Terni, celebrata la Festa della promessa. Paglia non c’è: ”Bloccato a Roma da influenza”

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festa della promessa 2014 (1)Questa mattina nella basilica di San Valentino si è svolta la tradizionale “Festa della promessa”. La pioggia battente della mattinata non ha fermato le 140 coppie di fidanzati, provenienti da tutta Italia (dal Piemonte alla Puglia, dalla Marche alla Sicilia) che, davanti all’urna di San Valentino, hanno rinnovato la loro promessa in vista del matrimonio. Ha invece rinunciato ad essere presente e a presiedere la celebrazione monsignor Vincenzo Paglia. Il ritorno ufficiale dell’ex vescovo di Terni (lo è stato per 12 anni) era particolarmente atteso dopo la sua nomina a presidente del Pontificio consiglio per la famiglia in Vaticano e lo scandalo del buco milionario della Diocesi venuta alla luce poco dopo.

La celebrazione è stata presieduta dall’amministratore apostolico della diocesi ternana monsignor Ernesto Vecchi; presente monsignor Carlos Simon Vazquez, sottosegretario del Pontificio consiglio per la famiglia; assente invece, come detto, Vincenzo Paglia: “E’ stato trattenuto a Roma dall’influenza”.

Nell’omelia inviata dallo stesso Paglia, letta da Vecchi, è affermato che la “cultura del provvisorio intacca le nostre famiglie, le amicizie, la vita delle nostre città, i bambini, i nostri anziani spesso dimenticati e trascurati”. “Le relazioni che si consumano e si interrompono, i litigi, i rancori che ne nascono, l’incapacità a rimanere vicini nelle prove o nell’età della debolezza: tutto questo rende buia e pesante la vita di tanti. Ma la famiglia – si dice ancora nell’omelia – che vi preparate a costruire è un grande dono che il Signore vi fa. E che fa alla società, al mondo”. Alcune delle coppie presenti oggi a Terni, saranno tra le 20 mila che il 14 febbraio incontreranno il Papa a piazza San Pietro.

LE FOTO DELL’UFFICIO STAMPA DELLA DIOCESI:

Di seguito il testo integrale dell’omelia di monsignor Paglia:

“Cari fidanzati, care sorelle e fratelli della Diocesi di Terni-Narni-Amelia,

è con comprensibile emozione che ho accettato l’invito del vostro Amministratore Apostolico, il Vescovo Ernesto, che saluto insieme al Parroco, a celebrare oggi questa nuova Festa della Promessa. L’ho celebrata in questa Basilica per dodici anni, come Vescovo di questa bella Chiesa, e ho accompagnato tante coppie di giovani fidanzati verso il matrimonio. Con lo sguardo di oggi posso dire che è stato per me anche una preparazione al servizio che il Papa mi ha chiesto di essere Presidente del Pontificio Consiglio per la Famiglia. Porto sempre nel mio cuore la straordinaria esperienza pastorale che come vescovo ho vissuto in questa Chiesa incontrando tanta gente, cercando di predicare sempre il Vangelo e di spronare tutti a servire questa città a partire dai poveri, dai malati, dai piccoli. Vi ringrazio tutti per l’accoglienza che mi fa sentire ancora a casa!

Questa Domenica, come è tradizione, sono presenti molte coppie di fidanzati per la festa della promessa. Cari fidanzati, siete venuti qui per chiedere a Dio, per il tramite di San valentino, la benedizione sul vostro amore, perché sia forte e duri per tutta la vostra vita. Tra non molto celebrerete il vostro Matrimonio. Certo, qualcuno può chiedersi: sposarsi, oggi, non è una sfida quasi impossibile, complessa? In effetti, tanti sembrano come rassegnati a non compiere questo passo, o a rimandarlo a tempi migliori. Qualcuno potrebbe stupirsi se quel giorno né il sacerdote né voi, né altri, porranno la domanda: Vi amate? Vi volete bene? Lo ricordava papa Benedetto: quel giorno la Chiesa vi chiederà: volete restare fedeli al vostro amore? Volete amarvi tutti i giorni della vostra vita, non solo alcuni? E questo non perché alla Chiesa non interessi il vostro amore, i vostri sentimenti. Sono importanti, decisivi, tanto che oggi, appena fidanzati, siete invitati in Chiesa perché innamorati, perché c’è un legame sentimentale forte che la Chiesa benedice e apprezza. Ma il Signore Gesù, nel Vangelo che abbiamo ascoltato, oggi ci dice: voi siete il sale della terra, siete la luce del mondo. Lo dice dei cristiani, i discepoli di Gesù Cristo. Lo dice di noi, di voi, lo dice degli sposi cristiani. La nostra terra, il nostro mondo, hanno bisogno di sapore, di senso e di luce. C’è molto buio nel mondo, ci sono tenebre oscure che hanno bisogno di vedere la luce. Quando ci si innamora, si dice che scoppia una scintilla, si usa dire così. Ma il Vangelo non afferma: siete la scintilla del mondo. E il viaggio di nozze è la luna di miele. Ma il Vangelo non dice: siete il miele della terra. Siete il sale! Ad Assisi Papa Francesco individuava nella cultura del provvisorio uno dei mali del nostro tempo. Il consumismo sembra aver ormai attaccato anche i rapporti e le relazioni. La realtà pare definire come impossibile il sogno di legami saldi, duraturi, che si rafforzino e diventino sempre più forti e stabili col tempo che passa, capaci di resistere per sempre. È la cultura del provvisorio, dove tutto si può sempre rimettere in discussione, interrompere, riprendere, lasciare.

