Terni, caso Armillei, sindaco: “Apprezzo franchezza dell’assessore ma sul Pd la penso diversamente”

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Di-GirolamoAvevano sollevato polemiche le parole dell’assessore del Comune di Terni, Giorgio Armillei, fortemente critiche nei confronti del Partito Democratico. Tanto che nel Consiglio comunale della scorsa settimana era stato lo stesso gruppo consiliare del Pd a chiedere spiegazioni al sindaco Leopoldo Di Girolamo. Richiesta che il primo cittadino ha accolto oggi con una nota in cui prende le distanze dalle dichiarazioni di Armillei, ma conferma implicitamente la fiducia nei suoi confronti riconoscendo che “Giorgio ha gettato un sasso nello stagno con la franchezza ed il coraggio che lo contraddistinguono”.

Il comunicato di Leopoldo Di Girolamo:

“La scorsa settimana una parte del dibattito politico è stato interessato dalle dichiarazioni dell’assessore Armillei in merito alla funzione del PD, ternano soprattutto, ed il suo contributo o, viceversa, le difficoltà che ha provocato all’azione della Giunta.

Le valutazioni di Giorgio hanno avuto un eco forte in quanto avvenute proprio nel giorno in cui l’assemblea cittadina del Pd era chiamata ad eleggere il nuovo segretario dopo le dimissioni di Andrea Delli Guanti. Una assemblea nella quale si sono confrontati, dopo un lungo periodo di gestione largamente unitaria, due diversi progetti e visioni di partito, due candidati che, ancorchè giovani, hanno storie diverse, che esprimono coerentemente il pluralismo che anima il Partito Democratico. Mi sono confrontato con Giorgio con la franchezza e la disponibilità all’ascolto reciproco che in questo primo anno di lavoro ha contraddistinto le modalità operative dalla Giunta.

Una Giunta che, per mia precisa scelta politica, vede una presenza importante di soggetti provenienti non da esperienze di partito, ma da qualificati impegni professionali e che condividono valori e culture del centrosinistra e, naturalmente, il programma di governo del sindaco.

E’ ormai assodato come la rappresentatività politica dei partiti moderni vada molto oltre il corpo della militanza e questo è vero soprattutto per il PD che ambisce a rappresentare quanto più possibile della cultura riformista di centro sinistra.

Dal confronto sono uscite confermate alcune valutazioni politiche differenti che probabilmente fanno parte di esperienze diverse. Tre soprattutto i punti di distinzione:
1) In primo luogo il giudizio sul gruppo consiliare del Pd e sulla maggioranza. Abbiamo iniziato la legislatura con molte difficoltà e distinguo, frutto anche delle scelte non ordinarie fatte nella definizione della giunta. Ma mano a mano, con il contributo di tutti, ma in particolare con quello di Andrea Cavicchioli, capogruppo del PD, la coesione fra esecutivo e maggioranza è cresciuta, così come il contributo dei consiglieri alla soluzione dei tanti problemi che interessano la città. Un contributo che è diventato rilevante e significativo con la difficilissima predisposizione del bilancio preventivo 2015. E testimoniato, plasticamente, dal voto convinto di tutti i consiglieri di maggioranza a notte inoltrata. Questo non significa che su singoli temi e questioni non ci sia stata e non ci sia una dialettica, a volte anche aspra, fra giunta e consiglieri, ma questo fa parte delle dinamiche politiche oggi vigenti. Come si vede in tutte le assemblee elettive, a partire dal Parlamento.

2) In secondo luogo quello che Giorgio definisce “corporativismo triangolare”, ovvero gli accordi, i patti che vengono costruiti fra rappresentanze di governo e soggetti organizzati della società. Io credo che le attuali società, estremamente complesse, possano essere governate o tramite un meccanismo dirigistico, che può sfociare in una visione oligarchica, o tramite una partecipazione attiva, consapevole e responsabile, dei cittadini, singoli o organizzati, alle decisioni che riguardano la loro vita. Non concordo con quello che viene comunemente chiamato “governo dall’alto” o con la presunzione illuministica dell’avanguardia che cambia il mondo. Certo, l’altro percorso è molto più faticoso ed esige una vera disponibilità da parte di tutti, ma credo sia l’unico che possa, veramente determinare cambiamenti profondi e duraturi. Questa d’altra parte è l’ottica che permeava la proposta del Piano Strategico.

3) In terzo luogo quello che Giorgio chiama il “tax and spend” in salsa ternana fatta di lavori pubblici ed appalti. Qui le differenze di valutazioni sono profonde. Non c’è nessuna “tax”. Il comune di Terni è al 69° posto in Italia fra i capoluoghi di provincia per incidenze di Imu – Tasi ed al 67° per la Tari. Come si vede quindi sono tanti di più i comuni che tassano più di noi rispetto a quelli che tassano di meno.  Inoltre noi non abbiamo attivato tasse di scopo o tasse di soggiorno, come stanno facendo tanti comuni, in Umbria ed in Italia. Ed anche sullo “spend” ho una opinione diversa. Nella passata legislatura abbiamo realizzato interventi importanti: dalle Piscine dello Stadio al Palazzo degli Uffici comunali, dal Centro Sociale di Valenza al nuovo ponte del Nera al Teatro Secci, che hanno migliorato notevolmente l’infrastrutturazione sociale e dei servizi della città. Ed anche le importanti opere in corso: dalla Maratta-Gabelletta al Parco di Cardeto, dal Progetto Integrato della Stazione al rifacimento del Teatro Verdi, hanno lo scopo di accrescere qualità della vita e competitività della città. Investimenti mirati, individuati come obiettivi prioritari dalla giunta e dal consiglio comunale, che hanno anche contribuito a mantenere un pezzo della economia cittadina.

Giorgio ha gettato un sasso nello stagno con la franchezza ed il coraggio che lo contraddistinguono. Credo sia utile allargare ed approfondire il confronto, senza pregiudizi, perché solo così possiamo utilizzare al meglio il grande patrimonio di intelligenze che il Pd possiede, non perdendo mai di vista l’obiettivo di lavorare uniti per il bene della città”.

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