Terni, caso mense, CoSeC attacca su asili e refezione. L’assessore: “Contrarietà preventiva”

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Presidio CosecContinua la storia infinita della riorganizzazione delle mense scolastiche. Oggi si torna a discutere attorno ad un tavolo sulle linee guida e anche in vista di questo il CoSeC è tornato alla carica su due fronti. Il primo è quello della manifestazione regionale che si è svolta a Terni, un presidio per ribadire ancora una volta il proprio no al modo deciso dal Comune di gestire la riorganizzazione del servizio. Nel loro intervento, i rappresentanti del CoseC hanno sottolineato: “Siamo visti come un fastidio, eppure abbiamo agito presentando proposte e soluzioni, partecipazioni speravamo che l’amministrazione ci ascoltasse e invece si è mostrata solo come intermediario fra consumatore e privato, vedendo la refezione scolastica solo come un prodotto. Vogliamo un tavolo vero, che sia realmente partecipe di tutti i soggetti interessati e un capitolato d’appalto che mantenga la qualità del servizio e tuteli l’occupazione. Auspichiamo una partecipazione reale, concreta di insegnanti, genitori e di tutti coloro che sono coinvolti nel servizio, senza protagonismi ma con una partecipazione vera. Vogliamo attenzione e rispetto per il servizio educativo comunale”.

I tavoli tecnici, appunto, sono l’altro aspetto in ballo. Ne sono in programma diversi e si parlerà anche di quanto denunciato nei giorni scorsi proprio dal CoSeC e cioè del fatto che tre scuole dell’infanzia sono a rischio. Anche per questo nei giorni scorsi si sono ritrovati per una conferenza stampa davanti alla Casa delle Musiche, di fronte alla Borgo Trebisonda, una delle scuole a rischio.  “Ci è stato detto – ha sottolineato Ilenia Sorbelli, presidente del comitato di gestione dell’asilo – dall’assessore Piacenti D’Ubaldi e la motivazione principale sarebbe relativa all’affito troppo alto della struttura – di proprietà dell’Ater – che, però, crediamo comprenda anche un grande archivio scolastico sotto il piano riservato all’asilo. Sopra invece CoseC c’è una casa famiglia e quindi la questione relativa all’affitto è tutt’altro che chiara. Qui ci sono 48 bambini e quattro insegnanti, due delle quali sempre presenti. Più le precarie, docenti di sostegno: in caso di chiusura ci è giunta voce che chiederanno alla ‘Oberdan’ di statalizzare la scuola, con successivo ricollocamento delle insegnanti di ruolo. Il problema sarà per il personale delle cooperative e, appunto, le precarie. Sono posti di lavoro che non verranno più recuperate”

Il CoseC ha le idee chiare: “ Non vogliamo la statalizzazione delle scuole dell’infanzia e in tre giorni dovremo cercare di risolvere ciò che il Comune non è stato in grado di fare in questi mesi, ovvero salvare le strutture in pericolo, senza privatizzazione”.

LA REPLICA DELL’ASSESSORE – L’assessore Vittorio Piacenti D’Ubaldi, contro cui il CoSeC punta il dito, si è difeso con una nota sul sito del Comune: “Ormai stiamo alla contrarietà preventiva. I comitati sui servizi comunali sono sul piede di guerra, annunciano presidi, peccato che le linee di azione della riforma dei servizi comunali verranno presentate solo l’8 giugno (oggi nd). Un modo di procedere di chi si oppone in maniera preconcetta – prosegue l’assessore – senza conoscere i contenuti, senza entrare nel merito delle vicende, le dichiarazioni di alcuni rappresentanti dei Cosec sono ideologiche, lontane da un modo di fare pragmatico, teso a dare risposte concrete all’esigenza di cambiamento ed efficientamento dei servizi comunali. Sui servizi scolastici occorre introdurre cambiamenti, perché è un modello che risale a decine di anni e nel frattempo le esigenze del mondo della scuola, degli alunni, delle famiglie, sono cambiate. Occorre porsi in linea con le nuove richieste della formazione e con le rideterminate disponibilità di bilancio che non consentono i mantenimento di servizi doppione, di articolazioni non corrispondenti alle esigenze del territorio. Nella riorganizzazione dei Sec l’Amministrazione Comunale seguirà il modello partecipativo utilizzato per le mense, un percorso di confronto articolato, che consentirà di raccogliere e valutare tutte le proposte. Iniziamo l’8 giugno, con un momento pubblico al Gazzoli. E’ quella la sede per sedersi intorno a un tavolo e lavorare insieme, in un confronto serio e sereno. Non servono rivendicazioni a priori, ultimatum, contrapposizioni a tutti i costi, proclami. Da parte nostra affronteremo gli appuntamenti partecipativi mettendo a disposizione della città tutte le informazioni in nostro possesso, avanzando le proposte che riteniamo siano utili e comunque modificabili, in un contesto di trasparenza e di azione di governo responsabile, elementi imprescindibili se si vuole continuare a dare un valore e un futuro ai servizi pubblici”

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