

Quello che dovremmo, invece, fare è porci dei requisiti che necessariamente devono portare tutti ad una profonda riflessione, che in primis dovrebbe coinvolgere tutta l’amministrazione: sono state davvero fatte le scelte adatte per tale scopo? Era il caso di destinare una ingente somma alla “creazione” della nostra candidatura? O forse era meglio impiegare quel denaro per fare, davvero, cultura?

Noi le nostre personali risposte le abbiamo date e come noi anche la maggior parte dei cittadini realisti: di certo, ora, speriamo in una risposta sensata e soddisfacente da parte dell’amministrazione. Quello che è certo è che il dossier, che si era deciso portare avanti anche in caso di sconfitta, dovrà essere accantonato in quanto non sostenibile né economicamente (mancando i fondi ministeriali che sarebbero arrivati da una utopica vittoria) né culturalmente in quanto privo di sostanza oltreché di qualità. Comunque cittadini non disperate: ci abbiamo provato!”.

PASCULLI Per il consigliere comunale del Movimento 5 Stelle, Federico Pasculli, si tratta di una sconfitta prevedibile alla luce di una serie di problemi e criticità ben noti. Il comunicato di Pasculli:

“Dopo aver perso l’Hermans Festival, aver visto Jazzit andarsene in Piemonte, altra sonora bocciatura per i progetti culturali di questa amministrazione.

Ci chiediamo se non è stato un prevedibile errore quello di riporre tutte le nostre speranze in un traguardo quantomai ambizioso e complicato, un pò come partecipare ad una gara podistica senza avere nemmeno le scarpette per correre.

In biblioteca piove e si staccano pezzi dappertutto, siamo senza un teatro da anni, non c’è condivisione, una città che si muove solo su impulso dei privati a volte troppo isolati se esterni a certe cerchie, quel poco di buono che si era creato negli anni sta pian piano scomparendo, così come è stato anche per Cavour Art.

Le scelte su cui l’amministrazione ha deciso di puntare, troppo spesso non si sono rivelate quelle giuste, ed oggi questo è ancora più chiaro. ‪#‎provaciancoragiorgio‬ ”

 

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  • vincenza

    Una farsa basata sulla mediocrità e sull’arroganza!