Terni Città Futura: “Palazzina dell’ex Dicat nel degrado, dentro ci sono documenti del Comune”

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palazzina-ex-dicatLa palazzina dell’ex Dicat è ancora nel totale degrado. E’ Michele Rossi di Associazione Terni Città Futura a rimettere al centro dell’attenzione le condizioni in cui si trova “l’immobile di proprietà comunale al centro della città, al confine con il nuovo complesso edilizio di Corso del Popolo”.

Scrive Rossi: “Sono passati ben due anni dalla nostra prima denuncia ed ecco come si presenta ancora lo stabile e l’area perimetrale. Non solo il problema non è stato risolto ma la situazione appare notevolmente peggiorata. Nella palazzina vi si può ancora penetrare dalle finestre del mezzanino con relativa facilità, con l’aiuto di mezzi che permettano di sollevarsi di poco da terra. Anche solo sporgendosi vediamo abbandono, sporcizia, materassi per giacigli di fortuna, residui di pasti e poi vetri rotti, siringhe e un nauseante odore di urina”.

Prosegue ancora la denuncia: “Tutto questo schifo è tra i documenti che il comune nel corso degli anni ha qui archiviato (nella foto si vedono delle schede elettorali autenticate!), possibili dati cartacei sensibili oggi alla mercé di chiunque voglia leggerli, prelevarli oppure addirittura incendiarli, come peraltro già successo questa estate”.

Conclude Rossi: “E’ con questa grave vergognosa faciloneria che il comune conserva i suoi/nostri documenti? Possibile che si debba ancora tollerare una cosi grave situazione a due passi dai palazzi amministrativi? Occorre quanto prima avviare un lavoro di bonifica, di selezione dei documenti da conservare in altro loco più consono ad essere archivio comunale, insomma una soluzione definitiva a tutto questo schifo…ma nel frattempo almeno si eviti il facile accesso… basterebbe murare le finestre no? manco questo? Troppo difficile? Intendiamo interessare della situazione ulteriori soggetti preposti, come il Prefetto”.

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  • robersis

    Signor Rossi, per cortesia lasci stare il sindaco. E’ troppo impegnato a concordare menzogne con i suoi compari di merende, per poi propinarle a noi cittadini.