Cari amici, tutto questo che senso può dare alla vita? Che “sapore” potrà mai dare alla vita questa cultura del provvisorio, del precario, di ciò che non dura e che può svanire così come è nato? È a questo nostro mondo che Gesù ci invia come in missione: voi siete il sale della terra. Siete coloro che con la loro testimonianza di vita mostrano la bellezza della fedeltà per sempre. Questa bellezza è il sale della vita, ciò che dà sapore all’esistenza, alla vostra storia d’amore rendendola eterna. Il sale, lo sappiamo, si sparge dovunque, per rendere buono il cibo. Non si mangia il sale da solo, tutto in una volta. Si mescola al tutto. Il sale della fedeltà va come assaporato ogni giorno della nostra vita, come “mescolato” con le gioie, le speranze, gli affanni quotidiani perché dia sapore a tutta l’esistenza. Voi siete la luce del mondo, ci dice anche il Signore Gesù oggi. Perché la luce? Pensiamo a quanta oscurità, a quante tenebre ci circondano. Questa cultura del provvisorio intacca le nostre famiglie, le amicizie, la vita delle nostre città, i bambini, i nostri anziani spesso dimenticati e trascurati. Le relazioni che si consumano e si interrompono, i litigi, i rancori che ne nascono, l’incapacità a rimanere vicini nelle prove o nell’età della debolezza: tutto questo rende buia e pesante la vita di tanti. La famiglia che vi preparate a costruire è un grande dono che il Signore vi fa. E che fa alla società, al mondo. La vostra famiglia, costruita sulla roccia del Vangelo, fedele all’ insegnamento della Chiesa, potrà essere una luce di speranza per chi vi incontrerà, per coloro che vi vivranno con voi, accanto a voi.

Voi siete la luce del mondo! Papa Francesco disse, all’apertura della Giornata della Gioventù in Brasile: “I figli sono la pupilla dei nostri occhi … Che ne sarà di noi se non ci prendiamo cura dei nostri occhi? Come potremo andare avanti?”. Dovrete essere luce per i figli che il Signore donerà e che guarderanno a voi per imparare a vivere. Luce per i vostri genitori anziani, che guarderanno a voi nel tempo della vecchiaia. E sarete luce l’uno per l’altra nei momenti di prova, di smarrimento. Una luce calda, viva, che va alimentata. Nessuna luce dura in eterno se non trova alimento. L’alimento della luce evangelica è la Domenica, cari fidanzati. Quando ero a Terni, non mi stancavo mai di indicare la Messa della Domenica, il giorno della festa, quale fonte e culmine della nostra gioia e della nostra fede. La Domenica è il giorno che ci salva. Il giorno che alimenta la luce della famiglia. E’ il primo giorno, quello più importante, quello attorno a cui far ruotare tutto il resto, tutta la vita quotidiana con le sue gioie, gli affanni, le fatiche e la sua bellezza.

Oggi il Signore vi fa un invito: Risplenda la vostra luce davanti agli uomini, perché vedano le vostre opere buone e rendano gloria al Padre vostro che è nei cieli. Risplenda, davanti agli uomini, la luce della vostra famiglia. Ogni famiglia di cui oggi gettate il seme è un’opera buona che il Signore sta creando per mezzo vostro.

Il prossimo 14 Febbraio, San Valentino, Papa Francesco incontrerà in Piazza San Pietro più di 20000 fidanzati che hanno deciso di unirsi in Matrimonio. So che anche alcuni di voi saranno presenti. Dopo tante Feste della Promessa, dopo tanti anni, siamo felici che il Papa benedica questo cammino di fidanzamento in vista del Matrimonio. San Valentino non è più, davvero, solo il giorno degli innamorati e dei cioccolatini. San Valentino è un martire che ha dato la vita perché il Vangelo fosse sale della terra e luce del mondo. Il sangue dei martiri è seme di nuovi cristiani. Seme di nuove famiglie cristiane. Ringraziamo fin d’ora il Papa che ci aspetta a Roma, Venerdì prossimo, per confermare il cammino di fede che tanti giovani hanno intrapreso, sfidando il pessimismo, il buio e la rassegnazione di questo tempo. Per creare una famiglia solida e salda c’è bisogno di coraggio e di entusiasmo. Il coraggio della fede, che è luce del mondo e per la vita intera. L’entusiasmo dei discepoli del Vangelo, che “salano” il mondo, dando sapore e senso alla vita, ad ogni vita”.

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